di Luca Capponi
Il caso è salito alla ribalta nazionale dopo che Raniero Bertoni, 54enne residente tra le cento torri, ha presentato denuncia alla Polizia per una aggressione a sfondo omofobico da lui subita nella notte tra il 4 ed il 5 gennaio nel quartiere di Porta Maggiore. A fare da sfondo alla vicenda il Bar delle Caldaie, dove il titolare Stefano Procaccioli avrebbe minacciato verbalmente l’uomo dopo avere inneggiato al nazismo. Lo stesso Procaccioli, però, si subito è difeso controdenunciando Bertoni per molestie e diffamazione, quest’ultima denuncia presentata anche nei confronti della testata nazionale che aveva riportato la notizia.
Inevitabile, dunque, ascoltare le versioni dei protagonisti di quella che resta comunque una brutta vicenda, sperando che la giustizia riesca a chiarirne gli aspetti principali in modo da capire come siano andate realmente le cose.
Il Bar delle Caldaie
«Ero reduce da una cena a casa di amici e ho pensato di chiudere la serata al bar per il classico “bicchiere della staffa”. -spiega Bertoni- Ci tengo a premettere che abito lì vicino e che ogni tanto in passato mi sono trovato a frequentare il locale nonostante i pregiudizi che nutrivo per via del fatto che è da sempre ritenuto un ritrovo di persone di destra non proprio tenere con gli omomosessuali, pregiudizi che col tempo erano caduti. Quello che è successo l’altra sera mi ha lasciato senza parole, non trovo una spiegazione. Dopo aver consumato la mia bevuta sono andato a pagare ma la persona che era dietro al bancone, inspiegabilmente, si è mostrata incattivita apostrofandomi con forza: “Io sono nazista, non voglio gay in questo locale, ora ti do la possibilità di denunciarmi”. Poi ha fatto il giro per rincorrermi, non pensavo ce l’avrei fatta, essendo il locale stretto, ma sono riuscito a uscire fuori mentre lui per fortuna è rimasto dentro. Mi sono spaventato ed ho chiamato subito la polizia. Al loro arrivo sono scoppiato a piangere per quanto accaduto. Ora spero che qualcuno dei clienti presenti abbia il coraggio di supportare la mia versione, anche se le speranze sono poche. Purtroppo Ascoli è una città da questo punto di vista molto arretrata culturalmente e fortemente omofobica, anche se una cosa del genere non mi era mai capitata. Le istituzioni da tal punto di vista non fanno nulla perché anche le istituzioni sono omofobiche. Spero solo che questa storia non si ripercuota sul mio vissuto personale né sul mio lavoro».
Di tutt’altro tono la versione di Stefano Procaccioli, storico titolare del Bar delle Caldaie. C’era lui dietro al bancone nella serata incriminata. «Oltre a me però c’erano testimoni e soprattutto le telecamere che possono provare quanto la versione di Bertoni sia totalmente inventata. -ribatte- Faccio questo lavoro da 30 anni, questo è uno dei bar più frequentati della città, noi pensiamo a lavorare, non abbiamo tempo di pensare alla politica o ad altro. Tra l’altro abbiamo diversi clienti omosessuali, ma tutto ciò non c’entra: la persona in questione già in passato si era resa protagonista di comportamenti poco consoni, ma avevo sempre lasciato cadere. Questa volta, con il bar pieno, ha passato la misura poiché secondo me era evidentemente alterato. Da quando è entrato e per la successiva permanenza ha pronunciato frasi sconvenienti e volgari davanti a tutti, frasi sconce che non ripeto ma davvero pesanti. Mi ha lavorato ai fianchi per un’ora, dopodiché non ho potuto fare altro che spintonarlo fuori; ripeto, l’ho solo strattonato senza colpirlo o dire nulla, ci sono le telecamere a provarlo. Bertoni è un cliente abituale, da qualche anno veniva più spesso poiché durante un veglione di capodanno, riconoscendolo, lo tirai fuori da guai e dalle minacce che stava subendo in un locale del centro in cui mi trovavo anche io. Fu coinvolto in una brutta storia e riuscii a salvargli l’osso del collo. Ripeto, nessuno di noi ce l’ha con nessuno, tanto meno per i suoi gusti sessuali o politici, siamo professionisti del settore e vogliamo lavorare in pace. Ora ci penserà il mio avvocato a risolvere la questione».
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