di Franco De Marco
Per un giorno Ascoli Piceno diventa la capitale della lirica marchigiana. Sono convenuti amministratori pubblici e addetti ai lavori del melodramma regionale per la nascita della Fondazione Rete Lirica delle Marche. Presidente è stato eletto l’avvocato fermano Igor Giostra nominato dal sindaco di Fermo Paolo Calcinaro. Nel Consiglio direttivo sono inoltre stati nominati Catia Amati, indicata dalla Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, Massimiliano Fraticelli indicato dal sindaco di Macerata Romano Carancini, Paola Izzi indicata dal sindaco di Ascoli Guido Castelli e Mara Polloni nominata dai 3 soci partecipanti della Fondazione ovvero Rossini Opera Festival, associazione Arena Sferisterio di Macerata e Form. Direttore della nuova Fondazione è Luciano Messi, sovrintendente dello Sferisterio di Macerata, il vero deus ex machina dell’iniziativa, mentre consulente artistico è il maestro Alessio Vlad.
Un vero squadrone in grado di far diventare le Marche, davvero, la regione italiana del melodramma per eccellenza: accanto alle produzioni già a livello internazionale del Rof e dello Sferisterio si aggiungono altre produzioni di alta qualità e attività collaterali di formazione del pubblico giovane e di maestranze, per un “pacchetto” globale da far invidia a tutta Europa. Soprattutto, al di là dell’aspetto artistica, le Marche offrono a tutta Italia un modello di sinergia per abbassare costi, programmare con il tempo giusto e non all’ultimo minuto con l’acqua alla gola e proporre un’offerta musicale di eccellenza. Difronte ai giganteschi buchi di bilancio di tante Fondazioni liriche e teatri, ecco un esempio, sulla carta per ora (ma la Rete ha dato una chiara dimostrazione), di virtù. Le Marche solitamente al plurale e solitamente litigiose, una volta tanto si mettono tutte insieme. Un evento epocale. Quali saranno le prime opere in cartellone della nuova Fondazione? Messi non si sbilancia e rinvia l’annuncio. Le prime due produzioni, nella stagione autunno-inverno, dovrebbero essere scelte in una rosa tra Trovatore, Don Giovanni, Così fan tutti. Luoghi di produzione, come ormai tradizione consolidata, alternati tra i vari teatri.
Ma in questa Fondazione Rete Lirica delle Marche mancano due pezzi importanti per coprire veramente tutto il territorio regionale: Ancona e Jesi. L’assessore regionale alla cultura, Moreno Pieroni, così come in precedenza altri attori del progetto, si dichiara fiducioso: «La porta è aperta. Sono certo che anche Ancona e Jesi (il sindaco ha già manifestato la sua disponibilità, ndr) faranno parte di questo progetto. Noi vogliamo aggregare e l’esempio sarà sicuramente attrattivo. Questa Fondazione è una pietra miliare della politica culturale marchigiana. Sicuramente anche il Ministero ne terrà conto al momento di distribuire i fondi del Fus. La cultura diventa esempio anche per altri settori. Non mancherà la premialità per chi sceglie questa strada».
Sono otto, come detto sopra, i soci della Fondazione divisi in due categorie: quelli sostenitori sono i Comuni di Ascoli, Fermo, Macerata e Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, i soci partecipanti sono Associazione Sferisterio, Rossini Opera Festival di Pesaro, rappresentata dal direttore generale Lorella Megani, Comune di Fano e Fondazione Orchestra Regionale delle Marche. A far gli onori di casa, nel foyer del Ventidio, è naturalmente Castelli in un clima quasi cameratesco dove non si notano le differenze politiche. Perché in questa santa alleanza della lirica non c’entra il colore politico ma la qualità dell’offerta dello spettacolo dal vivo. Se avvenisse anche in altri campi sarebbe tutta un’altra musica. «Superiamo la logica dei singoli. Tre anni fa, quando nacque la Rete, questo risultato sembrava impossibile», afferma Castelli. Dopo l’avviso di manifestazione di interesse, per la scelta del rappresentante di Ascoli in seno al Consiglio direttivo, il sindaco di Ascoli ha scelto di nominare Paola Izzi componente del Coro Teatro Ventidio Basso. Altri candidati ci sono rimasti probabilmente male.
Carancini è anche lui molto soddisfatto e sottolinea: «Bella occasione. Prima eravamo separati, poi conviventi e oggi sposi. Questa Fondazione è un progetto inedito in Italia. Che viene da una storia. E’ il segnale di un nuovo modello di cui il Ministero, quando assegnerà i fondi (Fus, ndr), terrà certamente conto. Lavorare tutti insieme non è usuale nelle Marche. Noi ci siamo riuscitii per garantire spettacoli di qualità ed economie di scala. Non possono non ricordare che l’intuizione fu dell’ex assessore regionale alla cultura Pietro Marcolini».
Il sindaco di Fano Massimo Seri anche lui è entusiasta: «Questo progetto dimostra lungimiranza. Quando ci mettiamo insieme non ce n’è per nessuno. Guardiamo anche oltre. Non è un traguardo ma l’inizio di un nuovo percorso. Auspico che questa esperienza si allarghi». «Raccolgo la sfida e guardo con orgoglio a questa Fondazione», sono le parole di Calcinaro.
Chi ha dato un contributo importante alla nascita della nuova governance lirica è certamente anche Carlo Pesaresi in veste presidente del Consorzio Marche Spettacoli carica che ha lasciato da poco a Daniele Vimini per assumere quella di presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica delle Marche. «Si tratta – commenta – di un passaggio storico nelle attività culturali. Forse è la prima Fondazione del genere in Italia. Faremo una domanda sola al Ministero per ottenere le risorse, possiamo realizzare una strategia di lungo periodo e possiamo realizzare efficacia e risparmio». Anche Amati, sovrintendente della Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, sottolinea: «Bello lavorare insieme. Belle le contaminazioni. Il Coro Teatro Ventidio Basso di Ascoli e il Coro Mezio Agostini di Fano l’anno scorso al Rof ne sono una dimostrazione». Una curiosità. Nel foyer del Ventidio Basso si è affacciata il mezzosoprano sambenedettese Giuseppina Piunti affascinante come sempre.
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