Regali mandati indietro:
striscioni per il bambino,
nasce pure gruppo su Facebook

STORIA - Clamore e sconcerto per la vicenda di una mamma di Macerata la quale si è vista rispedire i regali che per Natale aveva inviato al figlio di 7 anni che si trova in affido ad Ascoli. Scende in campo il "Comitato cittadini per i diritti umani" che punta il dito sul Consultorio
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Uno striscione per il bambino

Regali natalizi mandati indietro, mobilitazione per il piccolo Carlo (nome di fantasia). «Cartelli, selfie, striscioni di sostegno a Carlo: il bambino in affido a cui i Servizi si sono rifiutati di consegnare il regalo della mamma. Ed è nato anche un gruppo Facebook con più di duemila iscritti» dice il Comitato cittadini per i diritti umani (Ccdu) che sta seguendo la vicenda di una madre di Macerata che per Natale aveva inviato un pacco con i regali per il figlio di 7 anni che si trova in affido ad Ascoli. Secondo quanto era stato segnalato dal comitato, il consultorio di Ascoli che segue l’affido del bambino aveva rispedito indietro i regali della mamma.

Il pacco restituito

«Gli amici di Carlo e della mamma hanno creato il gruppo Facebook Noi siamo tutti Carlo per sostenere questo bambino – dice Fabio Lucentini, responsabile del gruppo Marche del Comitato – più di duemila persone hanno già aderito. Molti hanno manifestato la loro vicinanza con cartelloni, selfie e striscioni esposti in giro e postati nel gruppo. Siamo commossi da tanto affetto e partecipazione». Inoltre aggiunge che «La procedura legale farà il suo corso e ci auguriamo che giunga presto a una conclusione positiva. Noi ci impegniamo a sostenere Carlo e mantenere viva l’attenzione sulla vicenda. Questa è la prima di una serie di azioni che abbiamo intenzione di approntare affinché non si spengano le luci su questa storia, purtroppo non isolata, che riguarda diversi bambini del nostro Paese, nella speranza che la politica si muova per riportare sanità e giustizia per Carlo e per i quasi 1.200 bambini fuori famiglia nelle Marche».

Bambino in affido, «I servizi sociali si sono rifiutati di consegnargli i regali della mamma»


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