Roberto Strulli, eroe dimenticato
Morì in campo 53 anni fa
per difendere la porta dell’Ascoli

CALCIO - Anniversario del drammatico derby del 14 febbraio 1965 giocato stadio “Ballarin” di San Benedetto. Il portiere toscano della Del Duca, che aveva 26 anni, si scontrò con l’attaccante rossoblù Caposciutti
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Roberto Strulli moriva 53 anni fa

di Bruno Ferretti

In casa Ascoli ricorre oggi un doloroso anniversario. Quello della morte, in campo, del portiere Roberto Strulli. Aveva 26 anni e sacrificò la propria vita per difendere la porta bianconera. Il mortale infortunio avvenne domenica 14 febbraio 1965 allo stadio “Ballarin” di San Benedetto del Tronto durante il derby Samb-Del Duca Ascoli. Un derby sempre molto acceso e sentito dalle rispettive tifoserie. Sono trascorsi 53 anni. Nel tentativo di recuperare un pallone che gli era sfuggito di mano dopo una bella parata, Strulli (toscano di Monsummano Terme, in provincia di Pistoia) si scontrò violentemente con Alfiero Caposciutti, attaccante della Samb. Quest’ultimo, toscano pure lui, si avventò sul pallone . Il povero Strulli restò a terra esanime, dopo essere stato colpito sotto il mento (involontariamente) da una ginocchiata dell’avversario. A terra e immobile. Fu soccorso e viste le condizioni venne trasportato all’ospedale di San Benedetto dove i medici capirono subito che il portiere aveva riportato gravissime lesioni alla testa e c’era bisogno di un intervento per cercare di evitare il peggio. Fu chiamato un noto neurochirurgo i Roma che partì subito alla volta di San Benedetto dove arrivò in tarda serata causa anche le condizioni meteo che complicarono il suo viaggio. Ma non ci fu niente da fare. Roberto Strulli, senza riprendere più conoscenza, cessò di vivere alle ore 5,45 del 15 febbraio 1975. A quel tempo non erano ancora previste le sostituzioni e a difendere la porta della Del Duca Ascoli andò il compianto Adelmo Capelli, esterno sinistro. I bianconeri proseguirono la partita in dieci e finì 4-0 per la Samb. Ma partita e risultato passarono in secondo piano di fronte alla tragedia di Strulli. Questa la formazione bianconera (4-4-2): Strulli; Masetto, Mazzone, Bigoni, Rossetti; Trapletti, Beccaccioli, Tomassoni, Capelli; Marcos, Aldi. Dopo la partita i compagni di squadra, l’allenatore Alfredo Notti, i dirigenti e anche diversi tifosi ascolani si recarono all’ospedale di San Benedetto per avere notizie di Roberto. Notizie che, purtroppo, lasciavano poco spazio alla speranza. La sua morte fu un lutto grandissimo non solo per Ascoli e San Benedetto, ma per tutto il calcio italiano. Largo spazio fu dedicato in tv dalla Rai (non c’erano altre emittenti) e da tutti i giornali con grande cordoglio. La morte di Roberto, ovviamente, fu un dramma enorme per la famiglia, in particolare per la giovanissima moglie Luana che due mesi dopo mise alla luce il figlio al quale fu dato il nome di Roberto junior, in memoria del padre che non ha mai potuto conoscere causa quella terribile disgrazia.

La targa della piazza che gli è stata dedicata a Pennile di Sotto

Tre anni fa, su iniziativa dell’associazione “Solo per l’Ascoli”, presieduta da Gianni Morganti, lo sfortunato Roberto Strulli, a 50 anni dalla scomparsa, venne ricordato con un convegno a Palazzo dei Capitani al quale partecipò anche anche il figlio dell’ex portiere, Roberto jr. per la prima volta ad Ascoli. Nell’occasione fu presentata una pubblicazione “Roberto Strulli, l’eroe dimenticato”. E successivamente, per un ricordo indelebile, grazie alla collaborazione del Comune di Ascoli, è stata dedicata a Roberto Strulli, morto in campo per difendere la porta bianconera, una piccola piazza nel quartiere di Pennile di Sotto, a poche centinaia di metri dallo stadio “Del Duca”.

Il ricordo di Roberto Strulli da parte dei tifosi della vecchia curva sud


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