Ascoli, Festivalbar e la biglia lanciata sul palco: «È lì che è nato davvero Gianluca Grignani»

L'EPISODIO avvenuto trent'anni fa in piazza del Popolo fa ancora discutere. Il cantante ripercorre l'esibizione turbolenta in occasione dell'anniversario dell'uscita dell'album "Destinazione paradiso": «Sembrò che avessi fatto chissà cosa, in realtà volevo andare a prendere il tipo che me l'aveva lanciata. Sapevo che sarei diventato antipatico, ma ebbi una nuova consapevolezza». Il dietro le quinte con la voce degli Incognito
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di Luca Capponi

 

Ci sono episodi che, col passare del tempo, diventano simboli. L’estate del 1995, il Festivalbar in Piazza del Popolo ad Ascoli, una biglia lanciata durante “Falco a metà”: una scena che allora fece discutere e che oggi Gianluca Grignani rilegge come il momento esatto in cui è nato, artisticamente, per davvero.

Grignani sul palco di piazza del Popolo in uno dei filmati ritrasmessi sulle reti Mediaset

 

All’epoca, chi era presente in piazza, e c’erano migliaia di giovani ascolani, assistette a una scena improvvisa e difficile da decifrare. Chi non c’era la vide soltanto in televisione, giorni dopo, ma poco ne capì, tra polemiche e fraintendimenti. Da specificare che all’epoca Internet ed i social non esistevano e che il Festivalbar rappresentava per tanti ragazzi uno dei pochi momenti dove poter ammirare i loro idoli tutti insieme, dal vivo, sullo stesso palco.

 

Tra questi idoli, figurava un giovanissimo (e bellissimo) Grignani, appena 23enne folgorato dal successo incredibile del suo album d’esordio, “Destinazione paradiso”. Durante l’esibizione, il buon “Grigna” fece un po’ di tutto, tra tuffi in mezzo alle fan estasiate, peluche presi al volo e playback saltato con sfrontatezza. Tutto rientrante nel personaggio, con la security alle prese con inaspettati straordinari.

 

Verso la fine del pezzo, però, Grignani venne colpito da una biglia «grossa così», come racconta lui stesso oggi. «Sembrò che avessi fatto chissà cosa, in realtà volevo andare a prendere il tipo che me l’aveva lanciata».

 

Un gesto che oltre a procuragli dolore lo portò ad abbandonare il palco situato davanti a Palazzo dei Capitani prima della fine del brano, lasciando pubblico e addetti ai lavori spiazzati.

Piazza gremita

 

A distanza di trent’anni, in occasione dell’anniversario del disco, il cantautore torna su quell’episodio, intervistato da Radio Deejay, con parole nuove e molto più intime. «Io mi sentivo un Neil Young – ha raccontato – e loro pensavano che fossi, non so, Robbie Williams. E volevano a tutti i costi farmi diventare quello, solo che io non lo ero».

 

Un conflitto profondo tra identità artistica e aspettative del sistema musicale, che proprio quella sera esplose in maniera definitiva e che trovò sfogo nel bellissimo album successivo, “La fabbrica di plastica“.

 

Quando la biglia lo colpì, Grignani racconta di aver capito immediatamente che il suo gesto di reazione sarebbe stato frainteso. «Sapevo che sarei diventato antipatico per quello che avevo fatto, che sarebbe stato letto dal pubblico in maniera strana». Eppure, proprio in quel momento, maturò una consapevolezza nuova: «Ho pensato: ok, qualsiasi cosa voi vogliate, io so quello che sto facendo. Pubblico o non pubblico, so in che punto della mia vita sono».

 

Grignani abbandona il palco

 

L’abbandono del palco, quella sera in Piazza del Popolo, non fu quindi un rifiuto del pubblico, ma una presa di posizione verso se stesso. «Non avrei mai pensato prima di allora, di quell’istante, di riuscire a fare una cosa del genere», ammette Grignani, ricordando la paura di non piacere, di non essere accettato. Una paura che, proprio ad Ascoli, si trasformò in scelta.

 

«È lì che, secondo me, è nato Gianluca Grignani nel senso vero della parola», dice oggi. Una nascita artistica avvenuta sotto i riflettori del Festivalbar, in una delle piazze più belle e simboliche d’Italia, davanti a un pubblico che in quel momento forse non comprese.

 

Dopo l’uscita di scena, il cantante racconta anche un dettaglio più leggero, quasi liberatorio: l’incontro con la cantante degli Incognito, che fu «molto gentile» con lui. «E mi sono dimenticato tutto», conclude. Mica male, come panacea

 

 


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