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Ascoli, la salvezza può arrivare
dalle aule dei Tribunali
Avellino e Palermo rischiano

SERIE B - Mercoledì 20 è attesa la sentenza del Tribunale Federale sul caso di illecito sportivo degli irpini. Il Palermo (62 milioni di deficit) rischia il fallimento. Altre società sono in crisi finanziaria
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I tifosi dell’Ascoli Picchio nella curva sud dello stadio “Del Duca” (Foto Sandro Perozzi)

di Bruno Ferretti

La salvezza bisogna conquistarla in campo lasciandosi almeno quattro squadre alle spalle (tre le retrocessioni dirette, più la perdente dello spareggio playout) ma potrebbe arrivare anche dalle aule della giustizia sportiva. Se le sentenze saranno di un certo tipo. L’Ascoli farà bene a concentrare tutti i suoi sforzi sulle 23 partite che restano da giocare (le ultime 2 dell’andata e le 21 del girone di ritorno) ma un pensiero a quello che sta accadendo intorno sicuramente lo fa. Ci sono alcune società in grave crisi economica che rischiano grosso senza dimenticare il processo per illecito sportivo dell’Avellino.

Il procuratore della Federcalcio, Pecoraro, nella prima udienza di venerdì scorso, ha chiesto l’ultimo posto finale, ovvero la retrocessione in Lega Pro: «Chiediamo per l’Avellino la retrocessione all’ultimo posto in classifica, si chiede inoltre la penalizzazione di 3 punti nella stagione sportiva successiva in ragione della responsabilità oggettiva e della pluralità di soggetti coinvolti». Stessa richiesta per l’altra società accusata di responsabilità diretta e oggettiva in illecito sportivo, ovvero il Catanzaro. Secondo l’accusa, la partita Catanzaro-Avellino del 5 maggio 2013, penultima del campionato di Lega Pro, fu “combinata”. Il Catanzaro era già salvo e non aveva bisogno di punti mentre l’Avellino, vincendo 0-1, conquistò la promozione in B con un turno di anticipo. Pesanti squalifiche e ammende sono state chieste per il presidente degli irpini Taccone (5 anni e 70.000 euro di ammenda) e per il ds De Vito (4 anni di squalifica e 60.000 euro di ammenda).

L’avvocato Chiacchio, difensore dell’Avellino, sostiene che non ci sono prove concrete e chiede l’assoluzione piena. L’inchiesta, denominata “Money Gate”, è scaturita da un’indagine della Procura della Repubblica di Palmi Calabro che ha già portato, per altri presunti reati, agli arresti domiciliari Giuseppe Cosentino, ex presidente del Catanzaro. Sembra che sia nata da una intercettazione telefonica nel corso della quale Cosentino, parlando con altra persona, si è molto lamentato per la sconfitta in casa dicendo che partita doveva finire in parità. Non sarebbero stati fatti nomi.

La sede della Federcalcio

Mercoledì prossimo 20 dicembre ci sarà la seconda udienza a Roma e il Tribunale Federale potrebbe accogliere le richieste della Procura condannando l’Avellino. Ma è scontato il ricorso in appello. Poi ci sarà l’eventuale terzo e ultimo grado davanti alla Corte di giustizia del Coni: il tutto in tempi brevi, ovvero entro gennaio, prima dell’inizio del girone di ritorno. L’Avellino potrebbe evitare la retrocessione diretta ma probabilmente avrà una pesante penalizzazione (10 punti ?) che lo porterebbe comunque all’ultimo posto.

C’è poi il caso Palermo alle prese con grossi problemi finanziari. Il giudice del tribunale Giuseppe Sidoti, si è riservato di decidere sull’istanza di fallimento del Palermo Calcio presentata dalla Procura, secondo la quale la società sarebbe insolvente. Secondo i magistrati (che hanno avviato anche un’indagine penale a carico del proprietario del Palermo, Maurizio Zamparini, e altre sette persone per riciclaggio e autoriciclaggio) il club avrebbe falsato i bilanci, gonfiato il valore del marchio, effettuato vendite fittizie. Tutto questo causerebbe l’impossibilità di coprire in futuro debiti stimati in 62 milioni di euro. Il Palermo, primo in classifica con 35 punti, rischia un clamoroso fallimento.

Ai casi Avellino e Palermo si aggiunga la situazione economica molto difficile d alcune società (una è il Cesena) cariche di debite che rischiano di non rispettare le scadenze della Lega per pagare gli stipendi e versare i contributi previdenziali. Un problema che nel recente passato ha tormentato anche l’Ascoli Calcio fino al fallimento del dicembre 2013, ma che con la nuova dirigenza è stato risolto. C’è la possibilità, insomma, che la classifica della serie B possa essere modificata da questioni esterne al rettangolo di gioco. E l’Ascoli può nutrire speranze.


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