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Chiesa di Vitavello,
spuntano nuovi affreschi

ASCOLI - Su spinta di Italia Nostra, le opere della piccola chiesetta in frazione Mozzano sono attualmente in restauro da parte di Rino Angelini. La scoperta dona prospettive alla comunità, in un periodo un cui tanti beni sono a rischio a causa del terremoto
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La sorpresa arriva direttamente dalla chiesa di San Michele Arcangelo di Vitavello, nella frazione di Mozzano. In un periodo dove molti beni culturali del territorio sono a rischio, è Italia Nostra raccontare quanto accaduto nell’antica chiesetta dalle probabili origini longobarde. «Durante il consolidamento degli affreschi a cura del restauratore Rino Angelini, sono stati scoperti nuovi dipinti sotto l’intonaco murario. -si legge nella nota dell’associazione presieduta da Gaetano Rinaldi– Rispondendo all’esigenza di ancorare al muro ciò che appariva più compromesso, operazione che ha consentito di scongiurare la sicura perdita dell’affresco col Sant’Antonio Abate del 1600, già ai tempi Angelini formulò l’ipotesi dell’esistenza di altri affreschi al di sotto dell’intonaco. E’ viva la speranza ora che con l’ausilio di tecniche di diagnostica dell’Università di Architettura e l’esperienza indiscussa dello stesso restauratore si possano scoprire altri preziosi affreschi, oltre a quelli già emersi da un primo intervento, o almeno poter verificare la consistenza di tutto quanto esistente nell’antico edificio e soprattutto riuscire in un prossimo futuro a restituire alla comunità di Vitavello, ad Ascoli Piceno e alle terre del Centro Italia martoriate dal terremoto, la Chiesa di San Michele Arcangelo, recuperata nella sua integrità  per consentire di poter ammirare le preziose testimonianze di arte e di rinvigorire le antiche pratiche devozionali»

Un particolare emerso dagli affreschi di Vitavello

La storia della chiesa di Vitavello racconta di un lungo tempo passato in condizioni di degrado per l’isolamento in un’area boschiva piuttosto disabitata, che richiedeva immediati restauri già prima del terremoto. Italia Nostra Ascoli, per l’interessamento diretto dello stesso Rinaldi e di Luisa Danieli si attivò costituendo una rete che avrebbe dovuto recuperare i fondi per poter salvare almeno nell’immediato gli affreschi che risultavano in condizioni gravi. Operazione che ha dato i primi frutti inaspettati.


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