La sede della Ciip (Foto Andrea Vagnoni)
di Renato Pierantozzi
Nove domande per la selezione da “addetto esperto contabile amministrativo” in scadenza il 30 aprile; 4 per quelle da “assistente tecnico amministrativo” e “operaio specializzato polivalente”; 21 per “addetto clientela”, tutte e tre in scadenza il 18 maggio. La Ciip cerca personale da assumere a tempo determinato e poi da stabilizzare in futuro, ma ancora le domande vanno a rilento al punto da far intervenire pubblicamente i vertici aziendali. I bandi sono consultabili e scaricabili sul sito web. C’è da dire che sono previsti limiti di età (35 – 40 anni) a seconda dei profili che di fatto tagliano fuori tanti aspiranti lavoratori.
Pino Alati
«Stiamo ridisegnando l’azienda -dice il presidente Pino Alati– che è un patrimonio di tutto il territorio da salvaguardare e a cui dobbiamo dare un futuro». La Ciip è alle prese ancora con gli strascichi del terremoto che ha determinato ingenti danni alla rete acquedottistica soprattutto nel primo tratto Pescara del Tronto-Capodacqua-Borgo per cui l’azienda ha già approntato, di tasca sua, lavori in somma urgenza per 900.000 euro e di cui forse non otterrà rimborsi. «Siamo andati troppo veloci per i tempi della protezione civile pur rispettando le procedure dell’Anac (autorità anticorruzione)», fanno notare i dirigenti dell’azienda che attende anche lo sblocco dei fondi (27 milioni) per rifare il primo tratto della rete del Pescara. Mentre per il tracciato fino a Polesio servono 90 milioni per cui ci sarebbe la speranza di ottenere i fondi speciali per le dighe e gli acquedotti previsti nell’ultima finanziaria e che grazie alla sua “virtuosità” aziendale la Ciip potrebbe ricevere. Resta, però, l’allerta sulle sorgenti visto che solo quella di Foce di Montemonaco ha perso quasi la metà della portata (da 600 a 300 litri al secondo), mentre quelle di Pescara e Capodacqua avrebbero recuperato anche se dopo il sisma ne sono “sparite” altre tre minori. La buona notizia è che entro l’estate potrebbe entrare in esercizio l’acquedotto di soccorso di Castel Trosino in grado di immettere nella rete almeno 50 l/s per la città di Ascoli. L’azienda ha chiesto alla Regione il riconoscimento dello stato di crisi idrica anche in un recente incontro con il presidente Luca Ceriscioli e la vice Anna Casini a cui è andato il ringraziamento di Alati. Da Roma intanto è arrivata la prima tranche dei rimborsi (5 milioni) per le bollette sospese non pagate dopo la sospensione post sisma. Si attende a breve la seconda rata da 7 milioni. Mentre dall’assicurazione sono giunti appena 400.000 euro per i danni del terremoto a fronte di danneggiamenti pari a 10 volte tanto. Rinnovato anche l’appello ad un consumo morigerato dell’acqua soprattutto per le utenze che non la pagano nei comuni del cratere. Non mancano però i casi limite come alcune aziende dell’area montana che starebbero utilizzando acqua corrente per la produzione al posto di quella dei pozzi per evitare di pagare le spese di energia elettrica per il sollevamento.
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