di Andrea Pietrzela

Il questore di Ascoli, Aldo Fusco, e Filippo Stragapede, Capo di Gabinetto della Questura
Il questore di Ascoli Aldo Fusco, nella conferenza stampa di fine anno nel quale ha tracciato un bilancio dell’attività dal suo arrivo ad aprile fino a oggi, ha parlato anche dei casi più spinosi ai quali ha lavorato, come l’aggressione avvenuta a Porto d’Ascoli ai danni del giovane calciatore dell’Ascoli.
IL CASO – A carico carico del 21enne di San Benedetto del Tronto che nel pomeriggio dello scorso 23 novembre ha aggredito a Porto d’Ascoli due fratelli di Martinsicuro (Teramo), uno di 12 e l’altro di 15 anni, quest’ultimo calciatore dell’Under 15 dell’Ascoli Calcio, il questore ha emesso un Daspo della durata di un anno: il movente è legato al fatto che il 15enne indossava indumenti recanti stemmi della società bianconera, in un contesto di forte rivalità fra le tifoserie di Ascoli e Sambenedettese.
Sul giovane sambenedettese ora pende la denuncia dei carabinieri che ha determinato l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Ascoli Piceno; è stato denunciato dai familiari dei due fratelli e anche lui, a sua volta, ha denunciato loro, riferendo una ricostruzione dei fatti diversa da quella dei due ragazzi abruzzesi.
IL QUESTORE – «C’è un’inchiesta della magistratura a seguito di indagini di carabinieri. Mi limito a dire – le parole di Fusco – che il mio provvedimento prende spunto dalla visione delle immagini delle telecamere di sicurezza della zona che hanno ripreso l’aggressione, prima verbale e poi fisica, del ragazzo di San Benedetto al 15enne che indossava capi di abbigliamento con le effigi dell’Ascoli Calcio. Il dato che emerge dalle telecamere è che l’iniziativa è partita dal soggetto destinatario del provvedimento. Poi è nato un parapiglia al quale ha preso parte anche il 12enne, intervenuto in difesa del fratello. Non entro nel merito di come sono andati i fatti, ma ho riscontrato un’oggettiva difficoltà di poter esporre segni distintivi di appartenenza ad una squadra. Noi abbiamo adottato daspo anche in maniera preventiva. E ciò anche attraverso i social media: si tratta comunque di istigazione all’odio, è una deriva irrazionale che non ha nulla a che vedere col tifo e col giusto sentimento. Il mio compito è quello di prevenire», ricorda.
Dopo essere stati colpiti, i due fratelli sono stati medicati all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto (dove sono stati accompagnati dai familiari) e dimessi con una prognosi superiore ai 20 giorni: il 15enne calciatore per le conseguenze ad un ginocchio, già precedentemente infortunato tanto da non poter giocare con la sua squadra; il fratello 12enne per la lesione di una costola.
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