di Claudio Romanucci
Terza sconfitta in quattro trasferte. Non è questo l’Ascoli che vuole la piazza: impacciato nel primo tempo, prevedibile nella manovra e senza peso in attacco (eccezion fatta per Ninkovic). Delusione per la famiglia Pulcinelli, presente anche oggi a Livorno con in testa il patron Massimo, i figli Alexia e Andrea, la sorella Roberta. C’era anche il socio di minoranza dell’Ascoli, Gianluca Ciccoianni.
I tifosi bianconeri sugli spalti a Livorno (Foto Mark)
In tribuna anche l’ex amministratore bianconero Costantino Nicoletti e l’ex allenatore Alfredo Aglietti i quali si sono comunque espressi positivamente sulla sqyadra di Vivarini. Il Livorno si rilancia. Eppure prima della partita il clima non era migliori. In curva nord sono comparsi due striscioni di trenta metri a favore della squadra (“Nella forza la sola baldanza, fine e premio soltanto l’onor”) e in difesa del tecnico-bandiera (“Lucarelli non si tocca, né ieri, né oggi, né domani”).
Dall’altra parte, invece, si sperava in un salto di qualità che non è arrivato. Giunti in Toscana in 400 con auto, minibus e pullman, i sostenitori del Picchio sono entrati nella sud del “Picchi“ praticamente alle ore 15, proprio mentre Dionisi stava fischiando l’inizio del match. Non sono mancati i soliti sfottò, di stampo politico, tra le opposte fazioni. Alla fine gli ultras bianconeri hanno chiesto ai giocatori di portarsi sotto il loro settore per esternare il disappunto per la sconfitta e anche per la prestazione. Urge un riscatto, martedì sera c’è il Verona.
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