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La solidarietà de “I cento cammini”
Un povero può aprire un’impresa

ASCOLI - Il progetto di Ama Aquilone e Fondazione Carisap, a gennaio bando per sostenere 4-5 start up. Numerose donne italiane chiedono di fare la badante. La storia di un camionista sambenedettese rimasto senza lavoro, e ora badante
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di Franco De Marco

Anche se non hai più il lavoro, anche se non l’hai mai avuto,  anche se sei un immigrato (ma con i documenti in regola), ma sei purtroppo sotto la soglia della povertà (3.000/5.000 euro ufficialmente), puoi aprire un’attività imprenditoriale .

Le persone intervenute all’annuncio della nuova iniziativa di solidarietà. Francesco Cicchi dell’Ama Aquilone è il primo a destra

«Anche fosse solo la vendita delle caldarroste» fa notare Francesco Cicchi, presidente della Cooperativa Ama Aquilone, che questa mattina, nello spazio Lab della Bottega del Terzo Settore, insieme ai rappresentanti di altre organizzazioni umanitarie, ha annunciato una nuova iniziativa di solidarietà. A gennaio, infatti, verrà diffuso il bando, aperto a tutti, senza alcuna distinzione di razza e sesso, purché, come detto, con i documenti in regola e in difficoltà di sopravvivenza, per l’assegnazione a fondo perduto di una somma che favorisca l’avvio di un’attività imprenditoriale. «Un bando dedicato al concorso di idee per la creazione di una start up d’impresa – spiega Cicchi – metteremo a disposizione 40.000 euro a fondo perduto oltre all’assistenza legale, fiscale eccetera e la garanzia per accedere anche ad un prestito bancario. Prevediamo di sostenere 4/5 progetti. Un’apposita commissione li valuterà compresa naturalmente la loro compatibilità».

E’ questa la novità principale della riproposizione, dopo i primi 3 anni molto positivi, del progetto “I cento cammini” realizzato dalla cooperativa sociale Ama Aquilone insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che ha investito nell’iniziativa già dal 2015, con 250 milioni, e continua ad investire con altri 150 milioni per i prossimi 3 anni. A queste somme bisogna anche aggiungere il 20% messo a disposizione da Ama Aquilone. “I cento cammini” è un grande e significativo intervento di solidarietà  che va in aiuto a singoli individui o famiglie in stato di fragilità e a rischio povertà. Ma non è assistenzialismo, si sottolinea con forza. Fornisce orientamento al lavoro, formazione, ricollocamento, assistenza odontoiatrica e tanti altri servizi primari per la dignità della persona.  Dignità è la parola che viene ripetuta spesso. I numeri parlano da soli. Nella prima edizione del progetto sono state aiutate dagli operatori del Polo Solidale 323 persone, da 3 a 64 anni, in condizione di forte disagio socio-economico. Ad operare una rete di oltre 20 partner.

«Un bilancio molto positivo per “I cento cammini”  – fa notare Cicchi – progetto nato con l’obiettivo di rimettere al centro delle politiche di accoglienza e solidarietà l’articolo 3 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno pari dignità) che si esprime supportando le persone al raggiungimento dell’autonomia economica.  La povertà è instabilità ma anche fragilità di relazioni, precarietà lavorativa , insicurezza sociale malattia e senso di inadeguatezza».  Il servizio maggiormente richiesto (275 soggetti) è  quello dell’orientamento al lavoro. Per 78 è stato attivato un tirocinio e/o borsa lavoro e a 40 le aziende ospitanti hanno riconosciuto un’indennità ad integrazione di quella erogata dalla Cooperativa. Quasi il 35% ha ottenuto poi un contratto di lavoro o collaborazione. Numerosi i bambini sotto i 12 anni che hanno usufruito di più servizi sociosanitari.  Trentaquattro persone si sono rivolte all’ambulatorio Gap (gioco d’azzardo patologico), 24 uomini e 8 donne, età media 40 anni. A chiedere aiuto, complessivamente, sono più maschi che femmine, età media 40 anni, ma il numero degli italiani è in notevole aumento.

«Se prima  – dice ancora Cicchi – il lavoro di badante era fatto quasi esclusivamente da rumene, ucraine o russe, oggi viene chiesto anche dalle italiane. Non si può più dire che è un lavoro che gli italiani non vogliono fare». C’è stato anche il caso emblematico di un uomo di 60 anni, camionista da una vita, sambenedettese, rimasto senza lavoro, che ha prima frequentato il corso di formazione poi si è messo a fare il badante. Oltre a Cicchi, hanno portato la loro testimonianza Paula Beatriz Amadio anche lei della Coop Ama Aquilone, Suor Rosario Charo delle Suore Oblate e Don Gianni Croci della Caritas di San Benedetto. Il servizio di Segretariato Sociale è presso il Polo Solidale “I cento cammini” a San Benedetto in via Pasubio 78.

 

 


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