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Il Giro passa ad Ascoli
ma non si ferma più:
riprendiamoci l’arrivo

SPORT - Una tappa dell'edizione 2018 (15 maggio) attraverserà la città, ma è sbagliato accontentarsi: serve una spinta "politica". L'ultimo arrivo risale al 2004, ma ci sono anche i precedenti del 1988, 1938, 1933 e 1913
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L’esultanza di Petacchi, primo al traguardo ascolano di Piazza Arringo il 19 maggio 2004

di Claudio Romanucci

Il Giro d’Italia torna ad Ascoli, ma si tratta solo di un passaggio. L’annuncio, ovvero la presentazione del percorso della 101esima edizione 2018 della corsa più amata dagli italiani, riguarda la tappa più lunga di tutta la manifestazione: i 239 km che dall’abruzzese Penne conducono a Gualdo Tadino (Perugia). L’appuntamento di martedì 15 maggio giunge dopo la tradizionale sosta, necessaria ai corridori per ricaricare le energie dopo la più interessante prima parte del programma. Di rilevante interesse, anche per gli appassionati del Piceno, la 224 chilometri di domenica 13 maggio che arriva sul Gran Sasso, a Campo Imperatore.

L’UFFICIALITA’ – La notizia è arrivata con la presentazione ufficiale del Giro d’Italia numero 101, avvenuta a Milano, che porta con sè novità assolute: la partenza da Gerusalemme (4 maggio), la presenza del favorito Chris Froome, la passerella finale a Roma il 27 maggio 2018. Nel suo complesso si presenta un Giro duro e affascinante con 8 arrivi in salita (Etna, Zoncolan, Jafferau, forse Sappada, Montevergine, Gran Sasso, Pratonevoso e Cervinia), 7 tappe per velocisti, 2 crono individuali. Ci sarà Aru, in forte dubbio Nibali.

SULLE STRADE DEL SISMA – Non si abbassa l’attenzione del grande ciclismo alle zone colpite dal sisma. Il passaggio del Giro arriva dopo una edizione 2017 della Tirreno-Adriatico particolarmente incentrata nel sud delle Marche con la tappa da Rieti a Fermo, la successiva  con partenza da Ascoli e arrivo a Civitanova, la chiusura (il giorno seguente) con la tradizionale crono sul lungomare di San Benedetto. Ascolano e Fermano il 15 maggio 2018 saranno attraversati – nella mattinata – dal colorato serpentone che da Penne muoverà verso Teramo. Da qui si entrerà nel Piceno transitando per Bivio Campli, Rocca di Civitella, poi Ascoli, Roccafluvione, Comunanza, Amandola, Sarnano, Caldarola, Muccia, Serravalle di Chienti, Nocera Umbra e infine il traguardo di Gualdo Tadino, in Umbria.

OMAGGIO A SCARPONI – La tappa successiva al passaggio ascolano sarà Assisi-Osimo (16 maggio) con l’omaggio alla memoria di Michele Scarponi. Una tappa con salite medio lunghe nella prima parte e i classici “muri” marchigiani nella seconda. Si scala il Passo del Termine (inedito) fino poi a raggiungere la provincia di Ancona dove i corridori saranno attesi dal “Muro di Filottrano” (città di Michele Scarponi) e altri due strappi poco prima dell’arrivo ad Osimo.

OBIETTIVO TAPPA – L’interesse e la sensibilità degli organizzatori del Giro d’Italia non è mancata nei confronti di Ascoli, ma i tempi sono ormai più che maturi per tentare di rientrare nel “giro degli arrivi”. Bene le partenze (anche di eventi di secondo piano), altrettanto i passaggi: ora è giunto il momento che anche la politica locale provi a compiere uno sforzo. Con la struttura organizzativa Rcs i rapporti sono buoni, quindi Comune e Provincia di Ascoli possono puntare anche al coinvolgimento di privati pensando al 2019. Ospitare un arrivo richiede costi elevati, ma è anche vero che ci sono dei ritorni che, oltre alla visibilità, offrono l’opportunità di organizzare eventi collaterali. Ma occorre muoversi fin da subito, prima che l’arrivo in volata di Petacchi nell’allora rinnovata piazza Arringo (era il 19 maggio del 2004) non si perda nei ricordi.

Le vecchie glorie ascolane premiate nel 2004. Da sinistra: Luigi Ferretti, Emidio De Vecchis, Giorgio Mancini e Luciano Cappelli. Alle loro spalle, da sinistra: gli assessori allo sport di Provincia (Giordano Torresi) e Comune (Cesare Celani) e l’allora presidente del Coni provinciale Aldo Sabatucci

AMARCORD – Quel giorno la volata se l’assicurò Alessandro Petacchi, 44 anni fra un mese. Il campione della Fassa Bortolo quell’anno vinse 9 tappe su 20 ma alla fine la maglia rosa se la portò a casa Cunego. Petacchi, velocista di livello mondiale, resta il quarto italiano di sempre in fatto di vittorie (179) da professionista. Davanti a lui solo Moser (273), Saronni (193) e Cipollini (189). Quella volta, per avere il Giro ad Ascoli venne prodotto un enorme sforzo politico oltre che organizzativo. Il giorno prima il Giro aveva osservato riposo, dopo l’arrivo a Carovigno in Puglia. la carovana si trasferì addirittura a Porto Sant’Elpidio e il via della decima tappa venne dato proprio lì: arrivo ad Ascoli dopo 138 km. A fine corsa venne smontato tutto in gran fretta e la carovana tornò a Porto Sant’Elpidio per il “via” del giorno dopo della tappa Porto Sant’Elpidio-Cesena. I politici che governavano il territorio 13 anni fa – Ascoli e Fermo era ancora una sola provincia – riuscirono ad ottenere passaggi anche a Capodarco, Fermo, Montegranaro, Monte San Giusto (unico sconfinamento nel Maceratese), Rapagnano, Grottazzolina, Petritoli, Carassai, Ripatransone, San Benedetto.

La premiazione di Luigi Ferretti, che fu campione italiano dilettanti nel 1939

LA NOTTE DEI TEMPI – L’arrivo di una tappa del Giro d’Italia ad Ascoli non può e non deve restare un miraggio. Oltre a quella del 2004, la storia ci ricorda che Ascoli Piceno ha ospitato altri tre arrivi. Andiamo a ritroso: nel 1988, dopo la prima tappa (crono a Urbino) ci fu l’arrivo ad Ascoli dopo 230 km. Vinse Buontempi, e il giorno dopo si ripartì con la Ascoli-Vasto. Nel 1938 fu Raffaele Di Paco a vincere la Lanciano-Ascoli. Il giorno dopo la partenza della Ascoli-Ravenna. Tra le migliaia di ascolani presenti anche il 18enne Luigi Ferretti, talento locale che l’anno dopo sarebbe diventato campione italiano dilettanti. Lo stesso indimenticato Ferretti che, in occasione della tappa del 2004, venne premiato dagli organizzatori (insieme ad altri campioni locali del passato) sul palco “rosa” del Giro a Piazza Arringo. A lui dal 2016 viene intitolato ad Ascoli un Memorial di ciclismo giovanile. Un nome illustre vinse invece la tappa del 1933, Alfredo Binda, che vinse poi anche il giro. Quella volta si assicurò la Chieti-Ascoli e il giorno dopo c’era ovviamente anche lui alla partenza della Ascoli-Riccione. Vent’anni prima, nel 1913, il primo contatto tra Ascoli e il Giro d’Italia. A Piazza Arringo fu Clemente Canepari a vincere la Campobasso-Ascoli. Il giorno successivo, la partenza della Ascoli-Rovigo di ben 413 km.

 

 

 


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1 commento

  1. 1
    Alberto Iovinella il 6 Dicembre 2017 alle 15:13

    Se vuoi l’arrivo “gna da paga'” e profumatamente, che strano le tappe del giro o della Tirreno Adriatico passa sempre per s. Elpidio?

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