Bellini alla sua “prima” al Del Duca. Alle sue spalle si intravvedono Faraotti e Ciccoianni
di Bruno Ferretti
Sono trascorsi esattamente quattro anni da quel memorabile 6 febbraio 2014, il giorno in cui alcuni imprenditori ascolani, guidati da Francesco Bellini, acquistarono l’Ascoli Calcio all’asta fallimentare diretta dal giudice Raffaele Agostini. Un giorno di festa per il popolo bianconero perché significava la rinascita dell’Ascoli dopo il fallimento del 17 dicembre 2013. Una sorta di resurrezione calcistica. Dopo solo cinquanta giorni, insomma, società e squadra erano salve. Bellini, maggiore azionista con oltre l’80 per cento delle quote, e sua moglie Marisa, furono portati in trionfo dal Tribunale (dove si erano radunati quasi duemila tifosi) in piazza Arringo, passando per piazza del Popolo. Festeggiatissimi anche gli altri artefici ovvero gli imprenditori Battista Faraotti, Giuliano Tosti, Gianluca Ciccoianni e Piero Palatroni, ma quest’ultimo dopo circa un mese lasciò la compagnia e oggi è presidente del Monticelli in serie D. La compagine, dopo tre anni, si è sfaldata nel senso che anche i tre soci ascolani, senza alimentare polemiche, si sono fatti da parte e il peso economico dell’Ascoli Picchio è passato tutte sulle spalle (assai robuste) di Bellini.
In testa al corteo che dal Tribunale arrivò a Piazza Arringo. Con il patron anche l’inseparabile moglie Marisa
L’Ascoli Picchio è tornato subito in B grazie all’illecito sportivo del Teramo (penalizzato dalla giustizia sportiva) e poi è riuscito a restarci pur soffrendo. Due anni fa la salvezza è arrivata all’ultima giornata (pareggio 0-0 a La Spezia), nel passato campionato alla penultima (vittoria 0-1 a Bari). E adesso l‘Ascoli sta lottando disperatamente con tutte le sue forze di recuperare il terreno perduto per salvarsi un’altra volta.
«Quando mi hanno chiamato, l’Ascoli era fallito – ha dichiarato Bellini domenica sera ospite alla “Domenica Sportiva” – Ascoli è una città con grandi tradizioni non solo nel campo sportivo ma anche industriale, quindi ho pensato: se togliamo il calcio si demoralizzano completamente. Questo mi ha spinto a comprare la squadra, pensavo di restare tre anni ma dopo il terremoto sono rimasto di più. Quando la gente ha saputo che acquistavo l’Ascoli piangeva per strada e finora non è andata male La serie A? Non è una cosa impossibile. Ci vorrà tempo, ma è un traguardo molto difficile perchè dipende da tutto: da come stanno giocatori, dai concorrenti, dalle variabili. L’importante è provarci».
Negli studi della “Domenica Sportiva”
Molte speranze di salvezza sono riposte sulla reazione della squadra affidata a mister Cosmi, ma molte anche sulla buona stella di Bellini. Dopo lungo tempo sabato scorso è tornato a vedere l’Ascoli a Novara e – guarda caso – l’Ascoli ha vinto. Alla vigilia il patron e la signora Marisa erano stati a cena con la squadra in ritiro e questa ritrovata vicinanza ha fatto sicuramente bene alla squadra. Bellini ha conosciuto i nuovi e a tutti ha rivolto un appello dal tono paternalistico che ha prodotto un effetto positivo. Sabato prossimo tornerà al “Del Duca” per vedere Ascoli-Empoli e occorre augurarsi che la sua presenza continui a portare influenza positiva al Picchio. Ne ha bisogno contro un avversario molto forte e secondo in classifica.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati