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Carnevale, nel Piceno è una cosa seria
Quattro manifestazioni secolari

EVENTI - Ascoli, Offida, Castignano e Pozza: un brand unico con tante sfaccettature. Eventi originali di varia natura che non trovano eguali in nessun'altra parte d'Italia. Si esalta lo spirito di appartenenza e l'identità dei territori. Mobilitate migliaia di maschere. Ma anche lo spettatore diventa esso stesso protagonista. Qui nulla è banale e scontato. Trionfo della creatività e del divertimento
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di Franco De Marco

In Italia e nel mondo dove lo trovate un Carnevale come quello che si svolge nella Provincia di Ascoli Piceno? Da nessuna parte. Non è solo divertimento e partecipazione ma è anche viaggio antropologico. I Carnevali storici del Piceno sono 4 – quelli di Ascoli Piceno, Offida, Castignano e Pozza e Umito di Acquasanta Terme, – ed hanno ognuno una peculiarità e uno svolgimento diversi. Insieme costituiscono anche un “brand” unico con potenzialità economiche, nel senso di attrazione turistica, per chi cerca il particolare, il non banale e il non già visto, ancora tutte da scoprire. Questi non sono Carnevali “normali” , quelli fatti con i soliti carri allegorici che si guardano solamente, ma vero e proprio teatro popolare o meglio commedia dell’arte. Spettacoli avvincenti . Provare pere credere. Nel Piceno, chi partecipa al Carnevale, non è uno spettatore ma un protagonista. Tutti sono coinvolti. Prima di tutto, certo, il divertimento ma anche l’affermazione di una identità e di un’appartenenza, è per chi si maschera e si mette in gioco. Tuttavia anche lo spettatore estraneo viene immediatamente preso per mano e inserito nel contesto come lo spettatore che sta seduto in platea e viene accompagnato sul palcoscenico a vestire i panni dell’attore.

AD ASCOLI  GRAN FESTIVAL DEL CABARET

NEL MIRINO CRONACA E PERSONAGGI

Una macchietta ascolana

Il Carnevale di Ascoli è un tuffo nella teatralità più totale. C’è il concorso tra gruppi mascherati e maschere singole, 11 e 14 febbraio,  e ci sono tante altre maschere spontanee. L’ironia anche feroce è d’obbligo. Si prendono di mira fatti di cronaca e personaggi locali e anche nazionali. Gli stessi personaggi cittadini, anche quelli che rivestono ruoli istituzionali, si mettono in gioco e ridono di se stessi. Si fa ironia su tutto e su tutti. Le idee per le macchiette e le scenette sono il più delle volte geniali e irresistibili. Basta poco. C’è una creatività e una fantasia incredibili. E se non capisci, se vieni da fuori, a causa del dialetto stretto, il significato della scenetta, puoi chiedere e ti sarà spiegato fino a far parte tu stesso della mascherata. Il dialogo maschera-spettatore è essenza stessa della messa in scena. Negli ultimi anni la manifestazione ha avuto un boom di partecipazione. Si viaggia intorno alle 10.000 persone.  Come tradizione il Carnevale di Ascoli ha preso ufficialmente il via in occasione della festa in onore di Sant’Antonio Abate. Superati anche i problemi legati agli oneri per la sicurezza che hanno fatto temere un ridimensionamento dello spettacolo. Sono costi in più imprevisti. In particolare devono essere assolutamente garantite le vie di fuga. Norme di sicurezza che rischiano di raffreddare lo spettacolo.

A POZZA LU ZANNE  GUIDA IL CORTEO

QUESTO E’ IL CARNEVALE PIU’ ANTICO

Il più antico di questo rito popolare tra sacro e profano, origine nel 1500, secondo nelle Marche solo a quello di Fano, è quello di Pozza e Umito frazioni di Acquasanta Terme. Si rifà ai riti agrari  che auspicavano terra fertile. “Il Carnevale come rito agrario: il caso etnografico dell’Alta Valle del Garrafo” è stato anche oggetto della tesi di laurea di Lorenzo Settimi. La maschera simbolo è quella de Lu Zanne, con abito di tanti colori di origine longobarda, giunto nel Piceno nel XVI secolo in seguito all’arrivo dei maestri scalpellini provenienti dalla Lombardia per lavorare il travertino. La maschera tradizionale è fatta da un copricapo a punta realizzato con una struttura in canne, la cosiddetta coccarda, e alto addirittura un metro. Gli Zann’ hanno sempre con loro una spada di legno che su un lato raffigura l’ordine, cioè il bene, e dall’altro il disordine , cioè il male. L’appuntamento è per sabato 10 febbraio, dall’Agriturismo Laga Nord di Umito, quando alle 13 partirà il corteo per giungere  a Pozza. A sfilare gli abitanti delle frazioni: coppie di sposi, suonatori di organetto, diavoli e Carabinieri che arrestano i contadini che stanno lavorando nei campi (perché a Carnevale è vietato lavorare).  Il tutto naturalmente con soste a base di ravioli di castagne, vino cotto e castagnole fritte. A conclusione tutti a ballare il saltarello. Gli Zanni, antesignani di Brighella e Arlecchino, erano personaggi delle compagnie comiche della Val Padana .

A CASTIGNANO SFILANO  LI  MOCCULE

COME AL TEMPO DELLO STATO PONTIFICIO

La processione de “Li Moccule”

A Castignano, invece, l’evento caratteristico, unico nel suo genere, è fissato per martedì grasso 13 febbraio: alle 19 parte come per magia l’illuminazione pubblica si spegne e inizia la processione de Li Moccuole, tradizione che risale alla Roma papalina, spettacolo che da secoli si tramanda a Castignano. Vanno in processione migliaia di lanterne fatte di una canna intagliata all’estremità superiore e divisa in più spicchi, formando un rombo a più facce, ognuna rivestita da carta velina colorata, e in mezzo una candela. Ogni famiglia di Castignano si costruisce lu moccule. E’ un rito irrinunciabile. Nella tradizione papalina la sfida era spegnere il moccolo dell’altro costringendolo a togliersi anche la maschera e concludere il suo Carnevale. Questa tradizione, dopo l’unificazione d’Italia e la scomparsa dello Stato Pontificio, è rimasta viva solo a Castignano. Spettacolo straordinario. Migliaia di moccoli vanno in processione pagana al ritmo di cassa, piatti e rullante al grido fora fora li moccule  per poi concludere con la battaglia finale dei moccoli in piazza San Pietro e il gran falò in cui molti vedono una sorta di purificazione dalla baldoria e dalle gozzoviglie delle ultime settimane e il vicino arrivo della Quaresima. La novità di quest’anno riguarda, il 27 gennaio, dal pomeriggio, la Mostra mercato dei dolci tipici carnascialeschi. Una novità destinata a rafforzarsi nei prossimi anni. Non solo degustazione ma, allo studio, anche approfondimenti storici con conferenze e materiali con Laboratori dove imparare le tecniche di preparazione sotto la guida di maestri pasticceri ed esperte massaie. Castignano in altre parole si candida a diventare nel Piceno il centro di degustazione e promozione dei dolci di Carnevale all’interno del complesso degli appuntamenti dei 4 Carnevali storici. Una ulteriore attrazione per i golosi. La gastronomia è un ingrediente molto importante. Tutta l’organizzazione del Carnevale Castignanese è come al solito nelle mani della Pro Loco.

OFFIDA COME PAMPLONA, LU BOV FINT

SI LANCIA CONTRO GLI SPETTATORI

Il toro in piazza

Offida è come  Pamplona città spagnola famosa per la corsa dei tori tra la folla in occasione delle feste in onore di San Firmino. Si svolge, quest’anno il 9 febbraio, il travolgente  Lu Bov Fint (Il bove finto), farsesca caccia ad un bue. Si tratta di una sorta di corrida in cui però l’animale non combatte contro un singolo individuo ma contro tutti. Lu Bov Fint è costruito con una intelaiatura in legno e ferro rivestita di panno e viene condotto per le vie del paese seguito da una folla di giovani con indosso una veste bianca detta guazzarò (uniforme di campagna). A ritmo serrato, il bove viene istigato da urla e schiamazzi di centinaia di persone sfrenate. Chi lo conduce provoca giravolte, corse, incornate. Lo spettacolo è davvero avvincente. Non mancano momenti di tensione anche perché il vino scorre a fiumi. All’imbrunire il bove viene simbolicamente ucciso e portato in processione. E’ una tradizione fortissimamente radicata nella popolazione offidana. Tutti perdono letteralmente la testa. Basta ricodare il movimentato episodio che l’anno scorso ha visto protagonista il sindaco Valerio Lucciarini. Altrettanto spettacolare la conclusione del Carnevale, il 13 febbraio, con i Vlurd, fasci di canne imbottite di paglia, accesi e portati a spalla da centinaia di uomini e donne mascherati con i guazzarò. La processione disordinata finisce nella piazza centrale dove viene appiccato un grande  falò. E’ la fine del Carnevale. Vlurd  ha un’etimologia comune al termine bagordo col quale si indicava allo stesso tempo la giostra notturna (quindi legata alla festa, alla gozzoviglia, al bagordo) ed il fascio di canne che tipicamente serviva ad illuminarla. Ad organizzare il Carnevale di Offida è la locale Pro Loco.

(1-continua)


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