Non si placa la bagarre politica dopo il voto in Provincia di mercoledì scorso. Dopo la parole dei consiglieri di centro destra arriva la risposta del Pd provinciale: «Comprendiamo -afferma la segreteria provinciale del Partito Democratico- bene che la sconfitta ingeneri nervosismo fra le truppe di Piunti e Castelli ma la matematica e l’intelligenza delle persone andrebbero sempre salvaguardate per una questione di decoro. È la terza volta che votiamo con questo sistema. Doveva essere una soluzione transitoria verso l’abolizione delle province ma la proposta referendaria come è noto è stata respinta dai cittadini nel dicembre 2016 che hanno deciso di mantenere l’ente. Sicuramente è meglio restituire ai cittadini la facoltà di eleggere il presidente e il consiglio ma la Lega che oggi governa ha preferito non toccare niente evitando la possibilità di ripristinare l’elezione diretta: infatti secondo i calcoli leghisti con il sistema vigente avrebbe fatto il pieno dei consigli provinciali del Nord. La destra che oggi critica il sistema di voto è simile a quei bambini che giocano insieme ma dopo aver perso la buttano in caciara. Il nervosismo è plausibile vista la sicurezza che ostentavano prima del voto, d’altronde pensavano che le lusinghe ai grillini e la campagna acquisti ai sindaci del Pd e a pezzi di opposizione destrofila in seno ai due consigli comunali sarebbero bastate a garantire la vittoria. Che il centrodestra si sia diviso non lo dice il Pd ma lo dimostrano i numeri, suffragati dalle parole del Presidente del Consiglio comunale di Ascoli Piceno Marco Fioravanti e dall’illustre ideologo di Idea (il partito di Quagliariello), Sergio Cinelli che hanno parlato di “divisioni interne”. Quest’ultimo ha portato in dote a Piunti i voti del sambenedettese Marzonetti e degli ascolani Balestra e Pierlorenzi, tutti eletti all’opposizione. Inoltre Castelli aveva già acquisito in maggioranza Monica Acciarri che ha sempre fatto gli interessi politici della destra dentro il Pd e che finalmente tempo fa ha deciso di “regolarizzare” la sua posizione facendo le valigie e aiutando il nostro partito a ripulirsi. Considerando infine l’aiutino ricevuto da De Vecchis e Sanguigni, Piunti avrebbe dovuto prendere 45 voti in fascia E: la maggioranza eletta ad Ascoli (23), quella eletta a San Benedetto (16) e i personaggi di cui sopra (6) per un totale di 45 voti. Addirittura contavano di prendere il voto di Marco Curzi che li avrebbe portati a 46 e qualche voto del Pd ma alla fine sono stati solo 42. Dove sono finiti gli altri? La verità è che il centrosinista ha votato compatto, diversamente nelle due maggioranze di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto qualcosa non ha funzionato perché sono divisi! La matematica non è un’opinione».
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