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Oliva, avanti con la Dop
Castelli: «Basta liti, puntiamo sulla qualità»

L'INCONTRO - Il sindaco vede il funzionario del ministero Polizzi per tracciare il futuro del prelibato prodotto. Poi lancia un appello all'unità. Sulla A14 arriva il cartello con la dicitura "Ascoli Piceno città delle olive"
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di Franco De Marco

Avanti con la Dop e niente Igp. Basta litigi e polemiche. Avanti con un brand conosciuto in tutto il mondo. Avanti con un prodotto di eccellenza assolutamente unico che può dare molto all’economia locale. Il Ministero delle politiche agricole, attraverso il suo alto funzionario Luigi Polizzi, che si è incontrato col sindaco Guido Castelli, parla chiaro e segna la strada da seguire per il futuro dell’Oliva Ascolana del Piceno e del ricostituito, dopo inenarrabili e incomprensibili vicende e polemiche, Consorzio per la tutela dell’oliva ascolana Dop«Polizzi ha chiarito – afferma Castelli – che il disciplinare della Dop è perfettamente valido, congruo, efficace e che non necessita di modifiche. Inoltre il dirigente è stato molto chiaro su un altro punto: è da escludere che si possa arrivare ad una Igp, per l’utilizzo e lo sfruttamento a livello industriale, di olive non necessariamente di “ascolana tenera”. Sarebbe secondo lui una misura che indebolirebbe il marchio, il brand, e limiterebbe la possibilità di collocare sui mercati più prestigiosi la nostra oliva».

Olive appena fritte (foto Vagnoni)

Le risultanze dell’incontro Polizzi-Castelli, dunque, dovrebbero una volta per tutte mettere a tacere tutte le polemiche e le manovre anti-Dop e creare invece una forza coesa nell’interesse si dei produttori di oliva farcita e non ma soprattutto dell’economia del Piceno in generale e del turismo enogastronomico in particolare. «L’ultimo punto sul quale ci siamo intrattenuti – fa anche notare Castelli – è stato quello relativo alla possibilità di prevedere nello statuto del nuovo Consorzio, cui sarà delegato il controllo della Dop, di rappresentanti degli allevatori. Polizzi ha manifestato consenso e disponibilità. Insomma ha fornito chiarimenti assolutamente inequivocabili da cui è necessario partire per superare polemiche e tensioni e rivolgere l’azione amministrativa verso tutte quelle politiche pubbliche utili a valorizzare questo autentico tesoro non portato alla luce che si chiama oliva ripiena all’ascolana».
Alla luce dell’incontro Castelli prende un solenne impegno: «Mi assumo l’onere di favorire una conciliazione delle parti per evitare che tutti gli attori di questa importante e imprescindibile filiera proseguano con alterchi e polemiche. E’ tempo di non perdere altro tempo. Bisogna fare in modo che si evitino figure come quella dei capponi di Renzo che si beccavano mentre andavano al patibolo. L’amministrazione comunale prenderà iniziative specifiche per dare sempre maggiore sostegno alla Dop. Ad esempio favorire il reimpianto di “ascolana tenera” in tutte le proprietà comunali in cui ci sono pratiche di olivicoltura. Il riferimento è a Campolungo. La stessa Villa Sgariglia, attualmente dismessa dal precedente gestore, potrebbe essere, insieme al Museo della Civiltà Contadina, l’hub di un Polo dell’oliva in cui unire cultura e memoria gastronomica, qualità del prodotto, quindi brand. Il Comune si iscrive al partito di coloro che vogliono puntare sulla qualità».

L’oliva di Rosara (foto Vagnoni)

Infine Castelli fa un annuncio. «Abbiamo – dice – licenziato già il progetto del nuovo cartello autostradale che lungo l’A14 evidenzierà la dicitura “Ascoli Piceno città delle olive ascolane” memori dell’insegnamento del dr Giovanni Bastianelli, direttore dell’Enit, che senza reticenza e senza dubbio alcuno ci aveva indicato l’oliva e la qualità enogastronomica come il miglior vettore per favorire turismo e incoming nel nostro territorio».


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