Francesco Monaco quando allenava il Prato il Lega Pro
di Bruno Ferretti
Pugliese di origine ma ascolano di adozione poiché vive nel capoluogo piceno (dove si è sposato) da tanti anni. E’ un tecnico preparato che, ovunque è stato, ha lasciato un buon ricordo non solo per i risultati ottenuti, ma anche come uomo. Parliamo di Francesco Monaco, 57 anni, che ha un curriculum di tutto rispetto con promozioni ad Ancona (in serie B), a Carrara (in C1), ma anche salvezze che sembravano impossibili da raggiungere, con strepitose rimonte. L’ultimo esempio nello scorso campionato a Prato in Lega Pro: quando è arrivato Monaco la squadra toscana era ultima con soli 5 punti e la salvezza, lontanissima, a 12. Eppure, al termine di una formidabile rimonta, è riuscito a salvarlo. Vivendo ad Ascoli, Monaco segue da vicino la squadra bianconera nella quale ha iniziato la carriera di allenatore guidando per quattro anni la squadra Primavera e valorizzando tanti giovani come Bocchetti e Guarna tanto per fare due nomi.
«La salvezza dell’Ascoli? Credo che possa farcela perché c’è ancora tutto il girone di ritorno da giocare e 21 partite non sono poche – dice Monaco – è chiaro che dal mercato debba arrivare qualche rinforzo, soprattutto in attacco per la perdita di Favilli, ma io aggiungerei qualcosa anche in difesa e sulla fascia sinistra in seguito all’infortunio di Mignanelli. L’Ascoli è stato penalizzato dai numerosi e gravi infortuni. Adesso c’è Cosmi che è un tecnico esperto e ha già dato una aggiustatina alla squadra. E nelle quattro partite della sua gestione avrà certamente capito di cosa c’è bisogno».
«Arriva Ganz? E’ una punta importante con le motivazioni giuste per rilanciarsi dopo un girone di andata, a Pescara, dove ha giocato pochissimi – prosegue Monaco – l’Ascoli ha bisogno di gente motivata e Ganz è uno di questi. In B ha fatto bene con il Como dove è esploso con tanti gol. A Verona, lo scorso anno, aveva Pazzini davanti e quindi poco spazio nel modulo 4-3-3. A 24 anni Ganz è nel piano della maturità e Ascoli può essere la piazza ideale per il suo rilancio».
Perché l’Ascoli ha chiuso l’andata al penultimo posto? «Evidentemente qualcosa non ha funzionato. Sono state fatte valutazioni sbagliate nella costruzione della squadra e anche nella scelta dell’allenatore. Va bene il discorso dei giovani ma in B servono anche giocatori di esperienza che conoscono il campionato. Maresca, poi, non aveva mai allenato e quindi, con tutto il rispetto, non poteva avere l’esperienza necessaria per lavorare in una piazza calcisticamente esigente come Ascoli. La tifoseria si è comportata bene sostenendo la squadra anche quando mancavano i risultati. Fino a un mese fa non c’è stata alcuna contestazione».
Monaco, quali sono i giovani bianconeri che le sono piaciuti di più? «Varela ha fatto vedere le cose migliori, ma segnalo anche D’Urso, seppure abbia giocato poco. Pure Baldini ha mostrato buone qualità».
L’Ascoli, per salvarsi, su chi dovrà fare la sua corsa? «Sulla Pro Vercelli che è ultima, Brescia, lo stesso Foggia anche se ha una rosa importante, altre squadre che possono essere raggiunte come il Cesena che però non molla. In B le sorprese non mancano: mai dire mai».
Francesco Monaco calciatore
Dopo la Primavera dell’Ascoli, Francesco Monaco ha allenato Lanciano, Ancona, Potenza, Carrarese, Piacenza, Foligno, Pro Sesto e Prato. Lo chiamano quando le cose non vanno bene perché sanno che con la sua esperienza e le sue capacità, migliora la squadra. E lui, quasi sempre, raggiunge l’obiettivo.
Da calciatore è stato una bandiera della Lucchese dove ha giocato circa 300 partite in C e B. Ha iniziato nello Squinzano, ma ha giocato anche in B (146 presenze in cadetteria) anche con la Sampdoria (tra i compagni di squadra nel 1979-80 anche Lippi futuro CT azzurro campione del mondo e il portiere Garella che avrebbe poi vinto scudetti con Verona e Napoli), poi Novara, Teramo, Forlì fino a chiudere la carriera ad Ascoli nei dilettanti con la Jrvs quando aveva ormai 40 anni.
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