Sanità, allarme dell’Usb
«Per i 150 precari subito
stabilizzazione o proroga per un anno»

ASCOLI - Pesanti accuse del sindacato a Asur e Area Vasta 5 per la mancata erogazione dei fondi per produttività, disagio e straordinari. Dopo tre diffide, l'esposto alla Corte dei Conti. Giuliani: «Piceno un bancomat per le altre strutture delle Marche»
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I rappresentanti sindacali dell’Usb Monica Vasta, Mauro Giuliani, Nadia Pedicelli e Alberto Ferranti

di Franco De Marco

«L’Asur ci nega il confronto sull’erogazione dei fondi  per la produttività, gli straordinari, il disagio e i festivi infrasettimanali. L’Asur ci toglie i soldi previsti. Chiediamo la stabilizzazione dei 150 precari oggi esistenti dell’Area Vasta 5 o almeno, subito, la proroga di un anno dei contratti a tempo determinato per poter almeno garantire i Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr)».

L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli (Foto Vagnoni)

Lancia un duro attacco alla gestione della sanità nelle Marche e ad Ascoli Mauro Giuliani, infermiere, rappresentante nella Rsu dell’Unione sindacale di base (Usb) affiancato da Monica Vasta, amministrativa, Alberto Ferranti infermiere del 118 e Nadia Pedicelli infermiera di Pediatria. Sarà che il 17, 18 e 19 aprile si voterà per il rinnovo della Rsu dell’AV5 ma l’Usb non le manda a dire. Dal racconto dei rappresentanti di questo sindacato emerge una situazione molto preoccupante non in grado di far fronte a tutte le esigenze dei pazienti. Probabili altre manifestazioni di protesta per difendere i diritti del personale che nell’AV5 ha superato le 2.000 unità. Giuliani dice anche: «La sanità picena così non può andare avanti. Non è tollerabile che sia il bancomat delle altre strutture marchigiane. I dati parlano chiaro: se nelle Marche la sanità ha ogni anno 69 milioni di euro di mobilità passiva. Nel Piceno, invece, la mobilità attiva porta in cassa 45 milioni. Allora o si deve creare l’Azienda ospedaliera Marche Sud o si deve tornare a dare autonomia alle singole Aree Vaste come un tempo. Ricordate quante cose si realizzavano al tempo del direttore generale Mario Maresca?».

L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

Giuliani annuncia che dopo tre diffide, ultima il 30 gennaio scorso, per sollecitare la riapertura del tavolo regionale per la contrattazione, da 5 mesi il sindacato non ha avuto risposte e il tavolo non è stato attivato. Di conseguenza il 20 marzo è stato depositato un esposto alla Corte dei Conti. «Non solo c’è stato nel Piceno il taglio annuale di un milione di risorse, ma ci sono stati sottratti anche 260.000 euro per l’indennità di disagio. I fondi per la produttività sono regolarmente previsti  e una volta che il Nucleo di valutazione si è espresso  non possono non essere erogati». «Noi non ci stiamo a questo atteggiamento dell’Asur e dell’AV5.- accusa Giuliani – Ancora non è stato pagato l’acconto del 50% della produttività 2017 e siamo quasi a metà 2018. Così come non è stato pagato il saldo dei 264.000 euro per la produttività 2016. E’ un atteggiamento vergognoso. E non vengono più pagate le maggiorazioni per il festivo infrasettimanale».

Giulietta Capocasa, direttore generale di Area Vasta 5

La diffida dell’Usb ad Asur e AV5 riguarda l’erogazione difforme rispetto all’accordo sottoscritto  creando una disparità di trattamento in particolare su festivi infrasettimanali. Ci sarà anche un’azione in Tribunale. Il quadro che fa l’Usb è preoccupante. In Ortopedia solo due infermieri e una Os per turno. E si opera tutti i giorni. Monica Vasta ammette che l’organico degli amministrativi è quello che sta meglio ma ritiene indispensabile una ricognizione dei carichi di lavoro e «una più equa distribuzione». Alberto Ferranti invece denuncia una grave carenza per quanto riguarda gli autisti delle ambulanze del 118 costretti a turni e reperibilità senza riposi. «Siamo sotto organico – afferma – ne mancano almeno due».  E questa situazione porta al ricorso massiccio ai mezzi privati con notevoli esborsi del pubblico. Perché allora non coprire i vuoti di organico esistenti? Annuncia però una battaglia vinto dopo il ricorso al Tar e alle vie legali per quanto riguarda la presenza di 4 infermieri fissi al Pronto Soccorso, per codici bianchi e verdi, che invece venivano anche utilizzati anche per gli equipaggi. «La coperta è comunque troppo stretta.- afferma –  Si gioca quotidianamente a risiko. E’ stato detto che c’è una postazione in più per i trasporti secondari ma in realtà ce n’è una in meno».


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