di Claudio Romanucci
Rabbia e rammarico. Tutto è rappresentato nel gesto sfortunato di Lorenzo Laverone che, dopo il triplice fischio, ha scalciato di stizza una porta di vetro quando era diretto verso gli spogliatoi e si è tagliato alla gamba. Soccorso dai medici e dai giocatori delle due squadre, il centrocampista dell’Avellino è poi finito in ospedale in ambulanza per farsi medicare dalle ferite. Ha avuto bisogno di alcuni punti di sutura al polpaccio destro ferito.
«Era arrabbiato come gli altri compagni di squadra, oggi abbiamo dimostrato una grande volontà, non posso chiedere altro ai miei – esordisce Walter Alfredo Novellino – con un po’ di fortuna potevamo portarla a casa. Dobbiamo migliorare come tutti, avevamo una difesa improvvisata ma non mi sento di dare colpe per l’1-1. Questa è la strada giusta». L’ex attaccante dell’Ascoli di Rozzi e Mazzone, elogia Castaldo («dimostra di avere una marcia in più») e Asencio: «Il nostro approccio è stato corretto e immediato, dobbiamo migliorare il gioco degli esterni. Mi è dispiaciuto che quel gruppetto di ascolani mi abbia contestato, hanno la memoria corta. In passato ho messo la maglia della Sambenedettese per beneficenza. Mi hanno mandato a quel paese, rispondo che il mio paese è in buone mani».
A due giorni dal 23° anniversario dalla morte del “presidentissimo” è arrivato un ricordo: «E’ stato straordinario – conclude – ricordo che mi cacciò fuori dalla porta quando chiesi, in sede di trattativa, i soldi che mi avrebbe dato il Milan. Ma poi me li diede a fine anno: feci sette gol».
Dopo “Monzon”, microfono a Leo Perez: «Non solo l’Avellino, anche noi volevamo fare risultato. Ne è venuta fuori una gara equilibrata. Se avessero vinto loro non avrei gridato allo scandalo. Si sono dimostrati bravi sulla seconda palla. Quanto vale il mio gol? Un punto, purtroppo».
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