L’autoscontro e un operaio intento alla potatura degli alberi
“Il titolare dell’attrazione (ovvero l’autoscontro, ndr) ha presentato una richiesta, ma in data 1 aprile 2018 (il giorno di Pasqua, ndr) la Polizia Locale ha effettuato un controllo rilevando che l’esercizio mancava di licenza di pubblico spettacolo, di agibilità e di autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico e contestando quindi violazioni sia di carattere amministrativo che penale”.
L’autoscontro della discordia
DIECI GIORNI – Questa è la nota (senza numero e senza firma alcuna) dell’Amministrazione Piunti inviata alla stampa ieri 9 aprile. Da questo passaggio si deduce come l’autoscontro in regola ha ben poco, a leggere la legge 241/90, articolo 10 bis.
Questo dà dieci giorni per la presentazione della documentazione richiesta da parte del gestore l’autoscontro. Il conteggio inizia dall’arrivo della raccomandata del Comune di San Benedetto al domicilio del titolare o gestore dell’attrazione. Domicilio che, nel caso, sembra essere in “Via della casa Comunale” in un paese dell’anconetano. In pratica il gestore ha domicilio “in Comune”
Da ora in avanti tutto viaggerà sul binario previsto da una Legge “ante Internet” e con una Pec (Posta elettronica certificata) ancora da venire. Però, almeno questo, che il titolare dell’autoscontro ritiri o meno la raccomandata, entro 10 giorni deve far pervenire la documentazione a sostegno della richiesta di licenza.
Scommettiamo, sul sicuro, che pur essendo sotto gli occhi di tutti l’autoscontro si sposterà dopo il ponte del Primo maggio, e non pagherà un centesimo alle casse comunali (ovvero, di tutti noi)?
Non sappiamo come andrà il penale, ma se tanto mi dà tanto…
Abbiamo provato a chiedere lumi al vice sindaco, e al dirigente all’Urbsnistica, ma… tutti tacciono.
CI SI SCONTRA O NO? – Scusate, in attesa di avere la documentazione “difensiva” del titolare, l’autoscontro è ancora in funzione? Se sì, come e perché?
QUALCUNO METTE LE MANI AVANTI – Intanto questa mattina, dopo le polemiche, per incanto proprio nel tratto dell’ex galoppatoio, lungo viale dei Tigli, adiacente (per non dire attaccato) alla giostra sono apparsi due operai di una ditta vivaistica i quali, con tanto di gru e cestello, stavano alacremente potando quel poco rimasto degli alberi dopo che alcuni grossi rami (colpevoli di non far posizionare l’autoscontro) erano già finiti nel fuoco. Ci chiediamo: ma si sarebbe mai proceduto a una così “radicale” potatura proprio di quegli alberi se non ci fosse stato il bisogno di sistemare l’autoscontro? Se, e pensiamo di sì, il taglio dei grossi rami prima di Pasqua era autorizzato, vuol dire che chi di dovere sapeva bene cosa ci sarebbe stato installato. Ma se non c’era licenza da parte del Comune, perché creare lo spazio? Sarà che, al solito, i vari uffici di viale De Gasperi non si parlano tra di loro?
RES PUBLICA – Dopo i dieci anni di “GiovanniGaspariSindaco” (di cui cinque sicuramente di troppo), si pensava fosse difficile, se non impossibile, fare di peggio. Ci siamo ricreduti: “PasqualinoPiuntiSindaco” sta facendo poco, ma al confronto Gaspari è stato un gigante nell’amministrare la “roba pubblica”, ovvero di tutti noi.
(epi)
Caso autoscontro di via dei Tigli, botta e risposta Pd-Comune
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