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Ascoli Picchio, le pagelle
Bocciati Cardinaletti e Giaretta
Ok tifosi, ex soci e Cosmi

CALCIO - Le scelte sbagliate di Bellini, l’inesperienza dell’amministratore e dei tecnici, la  mediocrità del ds. La tifoseria è un valore aggiunto. Da Faraotti, Tosti e Ciccoianni una lezione di stile. Cosmi può compiere l‘impresa
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Il patron Bellini con Serse Cosmi il giorno in cui è stato presentato l’allenatore del Picchio

di Bruno Ferretti

Un 2018 calcisticamente migliore se lo augurano tutti i tifosi dell’Ascoli Picchio dopo il 2017 che si è chiuso con un preoccupante penultimo posto in classifica. Otto vittorie in 42 partite sono davvero poche senza dimenticare la salvezza del campionato 2016-2017, targato Aglietti, ottenuta in extremis (penultima partita) a Bari. Vista la situazione attuale il traguardo da raggiungere, a tutti i costi è la salvezza. Dopo i 20 punti del girone di andata ci vorrà certamente un ritorno migliore e molte speranze sono riposte sul nuovo allenatore Cosmi. Ma facciamo un passo indietro con alcune “pagelle” della prima metà del campionato in corso.

LA SQUADRA (5) –  E’ stata cambiata molto rispetto alla precedente e non è mai facile trovare il giusto assetto. E’ stata costruita al risparmio. Aggiungiamoci la penalizzazione causata dai gravi infortuni di Favilli (campionato presto finito), Mignanelli e Rosseti, fuori per lunghi mesi. E altri meno gravi. Fatta questa premessa, dalla squadra ci si attendeva qualcosa di più. Nulla da eccepire sul piano dell’impegno, ma  risultati sono stati deludenti. Basta guardare la classifica. L’Ascoli poteva e  doveva fare qualcosa d più.

BELLINI (5,5) – Nei due primi anni della sua gestione ha fatto tanto per il Picchio ma non ha saputo trarre insegnamento da certe scelte che si sono rivelate sbagliate. Vive in Canada e non può calarsi nella realtà Ascoli. La grande passione iniziale sembra essersi dissolta a tal punto che non è più andato allo stadio a vedere le partite. Sotto il profilo economico-amministrativo meriterebbe un 8 perché ha rilanciato l’Ascoli dopo il fallimento, ma poi ha commesso errori nella scelta dei collaboratori. Al mercato avrebbe dovuto fare qualcosa di più per attrezzare una squadra competitiva. Se anche chi lo amava, oggi lo contesta, una ragione ci sarà. Ha dilapidato un patrimonio di passione.

Bellini con gli ex soci Faraotti, Ciccoianni e Tosti

FARAOTTI,TOSTI, CICCOIANNI (7) – I tre azionisti e ex soci ascolani meritano un elogio collettivo perché si sono comportati bene, prima, durante e dopo la loro presenza nell’Ascoli Picchio. Prima perché hanno affiancato fin dal primo giorno il maggiore azionista Bellini dando il loro contributo (in termini economici e di partecipazione alla vita societaria), durante perché sono rimasti al loro posto senza mai invadere la sfera tecnica o altro, e infine dopo, perché se ne sono andati senza alimentare alcuna polemica, per il bene dell’Ascoli. E avrebbero avuto validi motivi per farlo visto come sono stati trattati. Al di là dell’aspetto economico, Faraotti, Tosti e Ciccoianni erano una risorsa importante per l’Ascoli, ma non sono stati ascoltati e hanno preferito farsi da parte.

CARDINALETTI (5) – L’amministratore delegato piovuto sull’Ascoli Picchio dal mondo bancario è il numero due della società. Anzi spesso il numero uno, causa l’assenza del patron. Il dirigente jesino è quasi un esordiente visto che in passato aveva svolto tale lavoro solo per qualche mese a Palermo. Poco, troppo poco, per gestire l’Ascoli in una città dove si respira calcio sette giorni su sette con particolare interesse. L‘ad è stato apertamente contestato dai tifosi con cori allo stadio e striscioni apparsi in vari quartieri della città. Il suo futuro nel Picchio appare avvolto da una fitta nebbia.

Il ds Giaretta e il dg Cardinaletti insieme a Carpani in occasione della 100esima del centrocampista con la maglia bianconera (Foto Sandro Perozzi)

GIARETTA (5) – Al mercato, probabilmente, ha fatto quello che poteva con il budget a disposizione. Quindi… poco. E i risultati si vedono. Ha portato qualche giocatore di prospettiva, ma anche diversi che – con tutto il rispetto – non sono da serie B. I direttori sportivi sono esecutori delle volontà dei presidenti e degli allenatori, quindi le loro responsabilità sono relative. Quelli più bravi, che conoscono il mondo del calcio a 360 gradi, talvolta sono capaci di scovare qualche buon giocatore -a prezzo moderato, che può crescere. Quelli mediocri no.

TIFOSI (7) – Continuano ad essere un fondamentale valore aggiunto dell’Ascoli. Sempre vicini alla squadra, soprattutto nei momenti di difficoltà dimostrando di aver raggiunto una non comune maturità. I tifosi hanno assicurato notevole sostegno con straordinaria passione, sia in casa che in trasferta (a Cesena e Perugia gli esodi più numerosi). Nel girone di andata al “Del Duca” si è registrata una media di 5.600 spettatori fra cui 3.551 abbonati: non pochi considerando il numero dei residenti ad Ascoli che è sceso sotto quota 50.000. Vedremo al ritorno.

Fiorin e Maresca, un connubio in panchina durato pochi mesi

ARBITRI (6) – Vanno valutati con animo sereno e – possibilmente – distaccato. Qualcosa hanno tolto al Picchio, non c’è dubbio, ma qualcosa hanno aggiunto. Insomma siamo nella media e tutto sommato i “fischietti” incontrati possono meritare un voto di sufficienza. L’Ascoli fin qui non ha avuto alcun rigore contro e solo tre espulsi (Gigliotti, Addae e Padella). Il designatore della serie B è l’ascolano Emidio Morganti e molti – sbagliando – hanno pensato che questo potesse essere un vantaggio. E’ già tanto che non diventi… un boomerang.

MARESCA E FORIN (4,5) – Il voto così basso va condiviso con chi ha affidato l’Ascoli a due tecnici esordienti assoluti in serie B. Maresca, che adesso è il vice di Montella a Siviglia, fra qualche anno potrebbe anche diventare un bravo allenatore, ma prima dovrà fare la necessaria esperienza. E Fiorin, persona squisita, farà bene a tornare al suo mestiere: ovvero a lavorare con i giovani.

Serse Cosmi (Foto Perozzi)

COSMI (7) – Salvare l’Ascoli è un’impresa che  non spaventa Serse. Lui ci crede e sta trasmettendo alla squadra e all’ambiente questa positiva convinzione. E’ arrivato da un mese e in 4 partite ha conquistato 6 punti lasciando il fanalino di coda alla Pro Vercelli. E’ un combattente e l’esperienza non gli manca. Sì, Cosmi può compiere l’impresa.


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