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Droga, criminalità e una tragedia annunciata
«Basta attacchi, la trap non è solo questo»

ASCOLI - L'intervista al trapper ascolano Papi Loe, 17 anni, uno degli emergenti nel genere musicale salito alla ribalta dopo i tragici fatti di Corinaldo: «Normale che un genitore possa indignarsi se ci si sofferma su certi stereotipi. Basta ascoltare Tedua, Ghali e gli americani per capire che questo stile non tratta solo dei soliti argomenti da strada»
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Il trapper ascolano Papi Loe

di Luca Capponi 

E’ stato forse il genere musicale più contestato del 2018, soprattutto dopo i tragici fatti di Corinaldo. Grida di disapprovazione sono arrivate per la maggior parte dal mondo adulto, pronto in taluni casi a bollare la trap come musica di serie b non meritevole di attenzione, buona giusto per ragazzini viziati. A prescindere che si sia d’accordo o meno, in pochi hanno provato ad avvicinarsi senza pregiudizi a questo mondo che pure vanta milioni di ascoltatori disseminati lungo il globo.

In quanti, ad esempi0, sanno che anche ad Ascoli si fa trap? Uno dei personaggi più in voga da tal punto di vista è Papi Loe, 17enne nato e cresciuto tra le cento torri (precisamente nel quartiere di Porta Cappuccina), studente al quarto anno del liceo linguistico, finora autore dei due singoli “Oh my God” e “Lambo” che hanno messo insieme quasi 20.000 visualizzazioni su YouTube. A lui il compito di “spiegare” la trap, fuori da stereotipi e pregiudizi. Ma con le idee chiare, nonostante la giovane età possa portare a pensare il contrario.
«La trap è la nuova musica; oltre ad essere l’evoluzione del rap sta diventando pian piano un genere sempre più dettagliato, profondo, potente e importante che sta conquistando l’industria della musica. -spiega Papi Loe- Ho scelto di fare trap perché penso sia il miglior modo per esprimere sé stessi in tutto e per tutto. In molti attaccano il genere per i testi per lo più, ma la gente si sofferma solo su quel tipo di trap, quello cruento e che parla di spaccio e criminalità. Ed è normale che un genitore possa “indignarsi” nel sentire determinate frasi. Comunque noto che col tempo questi attacchi stanno andando a scemare, anche perché non è cosa giusta. Comunque sull’argomento basta ascoltare Tedua e anche alcune canzoni di Sfera Ebbasta per capire che questo stile non tratta solo dei soliti argomenti da strada. Ghali, ad esempio, parla molto di immigrazione. Per quanto riguarda l’America, invece, potrei fare un elenco di nomi infinito».

Con Simone Valori

Proprio negli Stati Uniti si concentrano gli ascolti del ragazzo, che ha avuto come riferimento un nome che travalica le generazioni. «A 10 anni ascoltavo Michael Jackson tutti i giorni, mi sono avvicinato al mondo della musica grazie a lui. -racconta- Per quanto riguarda il rap diciamo che è stata una cosa particolare, perché ho iniziato sempre grazie ad un pezzo di Jackson, “Monster”,  realizzato con il featuring di 50 Cent. Prima non avevo mai ascoltato nulla per quanto riguarda il rap o l’hip hop, mi sono avvicinato a questo mondo incuriosito dalla collaborazione. Devo precisare che non ho mai ascoltato musica italiana, sono cresciuto con appunto con 50 Cent, Tupac e i grandi N.W.A. Però diciamo che i miei punti di riferimento musicali sono e resteranno Michael Jackson e 50 Cent».
Idee chiare anche per quanto riguarda la sua musica, con un repertorio che per forza di cose si presenta…in progress. «Ogni volta che entro in studio con il mio producer e videomaker Simone Valori notiamo sempre di più un miglioramento riguardante i testi e la musicalità. Abbiamo iniziato dal nulla, il mio amico era alla primissime armi col mixaggio e con la parte riguardante la registrazione di un brano. Abbiamo fatto anche grandi passi in avanti con la parte video e montaggio. Devo dire che il miglioramento c’è e anche che stiamo facendo grandi cose. Data la nostra età (Valori ha 16 anni, ndr) penso che stiamo progettando un grande piano musicale e non. Per quanto riguarda il futuro, posso dire che a metà gennaio uscirà un nuovo pezzo».
Prima o poi, però, il discorso non può non andare a parare su quanto accaduto un mese fa alla discoteca “Lanterna azzurra” di Corinaldo, dove prima del concerto di Sfera Ebbasta persero la vita sei persone. «Non mi ritengo all’altezza di esprimermi, posso solo dire che determinate cose nei locali andrebbero totalmente evitate, mi riferisco all’utilizzo di spray al peperoncino e altri oggetti del genere. Credo che giornali e telegiornali abbiano già parlato abbastanza di questa tragedia, quindi non aggiungo altro, ma solo silenzio in memoria dei deceduti» conclude Papi Loe. «Faccio musica perché mi diverte, non perché sono convinto di poter spaccare e diventare il numero uno, anche se chiaramente lo spero; nel frattempo però mi diverto e cerco di far divertire i miei amici e le persone che mi sono attorno, realizzando uno dei miei sogni, quello di fare la musica che piace a me».

 

 

 


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