Cercansi maggioranza
nel Paese ingovernabile

POST VOTO - L'ex sindaco ed esponente di primo piano di Forza Italia analizza l'esito delle elezioni politiche di domenica 4 marzo: «Nessun sistema elettorale può garantire la governabilità se l'elettorato è diviso in tre schieramenti numericamente (quasi) simili, ma politicamente irriducibilmente tra loro avversi»
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di Nazzareno Cappelli*

Da tutti i dibattiti televisivi che si svolgono in questi giorni, vista la difficoltà di creare una maggioranza politica omogenea, si discute sulla possibilità di costituire un nuovo governo in vario modo titolato, – istituzionale, – del presidente, – di tutti i partiti, – di scopo, con l’obiettivo di tirare avanti per alcuni mesi, approvare il DEF (Documento di Economia e Finanza) e soprattutto di preparare una nuova legge elettorale, visto che l’attuale, da tutti oggi criticata, non ha dato un vincitore.
Chi parla di una nuova legge elettorale che possa risolvere una volta per tutte la governabilità dell’Italia o è in malafede o non conosce i vari sistemi elettorali vigenti nei paesi delle democrazie occidentali.
Esaminiamo a grandi linee e con leggera approssimazione dei dati, i risultati della recente consultazione elettorale per la Camera dei Deputati, ricordando che la maggioranza necessaria per governare è di 316 seggi.
CENTRO DESTRA 37%
CINQUE STELLE 32%
CENTRO SINISTRA 23%
Con l’attuale sistema elettorale – 2/3 proporzionale, 1/3 maggioritario – i seggi così saranno probabilmente distribuiti (manca ad oggi la distribuzione di circa 20 seggi):
CENTRO DESTRA 267
CINQUE STELLE 228
CENTRO SINISTRA 118
Se si fosse votato con un sistema interamente proporzionale il risultato sarebbe stato il seguente:
CENTRO DESTRA 233
CINQUE STELLE 205
CENTRO SINISTRA 143
Se si fosse votato con un sistema interamente maggioritario, supponendo che negli ulteriori collegi uninominali il risultato sarebbe stato identico a quello del più grande collegio uninominale esistente (previsione possibile ma non probabile), il risultato sarebbe stato il seguente:
CENTRO DESTRA 330 (quindi maggioranza assoluta)
CINQUE STELLE 264
CENTRO SINISTRA 72
Questa proiezione presuppone ad esempio che, spacchettando il collegio uninominale di Ascoli Piceno, S. Benedetto del Tronto, Fermo ed altro, vinto dai Cinque Stelle, in tre collegi, il risultato sarebbe stato lo stesso in ogni collegio.
Risultato possibile ma non probabile in tutti i collegi della penisola.
In Europa esistono due sistemi maggioritari che negli anni hanno dato risultati certi: quello inglese a turno unico e quello francese a doppio turno; esistono poi due altri sistemi molto apprezzati da politici e costituzionalisti italiani che sono quello tedesco e quello spagnolo.
Orbene con i risultati elettorali che si sono avuti in questi paesi solo il sistema francese, uninominale a doppio turno, ha dato un vincitore certo, Macron, il quale però, non dimentichiamolo, al primo turno ha ottenuto solo il 25% dei voti.
In Germania, malgrado un sistema elettorale che per sessant’anni ha dato vincitori certi, il Governo si è fatto in questi giorni dopo sei mesi di estenuanti trattative.
Se tutto ciò è vero, quale legge dovremmo adottare in Italia per non rendere il paese ingovernabile?
Molti propongono il premio di maggioranza; ma con i risultati ottenuti tale premio dovrebbe essere molto alto. Esempio: per dare la maggioranza al centro destra che ha ottenuto il 37% dei voti occorrerebbe un premio di maggioranza del 14% (che è veramente spropositato).
Altro sistema è quello quasi simile dell’attribuire la maggioranza alla coalizione che ha avuto un voto in più delle altre e, anche qui, il centro destra, col 37% dei voti, potrebbe governare da solo.
E’ quanto accaduto nelle regionali del Lazio dove Zingaretti, col 33% dei voti, e quindi col 67% di voti contrari, governerà per cinque anni la regione: con tale sistema si garantisce la governabilità, ma non la rappresentatività, perchè il 67% non vale nulla.
L’ultimo sistema a questo punto disponibile è quello del maggioritario a doppio turno (alla francese), che è il sistema adottato per l’elezione dei sindaci.
Ma anche questo non darebbe la garanzia di ottenere maggioranze sicure, vista la tripartizione geografica dei risultati elettorali.
Ma tutto ciò accade per un’unica ragione.
Se il corpo elettorale italiano è diviso in tre blocchi (37% – 32% – 23%) e questi blocchi sono difficilmente coalizzabili, la costituzione di un governo stabile e duraturo resta una chimera.
Nessun sistema elettorale può garantire la governabilità se l’elettorato è diviso in tre schieramenti numericamente (quasi) simili, ma politicamente irriducibilmente tra loro avversi.
Poiché quindi sarà difficile fare una nuova legge elettorale e sarà sicuramente impossibile sciogliere le attuali camere perché gli eletti vorranno rimanere in Parlamento per cinque anni, occorrerà aspettare parecchi mesi, come in Germania, per costituire un governo.
Sarà necessario però, dopo molti tentativi infruttuosi, che ogni schieramento rinunci a parte della propria identità e a molti dei punti programmatici presentati agli elettori.

*notaio ed ex sindaco di Ascoli 

 


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