Natale di ieri e di oggi: memoria, tradizioni e poesia in vernacolo ascolano

ASCOLI - I versi di Maria Gina Stipa raccontano le festività natalizie tra tavolate, ricordi e nostalgie di un tempo che non c’è più
...

di Walter Luzi

(a seguire, la poesia di Maria Gina Stipa) 

La maestra Stipa durante una riunione nel 1997

Natale di ieri e di oggi. Una delle poesie più belle di Maria Gina Stipa ci accompagna nella lunga maratona, soprattutto gastronomica, delle festività natalizie, da Natalitte fino all’Epifania.

Maria Gina Stipa si può annoverare fra le autrici più fedeli e nostalgiche dell’ascolanità più cara e genuina. Oggi è una maestra in pensione, ma non certo dimenticata dalle centinaia e centinaia dei suoi alunni e alunne. Né lei ha dimenticato loro, di cui conserva ancora, gelosamente, i temi e i mille biglietti affettuosi che, in ogni epoca, non le hanno mai fatto mancare.

Poetessa in vernacolo per diletto, sempre ancorata ai ricordi e alle tradizioni della sua infanzia, trascorsa a Poggio di Bretta quando questa era una piccola frazione di campagna popolata solo da contadini, Stipa ha saputo trasformare la memoria in testimonianza. I suoi versi dialettali restano una vera miniera di informazioni su persone e personaggi, usanze, costumi e accadimenti ascolani del passato, destinati, diversamente, all’oblio.

Esperienze del suo vissuto quotidiano, spesso di bambina, di cui è stata protagonista o acuta osservatrice, sono sempre ammantate di amore e nostalgia per la sua terra e la sua gente. Sfogliando le sue due raccolte di Non solo… ma anche…, antologie di poesie, dediche, ricorrenze e antiche filastrocche (pubblicate nel 2008 e nel 2022, a cui si aggiungerà a breve una terza), vogliamo riproporre Natale e Natalitte.

La maestra Maria Stipa Gina con il marito Emilio Santini nel 1999

Una divertente cronaca di usi e abusi gastronomici di una volta, quando si ignoravano del tutto termini oggi di uso abituale come cibi light, cronodiete e macronutrienti. Oggi, grazie anche alle “lauree brevissime” acquisite nelle materie più varie dello scibile umano consultando Google e YouTube, sono tutti diventati straordinari esperti di proteine e carboidrati, aminoacidi essenziali e grassi saturi.

Mentre si disserta abitualmente di alimenti ipocalorici e integratori nutraceutici, si è perso il sapore di quelle tavolate in allegria: il profumo del croccante fatto in casa dalla nonna e persino il ricordo di quei chicchi di granturco che, accidenti a loro, si spostavano sempre dalle caselle delle cartelle proprio quando mancavano solo due numeri alla tombola. Tombole ricche di gioia, con famiglie intere riunite intorno a grandi tavolate, colme di buoni sentimenti. Natali più ricchi, non solo di calorie.

Un’immagine del Natale (foto Walter Luzi)

NATALE E NATALITTE

S’enchemincia a Natalitte
a magnà li spegnelitte
che la mela e lu baccalà,
quante ce piace stu magnà!

  Può Natale è a la porta
  se fa spesa che la sporta,
  a la veggilia già penseme
  tante pesce ce chempreme:
mbuò arruste e mbuò ‘mbrodétte
e neccò pe lu seghitte
come séme abbetuate nù
pe fa da cunce a li feschiù.

  Pe lu pranze de Natale,
  sempr buone e mbuò speciale,
  l’antepaste e lu temballe
  può l’arruste de l’agnielle;
la liva fritta ce va acciette
che cremini e cutelette,
può na fietta de panettò
e nu pezzitte de terrò.

  A la fine t’accuorge che
  nen c’entra manche lu caffè;
  ce siente cuscì bbettate
  che li cazze tiè slacciate.

Lu dì dope tire annanze
perché tiè tutte l’avanze,
magne e pinze che l’affanne
a lu cenò de fine anne.

  Tra li lenticchie e lu zampò
  la panza arrimpie n’addre ccò;
  a Capedanne bielle bielle,
  ce sta bbè li tagghiatelle,
fatte bbone e saporite,
sughe tante e carne trita,
pulle arruste e li patate
ecche qua, seme ‘ntreppate.

  La Befana c’è remasta,
  che faceme pe’ sta festa?
  Brode che la stracciatella,
  può na bella curatella!

Me sente mbuò ngrassate,
quacche chile so cresciute,
lu vestite n’arrentra più
besogna spestà li bettù!

  Magna e crisce, crisce e magna,
  e può dope ce se lagna…
  “e che tante so magnate
  ‘n cheste feste ch’è passate?
Dell’arruste nu pezzitte,
può nu sule spegnelitte,
‘na fiettina de temballe
e terrò manche a prevallu!”

  A la dieta pinze già
  e nen te può capacità:
  “Come mai me so ngrassate?
  come sempre so magnate!!!”

Gennaio 2002

Maria Gina Stipa

I libri di poesie di Maria Gina Stipa


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X