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Abusivismo, furti e contraffazione
Aumenta la microcriminalità

REGIONE - L'indagine Confcommercio-Gfk Eurisko sui fenomeni di illegalità conferma la preoccupazione degli imprenditori marchigiani. A controbilanciare la situazione il dato basso su usura e estorsione
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Abusivismo, in particolare nel settore della ricettività, furti e contraffazione. Sono i tre reati rispetto ai quali la percezione di insicurezza è più alta negli imprenditori marchigiani rispetto ai loro colleghi del resto d’Italia. È quanto emerge dall’indagine Confcommercio-Gfk Eurisko, sui fenomeni di illegalità nelle Marche, che è stata presentata questa mattina nella Sala Marconi dell’Autorità di sistema portuale ad Ancona, nel corso dell’iniziativa “Legalità mi piace!” organizzata da Confcommercio Marche Centrali. L’indagine si basa su questionari somministrati ad un campione di 5.000 aziende, sulla percezione che esse hanno rispetto a vari indicatori.
Nel dettaglio, aumenta la percezione dell’abusivismo tra le aziende delle Marche, pari al 52% contro il 45% del dato nazionale. In questo caso, se si analizzano i dati relativi alla ricettività ed all’accoglienza turistica, si tratta di molto più che percezione. Giacomo Bramucci, presidente Confcommercio Marche Centrali, ha evidenziato come ad esempio nel caso di Airbnb «il numero di soggetti che hanno messo in vendita “camere” al 31 agosto è stato di 7.390, mentre il numero di soggetti censiti nel comparto extraalberghiero “non imprenditoriale” del portale “Istrice” della Regione Marche è pari a 2.375, con un aumento del 75,2% rispetto al 31 agosto dell’anno precedente. È chiaro, dunque, che nel caso di questa tipologia di sommerso − commenta − non possiamo parlare di un’offerta imprenditoriale seria». Anche nel settore somministrazione il fenomeno dell’abusivismo raggiunge livelli di attenzione sul territorio. Mentre diminuisce, sottolinea sempre Bramucci, quello “di strada”, anche a seguito degli interventi coordinati delle forze dell’ordine, a partire dall’operazione di questa estate “Spiagge sicure”. «Tuttavia si sta affacciando una nuova forma di abusivismo nei mercati e nelle fiere − spiega il presidente di Confcommercio −, quella dell’usato rimarcato come nuovo. Una vera piaga emergente del settore».

Da sinistra: il presidente di Confcommercio Marche Centrali, Giacomo Bramucci, il prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto, il direttore di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco

Si attesta, invece, sul 44% la percezione dei furti, rispetto al 38% del dato italiano. Anche in questo caso, una percezione supportata anche da alcuni dati di realtà con il 45% degli intervistati che dichiara di aver avuto esperienza di taccheggio nella propria attività, rispetto al 39% nazionale. Più bassa del resto d’Italia è invece l’esperienza di criminalità diretta o indiretta che ha riguardato il 12% degli intervistati locali contro il 23% di quelli nazionali.

Terzo posto, la contraffazione, percepita in aumento dal 38% degli intervistati, rispetto al 33% nazionale. Un fenomeno in arresto, però, nella realtà proprio grazie all’operazione “Spiagge sicure”, fa presente ancora Bramucci, che puntualizza: «I fenomeni evidenziati dall’indagine incidono sul corretto funzionamento del mercato in quanto falsano il gioco della concorrenza comportando la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale in quanto determinano la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro colpendo la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica e causando un danno d’immagine all’intero Paese».
Nonostante alcuni dati spicchino più di altri «Possiamo partire dall’assunto che la nostra regione è, per certi aspetti, una regione più sicura delle altre. I dati, ad esempio, su usura ed estorsione sono sotto la media nazionale (in Italia l’usura è aumentata del 17% mentre nelle Marche del 12%, l’estorsione è aumentata in Italia del 15% nelle Marche del 9%). Tale dato positivo è controbilanciato nelle Marche da fenomeni di microcriminalità in aumento e comunque con una frequenza percentuale più elevata rispetto al resto del Paese», le parole del direttore di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco, che ha illustrato più nel complesso l’indagine. «Probabilmente − aggiunge −, il fatto di vivere tali micro-crimini direttamente si collega al dato sulla propensione all’inasprimento delle pene nei confronti dei fenomeni registrati (propensione espressa dal 93% degli intervistati marchigini contro il 92% degli italiani)».
Proseguendo con i dati più significativi dell’indagine ad emergere è quello sulle misure prese contro i fenomeni criminali comuni: la misura più significativa è quella della dotazione di videosorveglianza (82% nelle Marche in perfetta linea con la media nazionale mentre, sempre nelle Marche, il 46% ha scelto le telecamere, il 36% l’assicurazione, il 23% la vigilanza privata).
La regione conferma, come il resto d’Italia, che la certezza della pena è il più efficace deterrente nei confronti di tutti i fenomeni illegali ma si distingue dalla media nazionale per il favore con cui accoglierebbe volentieri intervento e/o l’aumento dei poliziotti di quartiere/polizia locale (22% Marche contro il 14% della media nazionale).
L’indagine condotta da Confcommercio si conclude con una panoramica sui problemi più gravi del paese per i quali le Marche condividono in tema percentuale l’opinione generale con le regioni italiane ma si distinguono perché la percezione sull’eccesso di burocrazia ha un valore percentuale più elevato della media nazionale ( 57% nazionale – 64% Marche).
Molti gli operatori presenti nella sala Marconi ad Ancona. A conclusione della presentazione dello studio, l’intervento del prefetto di Ancona Antonio D’Acunto che a corollario della manifestazione ha ricordato come sia importante affrontare le situazioni considerate critiche attraverso una rete sinergica di attività.

(A. C.)


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