di Franco De Marco
Il nuovo ospedale di Pagliare, solo per acuti, significa solo garantire ai cittadini una maggiore e più qualificata assistenza sanitaria di eccellenza. I vecchi ospedali di Ascoli e San Benedetto non chiudono ma avranno più risorse per la medicina sul territorio ovvero prelievi, diagnostica, specialistica, riabilitazione, prevenzione eccetera. Questo messaggio, con chiarimenti ai tanti dubbi sollevati, è stato lanciato questa sera, nel corso del dibattito nelll’affollato gazebo della Festa de l’Unità in Piazza Ventidio Basso, sul tema “Il nuovo ospedale d’eccellenza: la verità dei fatti contro le fake news”. Bandito l’aggettito “unico” per non creare confusione e inganni. Mariella Marcucci, responsabile Sanità del Pd di Ascoli, ha introdotto ricordando in vincoli previsti dal Decreto Balduzzi sulla riorganizzazione dei servizi sanitari.
«Un esempio. Nel tempo, stante l’attuale situazione – dice – non sarà più possibile avere repartiti doppione all’interno di ogni Area vasta. O ad Ascoli o a San Benedetto. Come nel caso di Ostetricia. C’è chi sostiene che poi i bambini non nasceranno più ad Ascoli ma a Spinetoli. A costoro faccio notare che se uno dei due reparti oggi esistenti dovesse chiusere perché non raggiunge il numero minimo, sarà quello di Ascoli, che registra meno nascite, a essere smantellato. Quindi non si nascerà più ad Ascoli ma a San Benedetto. Io penso che è un falso problema. Alle donna interessa partorire in un luogo il più sicuro possibile. Costa o entroterra è uguale a distanza di pochi minuti».
«Si fa sciacallaggio nei confronti dei cittadini. Si vuole mettere paura – afferma il vice presidente della Regione Anna Casini con una frecciata evidentemente verso il sindaco Guido Castelli che guida la crociata contro il nuovo ospedale – gli ospedali di Ascoli e San Benedetto non chiusono. Quello nuovo di Pagliare migliora l’offerta per gli acuti. E’ antisismico, ha tutto di una struttura moderna. L’algoritmo ha scelto l’area più idonea valutando vari parametri: distanza, viabilità, eccetera. Ora, prima di partire, saranno fatti i sondaggi nel terreno. A Macerata hanno scoperto il percolato. Ovvio che si partirà solo se il terreno offre tutte le garanzie tecniche.
A chi non vuole il nuovo ospedale dico che quelli esistenti risalgono uno al 1962 e uno al 1972 con progettazioni risalenti a 10 anni prima. Nel frattempo è cambiato il mondo. Non penso ad esempio che i solai del Mazzoni possano reggere nuovi macchinari». Ancora: «In base al Decreto Balduzzi il Piceno può avere un solo ospedale di primo livello di eccellenza. Bisognerebbe che tutte le forze contribuissero a realizzare una sanità migliore. Invece non si fa altro che impaurire i cittadini. Non è vero dunque che il Mazzoni e il Madonna del soccorso chiuderanno. La medicina territoriale rimarrà. Oggi chi ha incus viene portato a San Benedetto. Chi ha un infarto ad Ascoli. Col nuovo ospedale ci sarà solo un ospedale per gli acuti. E tutte le aree interne potranno essere collegate con l’elicottero grazie alle nuove piazzuole. Il nuovo ospedale è una grande opportunità per i cittadini».
Dà ampie assicurazioni anche il capogruppo in Regione Fabio Urbinati. «Con il nuovo ospedale – afferma – non solo i servizi sul territorio, di base, resteranno, ma saranno potenziati grazie al risparmio che si otterrà da una sola struttura per acuti. Oggi il budget dell’Area vasta è di circa 400 milioni all’anno e il 45% è degli ospedali. Dove stanno i vantaggi della nuova struttura? Oggi se uno viene colpito da infarto a San Benedetto viene prima portato al Madonna del soccorso per le prime cure, poi viene portato ad Ascoli dove sta Emodinamica, viene curato, infine, per la riabilitazione torna a San Benedetto. Domani invece tutto avverrà a Pagliare».
Angelo Flaiani, sindaco di Folignano e presidente della Conferenza dei sindaci dell’Area Vasta 5 che ha dato il via libera al progetto della Regione, ha ripercorso il difficoltoso iter ricevendo complimenti da tutte le parti. «Per me una grande esperienza formativa», dice. E lancia anche una frecciata al sindaco Guido Castelli. «In conferenza dei sindaci non ha fatto nessuna proposta alternativa. Si sarebbe potuto discutere. Invece niente». Sull’Azienda ospedaliere afferma: «Il nuovo ospedale aumenterà di certo l’attrattività e la mobilità sarà intensificata consentendo una valutazione più positiva per l’istituzione dell’Azienda Ospedaliera Marche Sud». Infine annuncia per questo mese che Conferenza dei sindaci e Regione effettueranno un incontro con la cittadinanza per illustrare il progetto». Il primo dei primari a prendere la parola è stato Roberto Gobbato di Neurologia. Il prima di radiologia, Carlo Marinucci, ha chiesto con forza l’istituzione di un nuovo plesso. «Oggi tra Ascoli e San Benedetto – dice – ci sono doppioni che portano via risorse preziose. Penso alla “guardia” radiologica h24: con una struttura unica si potrebbero impiegare risorse per fare ulteriori interventi come auspicato anche dal collega Catarci (primario di Chirurgia di Ascoli, ndr) nel campo ad esempio della radiologia interventistica. La struttura del Mazzoni inoltre è stata inaugurata nel 1980 ed inizia ad essere vecchia. Oggi, ad esempio, non ci sono spazi separati per gli esami a cui devono essere sottoposti gli acuti e chi si reca per gli esami programmati influendo negativamente anche sulle liste d’attesa»
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