Scuola, municipio e villino Verrucci
Force ha voglia di ricominciare
Foto e video

SPECIALE TERREMOTO - Il comune montano, 1.480 residenti in quattro frazioni, vanta uno dei centro storici più belli del Piceno. Il sisma ha creato tanti problemi ma non ha tolto tempra agli abitanti. Il sindaco Curti: «Stiamo per riaprire l'ultima zona rossa del centro. Il 2018 sarà l'anno delle opere pubbliche»
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Un estratto dell'intervista al sindaco di Force Augusto Curti

di Luca Capponi 

(foto e video di Andrea Vagnoni)

Il centro storico di Force, indiscutibilmente, è uno dei più affascinanti del Piceno. Un amabile, e sempre decifrabile, dedalo di stradine che si inerpica fino alla sommità di piazza Vittorio Emanuele. Da lì, il belvedere che si affaccia sulla vallata e sui fantastici monti circostanti. Peccato che ad godersi il panorama non ci sia nessuno. Già, perché trattasi di una delle due zone rosse rimaste dopo le tristemente note scosse di terremoto dell’ultimo anno e mezzo. Che anche qui hanno creato una ben netto spartiacque tra il prima e il dopo, tra l’oggi e il domani.  
«La situazione attuale parla di circa 300 sfollati, con un centro storico in parte ancora chiuso. -spiega il sindaco Augusto Curti– Manca proprio la zona di piazza Vittorio Emanuele che però stiamo per riaprire. Alla fine rimarrà una sola zona rossa, molto piccola, proprio dietro la piazza, sulla quale non interverremo perché, anche a seguito di un eventuale puntellamento, non ci potrà comunque rientrare nessuno quindi non ha senso spendere ora, aspetteremo la ricostruzione».

Il Municipio di Force

Il terremoto, a Force, ha prodotto danni già dalla scossa del 24 agosto. Danni aggravatisi, come una storia sentita già mille altre volte, con il picco del 30 ottobre e con l’accoppiata neve-sisma del gennaio 2017. «Abbiamo il 40% del patrimonio immobiliare non utilizzabile, così come quasi tutti gli immobili pubblici, dal municipio a una delle due scuole (l’altra, la “Da Vinci”, era stata adeguata nel gennaio 2016, ndr) fino a una struttura sociosanitaria, comprese le tre chiese principali», continua il primo cittadino. Che però ci tiene a non piangersi addosso, snocciolando le opere cruciali per un 2018 di ripartenza per tutto il comprensorio, 1.480 residenti e un patrimonio composto da 4 frazioni, Montecchio, Montemoro, San Salvatore e Quinzano.
«Per quanto riguarda le opere pubbliche siamo a buon punto. -conferma Curti- Sono stati finanziati la scuola materna, per 1.200.000 euro, il municipio per 2.500.000 euro ed il villino Verrucci, che ha una inagibilità parziale, per 490.000 euro. Quest’ultimo, dopo la riconversione in struttura ricettiva, doveva essere inaugurato a novembre ma la torretta dell’edificio ha subito lesioni: dopo la sistemazione diverrà operativo».

Il villino Verrucci

Oltre ai finanziamenti per la ricostruzione, in ballo ci sono anche diverse donazioni, simbolo del sentimento popolare nei confronti di chi ha subito la tragedia. «La più importante è sicuramente quella della Croce Rossa. -prosegue il sindaco- Tra le costruzioni inagibili di proprietà pubblica c’era il vecchio ospedale poi riconvertito in centro residenziale per i ragazzi disabili. La Croce Rossa ha deciso di realizzare nuova struttura sostitutiva, mentre la danneggiata seguirà il (lungo) percorso di ricostruzione poiché trattasi di bene vincolato. Per dare quindi una risposta immediata ai pazienti che oggi sono stati temporaneamente trasferiti a Comunanza, ecco un nuovo edificio. La Croce Rossa ha di recente pubblicato bando per la progettazione esecutiva e la direzione lavori, per un esborso di circa 1.600.000 euro. La Regione, invece, ha garantito risorse per le opere di urbanizzazione».
Tra le altre opere degne di menzione, la “casetta” che fungerà da oratorio e luogo di culto nella frazione di Montemoro (rimasta senza la chiesa) effettuata dall’associazione “Libera” (con Radio Rai 2) per 40.000 euro e dal Bim 60.000 euro, per un totale di 100.000 euro. Poi la Caritas, che ha erogato 400.000 euro per i lavori (in corso) atti a realizzare un oratorio vicino la chiesa di San Francesco.

Parte della facciata della chiesa di San Francesco

«Non posso non dire che lo Stato c’è perché ha dato assistenza nell’immediato e sta continuando a dare assistenza continua, parlo di sistemazione autonoma, sae (il 20 gennaio sono state consegnate le sette richieste) e possibilità di stare negli alberghi. -conclude Curti- Sulla ricostruzione pubblica, nonostante una prima fase un po’ a rilento, Regione e commissario De Micheli hanno messo in atto delle ordinanze che ci permettono più velocità nel cantierare le opere. Credo che il 2018 sarà l’anno delle opere pubbliche ma anche quello in cui si accelererà per ricostruzione privata, dove siamo ancora indietro».
Non solo, però, perchè la speranza arriva anche dal turismo, una delle “armi” che hanno sempre contraddistinto tutta la zona, meta prediletta di inglesi, tedeschi, olandesi, danesi,  molti dei quali hanno acquistato case e piccoli strutture ricettive. Nel 2017 i numeri sono stati lontani da quelli positivi del passato, ma qualcuno si è visto, anche grazie agli eventi organizzati nonostante i problemi, su tutti il mitico “Antichi Sapori”. E questo fa ben sperare per il futuro, parola che mai come oggi diventa necessaria. Non solo a Force, ma in tutta l’area del cratere.

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