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Parte “Un treno per Roma”
a 114 anni dal primo annuncio

ASCOLI - Nell'anniversario della festa e del comizio che il 26 novembre 1903 preannunciarono la "Ferrovia dei due mari" mai realizzata. E ora il progetto viene rilanciato da un nuovo comitato
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di Andrea Ferretti

Ad Ascoli si torna a parlare della ferrovia. Come ogni anno, anche stavolta in occasione dell’anniversario dell’ormai storico comizio, con tanto di promesse e festeggiamenti, che tennero i maggiorenti della Provincia di Ascoli il 26 novembre 1903. M forse questa è la volta buona, nel senso che potrebbe rappresentare l’inizio di un percorso, di un progetto, che i giovani di oggi – magari fra 40 anni – potrebbero riuscire a trasformare da sogno in realtà. La ferrovia in questione è l’ormai famigerata “Ferrovia dei due mari”, quella che avrebbe dovuto collegare Adriatico e Tirreno, ma che invece si arresta mestamente in un binario morto all’interno della stazione di Ascoli. Se ne parlerà in un incontro ad Ascoli venerdì 24 novembre alle 17,30 (non è stato possibile domenica 26 perchè è domenica): appuntamento alla libreria Rinascita di Piazza Roma.

Rinaldi, Di Natale e Benigni

Stavolta le forze si sono unite. E insieme ecco che si stanno muovendo l’esperienza e la tenacia del presidente della sezione ascolana di Italia Nostra, Gaetano Rinaldi, e l’entusiasmo giovanile e la voglia di cambiare di Roberto Di Natale (coordinaatore) e dello studente di Architettura Guido Benigni che rappresentano il neonato comitato “Un treno per Roma”. Quest’ultimo si affianca ad altre iniziative similari che nel tempo (ma anche oggi) sono sorte a San Benedetto del Tronto (comitato “Ferrovia Salaria”), nonchè “Il treno per amico” che in tempi assai recenti, attraverso una fiaccolata e altre iniziative di protesta, scongiurò addirittura la chiusura della tratta Ascoli-San Benedetto. Una battaglia vinta contro Governo e Regione, visto che poi la tratta è stata ammodernata ed elettrificata.

«Il territorio per rivitalizzarsi ha bisogno di forza economica e sociale – dice Rinaldi – e per cominciare basta la tratta Ascoli-Antrodoco (Comune in provincia di Rieti, ndr) che comporterebbe una spesa relativamente minima. Sollecitiamo la formazione di comitati locali che contribuiscano a dare la spinta necessaria. Per le nostre aree interne – aggiunge Rinaldi – è una condizione necessaria per uscire dall’isolamento nel quale sono sprofondate soprattutto dopo il terremoto. Se muoiono le zone interne del centro del nostro Paese, muore l’Italia. Con il terremoto si sono acuite situazioni che, di fatto, sono crimini inauditi. Penso a chiese con affreschi di valore come quello della chiesa di Pretare di Arquata (metri 5×8, ndr) che un famoso restauratore fiorentino ha paragonato alla Cappella Sistina. Bastano poche migliaia di euro, ma è tutto bloccato – insiste Rinaldi che, come Italia Nostra, ha adottato la chiesa di Vitavello – ecco allora che i 15.000 euro raccolti grazie a benefattori sono fermi perchè non si possono spendere. Questa è la prova che non possiamo limitarci alla cosiddetta tutela passiva, ma dobbiamo ricercare quella attiva che passa attraverso l’impegno che porta ricchezza e sviluppo al territorio. La valorizzazione, insomma, deve essere strumento di tutela, altrimenti  da sola diventa sterile».

Il progetto prevede sette aree di intervento, con altrettanti studi di fattibilità affidati a 70 giovani laureati. Il punto di riferimento sarà Ascoli. Anche questo fa parte dell’ennesimo appello lanciato agli amministratori locali, spesso sordi. «Tra i nostri scopi – la spiegazione di Di Natale e Benigni – c’è anche quello turistico, perchè una ferrovia che prosegue dopo Ascoli è in grado di sviluppare un indotto di portata eccezionale. Basti pensare a quante aziende vivono di esportazione. Inoltre si abbasserebbe l’inquinamento, si eviterebbero incidenti mortali e si creerebbero posti di lavoro. Ci vorranno tanti anni, ma noi non molliamo».


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