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Spese in Regione, si torna dal giudice:
54 politici rischiano il processo

INCHIESTA – Gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari della Regione: la Cassazione ha annullato il decreto di proscioglimento del Gup di Ancona. Rimessi gli atti, ora i consiglieri ed ex eletti, tra cui il sindaco Guido Castelli, e gli addetti coinvolti potrebbero finire a giudizio
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“Spese pazze” del consiglio regionale, la Cassazione annulla il non luogo a procedere decretato dal gup per 54 persone e rimette gli atti al giudice per le udienze preliminari. Tutto da rifare. Il colpo di scena nell’inchiesta che aveva portato la procura dorica ad indagare su presunte irregolarità commesse tra il 2008 e il 2012 da parte di 61 consiglieri e 5 addetti ai gruppi  è arrivata nella tarda serata di ieri. A emettere la sentenza che porta di nuovo gli atti d’indagine nelle mani del gup sono stati i giudici della Corte Suprema che si sono espressi sul ricorso presentato dall’ormai ex procuratore capo di Ancona Elisabetta Melotti e dal pm Ruggiero Dizuonzo. I due avevano fatto appello contro la decisione presa dal giudice Francesca Zagoreo nel settembre 2016, dopo la richiesta di rinvio a giudizio per peculato dei 66 indagati con l’accusa di aver gestito in maniera irregolare i fondi pubblici destinati all’attività istituzionale. Durante l’udienza preliminare, in 5 avevano deciso di procedere con il rito abbreviato. E per tutti (tra cui l’ex presidente Gian Mario Spacca e l’attuale segretario del Pd regionale Francesco Comi) era arrivata l’assoluzione. In 6 erano stati rinviati a giudizio. Per ora, la metà di questi (l’ex consigliere regionale Pdl Francesco Massi Gentiloni Silveri, l’ex addetto al gruppo Pdl Massimo Di Furia e l’ex Pdci Cesare Procaccini) ha trovato l’assoluzione. L’altra, rappresentata da Franco Capponi Franco Capponi (Pdl), Enzo Marangoni (Ln) e Ottavio Brini (Pdl), ha beneficiato della sospensione legata ai Comuni e ai cittadini colpiti dal sisma. Il proscioglimento era stato decretato per 55 politici.

 

E proprio su questo fronte, la procura ha presentato appello rivolgendosi in Cassazione. La sentenza è uscita attorno alle 23 di ieri. Per 54 indagati, i giudici hanno annullato il non luogo a procedere stabilito dal gup. L’unico ad uscire dal calderone bollente è Andrea Filippini (collaboratore segreteria Idv al momento dei fatti), difeso dall’avvocato Laura Versace. La sua posizione non è stata rimessa al tribunale di Ancona per un errore di trascrizione commesso dalla procura dorica durante il ricorso.

Il “Palazzaccio” sede della Corte di Cassazione

Dunque, saranno 54 persone ad affrontare di nuovo l’udienza preliminare. Ecco la lista degli ex consiglieri e capogruppo dell’VIII e IX legislatura che rischiano il processo: Luca Scarpetti Acacia, Francesco Acquaroli, Fabio Badiali, Stefania Benatti, Giuliano Brandoni, Raffaele Bucciarelli, Gianluca Busilacchi, Valeriano Camela, Giuseppe Canducci, Adriano Cardogna, Mirco Carloni, Guido Castelli, Graziella Ciriaci, Giancarlo D’Anna, Antonio D’Isidoro, Sandro Donati, Paolo Eusebi, Elisabetta Foschi, Enzo Giancarli, Sara Giannini, Roberto Giannotti, Paola Giorgi, Dino Latini, Leonardo Lippi, Marco Lucchetti, Maura Malaspina, Katia Mammoli, Luca Marconi, Erminio Marinelli, Almerino Mezzolani, Luigi Minardi, Adriana Mollaroli, Giulio Natali, Rosalba Ortenzi, Fabio Pagnotta, Pietro Enrico Parrucci, Paolo Perazzoli, Paolo Petrini, Giuseppe Pieroni, Moreno Pieroni, Fabio Pistarelli, Mirco Ricci, Lidio Rocchi, Franca Romagnoli, Angelo Sciapichetti, Daniele Silvetti, Vittoriano Solazzi, Franco Sordoni, Oriano Tiberi, Gino Traversini, Umberto Trenta, Luigi Viventi, Roberto Zaffini, Giovanni Zinni. 


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