Rifiuti, Castel di Lama e Appignano
contro la riapertura di Relluce

DISCARICA - I sindaci Sara Moreschini e Mauro Bochicchio hanno inviato una lettera al presidente dell'Ata Sergio Fabiani e alle altre autorità contro l'ipotesi di nuovi abbancamenti: «Mettere ulteriori rifiuti sulla 5° vasca andrebbe quindi ad aumentare le spinte sulla arginatura già notevolmente deformata senza che nessuna autorità competente si sia espressa sull’ammissibilità di tale deformazione»
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I lavori in corso a Relluce per il “capping” delle vasche esaurite

Non si placa il dibattito intorno alla riapertura della discarica di Relluce per accogliere circa 8.000 tonnellate di rifiuti all’interno della vasca numero 5. Dopo il via libera dell’Arpam comunicato dalla società Ascoli Servizi Comunali, intervengono i sindaci Sara Moreschini (Appignano) e Mauro Bochicchio (Vista la nota prot. 36651 del 31/10/2018 dell’Arpam che si scagliano contro questa possibilità. «La proposta di “recupero volumetrico” -affermano- rappresenta un vero e proprio sormonto in quanto il profilo di capping proposto risulta essere diverso da quello autorizzato con D.D. 1418 del 27/09/2017. Le coperture definitive della quarta e della quinta vasca dovevano essere ultimate entro il 31/10/2018. Ad oggi, come prassi, la società risulta inadempiente su entrambe le vasche. In particolare sulla vasca 5 è stata realizzata la copertura definitiva solo sulla porzione sud-est.

Mauro Bochicchio (Foto Andrea Vagnoni)

L’abbancamento di ulteriori rifiuti ritarderebbe ulteriormente un capping già fuori tempo massimo. Di fatti ogni giorno di ritardo fa sì che aumentino le infiltrazioni di acque meteoriche che fanno aumentare la produzione di percolato generando ulteriori vulnerabilità legate alla già compromessa stabilità dei versanti. Il nuovo sormonto, difforme da quello autorizzato, dovrebbe quindi essere nuovamente riprogettato e autorizzato con evidenti ulteriori ritardi nella sua realizzazione. La 5° vasca nel passato ha registrato notevoli deformazioni degli argini della discarica come chiaramente evidenziato nella relazione del geometra Antolini di fine 2016. Queste deformazioni (dell’ordine dei 5-8 cm) giudicate dal tecnico “compatibili con la normale deformazione di assestamento della paratia una volta raggiunto il massimo carico” di fatto differiscono di 10 volte dalle deformazioni dichiarate nel progetto autorizzato nel 2008. Abbancare ulteriori rifiuti sulla 5° vasca andrebbe quindi ad aumentare le spinte sulla arginatura già notevolmente deformata senza che nessuna autorità competente si sia espressa sull’ammissibilità di tale deformazione».

Sara Moreschini (foto Vagnoni)

I due sindaci proseguono: «Si ritiene pertanto -affermano- che questa anomalia non possa essere sottovalutata e vada autorizzata da un competente organo tecnico che, nel caso di specie non può essere l’Arpam. L’art. 191 comma 3 dispone che “Le ordinanze di cui al comma 1 indicano le norme a cui si intende derogare e sono adottate su parere degli organi tecnici o tecnico-sanitari locali, che si esprimono con specifico riferimento alle conseguenze ambientali” è evidente quindi, per le motivazioni sopra esposte, che sia necessario più di un parere tecnico.  n un periodo in cui i cambiamenti climatici ed il global warming hanno fatto aumentare esponenzialmente la frequenza e l’intensità di eventi meteo estremi, l’urgenza della copertura non è più rimandabile. Abbiamo visto -concludono- in questi giorni un paese in ginocchio e non possiamo permetterci di compiere scelte scellerate basate esclusivamente su effimeri risparmi di natura economica che nulla valgono rispetto all’incolumità del territorio e delle persone. L’utilizzo della decretazione d’urgenza in questo particolare frangente storico non risulta motivato e motivabile con argomentazioni giuridicamente inattaccabili, vista l’esistenza di una convenzione in essere con la provincia di Fermo che non può essere alla mercé di scelte aziendali private».

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