Continua a ballare la data della riapertura del Teatro Filarmonici ma questa volta, auguriamocelo, sembra che sia stata finalmente imboccata la strada buona. Anche il mese di marzo passerà. Ma ad aprile molto probabilmente ci sarà il taglio del nastro. Finalmente. Per il completamento della pratica antincendio, individuato lo scoglio dopo un ulteriore consulto con i Vigili del Fuoco, il Comune sta provvedendo alla realizzazione di alcuni sfiatatoi.
Intervento di un migliaio di euro che si dovrebbe esaurire entro breve tempo. Le difficoltà, per la definizione di questa pratica, sono derivate anche dal fatto che non è stato facile reperire tutta la documentazione, che risale anche a parecchi anni fa, degli impianti. Nel frattempo la normativa è anche cambiata. Ma il problema non è solo di ordine tecnico.
L’esterno del Filarmonici
Rimane ancora senza risposta la domanda: che cosa si programmerà nel Teatro Filarmonici? Il sindaco Guido Castelli martedì si è incontrato, dopo la conferenza di presentazione di Cinesophia, con il direttore dell’Amat Gilberto Santini. Tra Comune e Amat, come ha da tempo annunciato il sindaco, si sta studiando un accordo per la gestione del nuovo contenitore culturale. Il restauro del Teatro Filarmonici dura da ben 18 anni. L’importante è non creare la cattedrale nel deserto nel senso di approntare un contenitore che poi rimane inutilizzato o quasi come avvenuto nel caso dell’auditorium “Monsignor Silvano Montevecchi”. Non si può non prevedere che tipo di programmazione realizzare e quali risorse investire. Il coinvolgimento delle associazioni culturali, in particolare quelle impegnate nello spettacolo dal vivo, da quelle che si occupano di prosa a quelle che si occupano di musica, danza, eccetera, appare indispensabile. Ma una gestione partecipata è nelle corde dell’Arengo?
f.d.m.
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