«Si dovrebbe prendere atto del fallimento della politica sanitaria della Regione. I dati forniti dalla dirigenza dell’Asur e dal presidente, oltre che assessore alla sanità, Luca Ceriscioli, esistono solo nella fantasia degli amministratori regionali. Lo sanno bene i cittadini utenti quando si presentano agli sportelli del Cup e assistono sconsolati ai tempi biblici delle loro prenotazioni».
L’Usb Marche Sanità – con Mauro Giuliani, Milena Montesi, Stefano Tenenti e Vittorio Pezzuoli – attacca duramente le dichiarazioni del presidente sulla situazione della sanità nelle Marche. «Ottocento assunzioni? Fanno sorridere – affermano i sindacalisti – se non si dice che sono in gran parte precari e non si aggiunge, per fare un confronto, il numero di dipendenti che nel frattempo sono andati in pensione. Lo sanno bene i lavoratori del comparto che i dipendenti sono, di fatto, diminuiti come risulta dalle determine Asur le quali, sulla base di questa diminuzione, hanno decurtato i fondi destinati al salario accessorio di più di 5 milioni di euro».
E ancora: «Si dichiarano investimenti per più di 25 milioni, con dentro i soldi destinati all’acquisto della Palazzina Interporto, operazione che andrebbe valutata, a nostro avviso, non solo sotto il profilo della opportunità ma anche su quello legale. Riduzione della spesa farmaceutica? Può darsi ma significa che si è trasferita la spesa sui cittadini che, quando possono, continuano a curarsi comprandole. Riduzione della rete ospedaliera? Vero, lo sanno bene i cittadini di Cagli come quelli della Valmusone e dell’Area Vasta di Ascoli che hanno visto verificarsi fenomeni di privatizzazione o sparire la loro struttura. Non ci pare cosa di cui vantarsi tenendo anche conto che le “Case della Salute” sono ferme al palo».
«Stabilizzazione del precari nel 2018? La vedremo. Intanto – concludono i sindacalisti dell’Usb – c’è da chiamare ancora in ruolo il personale precario dei concorsi fatti con la normativa precedente che attende impaziente che le promesse diventino realtà. La mobilita passiva supera di molto quella attiva. Dai dati del Ministero della salute 2016 ventiduemila cittadini vanno a farsi curare fuori regione. Altro che attrattività del sistema marchigiano. E’ una debacle».
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