Falduto, Eleuteri e Alessandri
di Walter Luzi
“Il terremoto di Mario” non è un semplice spettacolo teatrale, o musicale. E’ il racconto di una storia, una fra tante, ma non certo come tante, che Francesco Eleuteri porta in scena come sa. Divertendo, ma, in questo caso, soprattutto, emozionando. E’ la storia, avvincente, bellissima e malinconica, di Mario e Antonella. La storia del loro amore, che è stata anche, altrettanto grande, per la vita, per la musica, e per Montegallo. Una storia vera la loro, che vengono a stabilirsi sotto il Monte Vettore per scelta di vita, lontano dal caos della capitale, e che si ritrovano dopo pochi mesi a vivere, con tutti gli altri montegallesi, il dramma del sisma. Una scelta di vita già fatta, prima di loro, da Francesco Eleuteri, che firma l’ennesimo atto d’amore per la sua terra, per la sua Montegallo, segnata, ma non piegata, dai terremoti di due anni fa. Con lui in palcoscenico il cantante e musicista Mario Alessandri e il chitarrista Giovanni Falduto.
Francesco Eleuteri
Parole e note che accompagnano un ritratto di Montegallo e, senza sconti, dei montegallesi, fatto prima, durante e dopo le tragiche scosse. Una narrazione divertente di persone, personaggi e luoghi di aggregazione del paese, come l’antico bar rilevato da Mario e Antonella, dove la musica è un valore aggiunto. Perché loro sono due artisti veri, e si sente, che vantano numerose collaborazioni con mostri sacri della canzone italiana. Francesco ricorda gli avventori, che applicano rigorosamente la Bar Condicio, e il tavolo dei Tuttologi, la cornice idilliaca di questo tranquillo paesello di montagna.
Fino alla 3,36 del 26 agosto 2016. Nessun morto, nessun ferito nelle ventitré frazioni montane dell’esteso comune. Così come dopo i successivi di ottobre e gennaio 2017, che Eleuteri fa rivivere con pathos e una punta di amaro umorismo. La Protezione civile dell’Emilia Romagna che, in pratica, adotta il paese, le perizie discordanti sui danni alle case, la “deportazione” degli sfollati verso Grottammare, le dispute sui Cas, la burocrazia incombente, surreale e tiranna. Ma Mario e Antonella, come molti montegallesi, non mollano, non vogliono abbandonare, né, tanto meno, lasciar morire la loro terra. Che per loro è di fresca adozione, ma non per questo meno amata. Antonella si inventa un Agrimusicismo, dove buona tavola e buona musica vanno a braccetto, rimettendo a nuovo uno dei pochi edifici in disuso ancora agibili.
Mario Alessandri
Una scommessa temeraria in un territorio ferito e spopolato. Sotto il Vettore, nel loro nuovo locale, Mario e Antonella tornano a cantare insieme. Un atto di coraggio e di speranza, di fiducia nel futuro nonostante tutto, la migliore dichiarazione d’amore, non facile da sostenere, anche economicamente, quando si è circondati solo da macerie e distruzione. Antonella continua a fare serate per tirare avanti facendo la spola fra Montegallo e il Lazio.
La notte del 16 luglio 2017, di ritorno da uno spettacolo, perde la vita in un incidente stradale. Un brutto colpo per Mario e per i loro sogni sognati in due. A Monterotondo, al funerale di Antonella c’è tutta Montegallo. Per Mario Alessandri è forse questa la spinta decisiva per trovare la forza di andare avanti. L’Agrimusicismo CantaAntonella riapre i battenti. Il sogno di Antonella Zarletti continua a vivere qui. Veniteci. Ne vale la pena. L’applauso del PalaFolli è interminabile. A fine mese si replica in altri teatri della capitale. Occhi lucidi, alla fine, garantiti per tutti.
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