Ospedale unico, continuano i “posizionamenti”. Dopo la richiesta della Regione ai sindaci sui siti idonei da tenere in considerazione, si fa sentire anche la Cisl che pensa più al “contenuto” del futuro plesso che alla dislocazione del “contenitore” «Dopo il lento, costante depauperamento dei servizi sanitari Piceni -afferma la segreteria provinciale della Funzione Pubblica- in favore dei territori più a nord delle Marche, grazie anche agli sforzi profusi dalle rappresentanze sindacali, sembra che l’attuale giunta regionale, preso atto delle penalizzazioni inferte al territorio, come esplicitamente dichiarato in più occasioni dal presidente Ceriscioli, intenda procedere ad effettuare adeguati investimenti sulla sanità Picena.
Ospedale Mazzoni (foto Vagnoni)
In tale contesto la Cisl ritiene che la maggiore preoccupazione non debba essere quella della eventuale dislocazione dell’Ospedale Unico, quanto del contenuto di detta struttura e soprattutto della complessiva organizzazione sanitaria territoriale. Al fine di assicurare a tutti i cittadini marchigiani il doveroso, equo trattamento, l’Ospedale Unico non potrà che sviluppare branche specialistiche di eccellenza, continuando ad essere affiancato dalle attuali due strutture di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto, che dovranno rimanere al servizio dei rispettivi territori nella configurazione di ospedali di comunità con annessi servizi ambulatoriali dalle elevate prestazioni sanitarie».
Quali nel dettaglio? «Nella nuova configurazione ospedaliera -prosegue il sindacato- inoltre, dovranno trovare adeguata collocazione le attuali, peculiari, qualificate Unità Operative di emodinamica, ematologia, anatomia patologica, medicina nucleare con relativa PET, radiologia interventistica, già destinatarie di apprezzati investimenti da parte della Regione Marche, l’ampliamento del servizio di radioterapia, attualmente disponibile solo nelle ore antimeridiane, il potenziamento delle unità di di ortopedia, cardiologia, nefrologia-emodialisi ed oculistico-otorino, tutte fonti di cospicua mobilità attiva per la stessa Regione nonché la riapertura di malattie infettive.
Il nosocomio di San Benedetto
Il nuovo sistema dovrà essere indubbiamente supportato da un servizio di prevenzione capillarmente diffuso sul territorio.
La Cisl -conclude- chiede pertanto al Presidente Ceriscioli di dare concretezza alle assicurazioni fornite alla cittadinanza Picena attraverso la revisione dell’attuale sistema di finanziamento delle Aree Vaste a partire dall’assegnazione dei budget 2018 i quali, iniquamente, sono stati decurtati in modo lineare per tutti i territori nella misura del 2% con i conseguenti negativi riflessi, in particolare, sulle dotazioni organiche nonché la tempestiva presentazione di un nuovo Progetto Sanitario Piceno, supportato dai relativi finanziamenti».
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