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Aperta la mostra su Cola dell’Amatrice
«Nelle Marche, la più importante del 2018»
Investimento post sisma di 600.000 euro Foto

ASCOLI - L'esposizione visitabile fino al 15 luglio tra la Pinacoteca e la sala nel chiostro di San Francesco. Tante le prenotazioni per uno degli eventi più attesi dell'anno. Il sindaco Castelli: «Filotesio ha dipinto e scolpito lo skyline della città». Oltre 60 opere, tra cui anche Raffaello, Perugino, Pinturicchio e Signorelli
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di Franco De Marco 

(foto di Andrea Vagnoni)

Molto bella e straordinariamente interessante, per l’occhio e per la testa, la mostra “Cola dell’Amatrice da Pinturicchio a Raffaello” chi si è aperta ufficialmente oggi nella Pinacoteca civica e nella Sala Cola dell’Amatrice (Chiostro di San Francesco). Si tratta di un investimento notevole, 600.000 euro, 300 provenienti dal Ministero dei beni culturali e 300 dalla Regione Marche, più altri contributi locali, con l’obiettivo di attirare sul capoluogo piceno l’attenzione degli appassionati d’arte, o semplici cultori del bello, di tutta Italia.
Ci sono già molte prenotazioni e la responsabile dell’ufficio stampa, Rosi Fontana, conferma l’interesse di tante testate nazionali che dedicheranno all’avvenimento ampi servizi. Il territorio devastato dal terremoto mette sotto i riflettori il suo straordinario patrimonio artistico stimolando un turismo culturale che, nonostante la “materia prima”, ancora non riesce a decollare.
Cola dell’Amatrice, detto il Filotesio, all’anagrafe Nicola di Pier Gentile da Filetta di Amatrice (1480 circa – Ascoli Piceno ante 1552), per 40 anni ha operato nel capoluogo piceno ed ha regalato capolavori per la verità per molto tempo sottovalutati. Negli anni Settanta fu Federico Zeri a esaltare l’opera di questo pittore. Ora sono i curatori della mostra, Luca Pezzuto e Stefano Papetti, a far uscire definitivamente Cola dell’Amatrice dal cono d’ombra e a metterlo tra i grandi del Rinascimento. Una mostra assolutamente da vedere.

Papetti e Pezzuto

Cola dell’Amatrice, nato ad Amatrice, vissuto a lungo ad Ascoli Piceno, e spesso in viaggio per Roma dove assisteva quasi da scolaretto ai cantieri dei grandi artisti, come Raffaello, può essere definito anche il pittore della strada Salaria. Non un provinciale, ma un artista nato e attivo in provincia con la visione di Roma. Dalle idee innovative. Sono sessanta le opere esposte provenienti da prestigiose istituzioni museali come la Pinacoteca Vaticana e i Musei Capitolini. Ci sono opere di Raffaello, Perugino, Pinturicchio e Signorelli. «Non richiami per le allodole ma opere fondamentali per capire la produzione di Cola», fa notare Papetti, vero regista dell’operazione. C’è tutto il percorso di formazione dell’artista attraverso i rapporti e le reciproche influenze con i grandi pittori del suo tempo. «Cola dell’Amatrice  sottolinea il sindaco Guido Castelli– ha disegnato lo skyline di Ascoli. Ha dipinto e scolpito la città. Questa è una mostra anche identitaria e invito tutti gli ascolani a visitarla». Fabio Urbinati, capogruppo del Pd al Consiglio regionale, in rappresentanza della Regione, sottolinea: «La mostra più importante delle Marche nel 2018. E’ una punta di diamante del progetto “Mostrare le Marche” che sono sicuro porterà turisti e svilupperà l’indotto. Vogliamo mettere in mostra il nostro patrimonio artistico”. Cultura e arte sono i pilastri della rinascita dopo le difficoltà derivanti dal terremoto». Porta il saluto anche l’assessore comunale alla cultura Giorgia Latini che fa il suo debutto ufficiale come onorevole.

Pezzuto davanti a un’opera

Tra le opere più importanti in mostra, esposte per la prima volta dopo il restauro, come mette in rilievo Papetti, ci sono, provenienti dalla Biblioteca Civica di Fermo, i fogli del taccuino di Cola con studi di opere di altri autori, progetti, ricette per la fabbricazione di vernici e colori, indicazioni iconografiche, che danno vita ad uno zibaldone indicativo della vasta cultura di Cola e del suo modus operandi. Come definire la pittura di Cola? «Rustica maniera», ha coniato Pezzuto, che a Cola ha dedicato studi molto profondi e forse oggi ne è il massimo studioso. Per comprendere il valore di Cola dell’Amatrice da segnalare uno scritto di Giorgio Vasari (1568) che fa bella mostra all’entrata dell’esposizione: «Fu ne’ medesimi tempi Nicola, detto comunemente da ognuno maestro Cola della Matrice, il quale fece in Ascoli, in Calavria et a Norcia molte opere che sono notissime, che gl’acquistarono fama di maestro raro e del migliore che fusse mai stato in que’ paesi». Anche la vice presidente della Regione, Anna Casini, ha commentato l’apertura della mostra. «Un altro grande evento culturale – dice – vede Ascoli Piceno protagonista nell’ambito del ciclo “Mostrare le Marche”, nel solco di quel programma più ampio su cui la Regione Marche ha fortemente investito per la promozione e valorizzazione dei territori colpiti attraverso la divulgazione del patrimonio artistico e l’affermazione dell’ identità culturale. Un progetto pensato per far riscoprire i tanti capolavori e i più diversi saperi locali ma anche per destagionalizzare l’offerta turistico-culturale nell’ottica di diffondere il messaggio che siamo una regione in mostra tutto l’anno. Un’ulteriore segno di attenzione verso il territorio con questa preziosa esposizione – ha proseguito la vicepresidente – che rappresenta anche un esempio positivo di sinergie e collaborazioni tra Enti e propone una interessantissima connessione culturale con un’altra regione colpita, il Lazio».

Apertura dal martedì alla domenica e lunedì festivi e prefestivi: Pinacoteca civica 10-19 e Sala Cola dell’Amatrice 11-13 e 15-19.

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