Quasi un milione e mezzo di italiani ha seguito in tv la trasmissione “Boss in incognito” andata in onda dal salumificio Sano di Accumoli, uno dei comuni simboli del terremoto del 24 agosto insieme ad Amatrice ed Arquata. Le storie dei dipendenti, ma anche quella di Gianfranco Castelli , proprietario dell’azienda, fondato nel 1984 e specializzato nella produzione di prosciutti e salumi, hanno tenuto incollati alla tv i telespettatori, appassionati da un numero speciale del docu-reality condotto da Gabriele Corsi. Nel dettaglio la trasmissione ha interessato 1.428.000 italiani pari al 5,8% di share. Tanta emozione, perché non si è parlato solo di impresa e lavoro, ma anche di terremoto e voglia di ripartire.
Bachisio Ledda
Prodotto in collaborazione con Endemol Shine Italy, questa ultima edizione, ha narrato le gesta dei boss e il conduttore, Gabriele Corsi, li ha affiancati durante la loro avventura sotto copertura nei vari reparti dell’azienda.
Tra i protagonisti, anche due imprenditori che orbitano nel Piceno come Bachisio Ledda, sardo ma ormai abruzzese di adozione fondatore e presidente di Mail Express Group, che da qualche mese gestisce anche la corrispondenza del Comune di Asocoli nonchè editore dell’emittente sambenedettese Vera Tv. Insieme a Ledda anche il “boss” del Maglificio Gran Sasso di Sant’Egidio, Guido Di Stefano, anche lui ascolano di adozione. Entrambi erano già stati protagonisti di una puntata di Boss in incognito quando si erano mischiati in mezzi ai loro collaboratori scoprendone pregi e difetti insieme ad una forte dedizione alla causa aziendale. Ledda e Di Stefano, hanno colto al volo l’appello del collega Castelli, e, insieme, hanno dato un importante messaggio di solidarietà a tutti i cittadini che si sono ritrovati a vivere questa tragica esperienza. Parole chiave per Bachisio Ledda sono: coraggio e forza, che, del resto hanno sempre contraddistinto la sua vita professionale e privata.
Presenti anche altri “boss” come Eugenio Preatoni (Domina Vacanze), Giuseppe Di Martino (Pastificio Di Martino) e Federico Lombardo di Monte Iato (Azienda Vinicola Firriato).
Guido Di Stefano
Bachisio Ledda ha fatto ritorno nel programma calandosi sotto mentite spoglie e lavorando seguendo le indicazioni del tutor Sergio, vero dipendente del salumificio Sano, che ha insegnato al “nuovo arrivato” la marchiatura a fuoco di prodotto dop, dando prova di sapersi destreggiare anche in un settore differente dal proprio, impegnandosi nelle attività di produzione all’interno del salumificio a fianco dei veri dipendenti di Castelli, ma soprattutto, assieme agli altri “boss” protagonisti della trasmissione, ha dato il suo sostegno solidale mostrando doti di sensibilità e grande attenzione verso il prossimo.
Ledda è rimasto colpito dalla storia del ragazzo e ha regalato a Sergio e a Gianfranco Castelli dei consigli su come migliorare l’azienda. Tra gli obiettivi, la testimonianza dell’importanza di iniziative del genere, con l’idea di riscoprire la cultura agroalimentare del territorio, tradizioni che altrimenti sarebbero andate perdute, specie quelle delle aree colpite dal sisma. Anche Di Stefano, pur costantando una iniziale “diffidenza” del collega di lavoro alla fine ne ha apprezzato le doti umane e lavorative annunciando anche l’intitolazione della nuova sala riunioni aziendale alla memoria di una giovane vittima del sisma, Andrea Tomei di Amatrice.
Una grande costante di questa edizione è stata l’umanità con cui si sono inquadrati i volti e le storie dei dipendenti, e in ciascuna puntata si è sempre lasciata intendere una morale di fondo, ad esempio per quanto riguarda l’esito positivo per i dipendenti nel responso del boss fintanto da annullare completamente gli errori, gravi o meno che siano stati, dei lavoratori.
Da boss a operaio: Di Stefano di nuovo in tv nell’azienda simbolo del sisma
Ledda e Di Stefano, boss in incognito nel salumificio simbolo del sisma
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