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Veggente di Quinzano,
interviene la Diocesi:
«Non c’è nulla contrario alla religione
Sospeso il giudizio sul soprannaturale»

ASCOLI -Sul caso di Cristian Del Vecchio arriva una nota della Curia: «L’inchiesta canonica si è chiusa in questa prima fase con il pronunciamento “pro nunc nihil obstare” non essendo emersi ad oggi elementi contrari alla disciplina della religione cattolica»
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Dopo il ritorno nel Piceno del presunto veggente Christian Del Vecchio, a cui la Diocesi ha affittato la canonica di Quinzano di Force, e finito più volte alla ribalta dei media nazionali arriva la presa di posizione della chiesa ascolana. «A esclusivo conforto della Comunità dei fedeli -informa la nota della Diocesi- e di quanti amano ricevere ufficiali notizie, a nome del Vescovo di Ascoli Piceno ben consapevole del suo mandato ecclesiastico, quest’Ufficio ritiene doveroso intervenire con la dovuta chiarezza sulla vicenda che coinvolge il sig. Del Vecchio Christian, con l’Associazione AMARLIS, domiciliato nella canonica della parrocchia di Quinzano, Force (AP), evidentemente oggetto d’interesse diffuso.

Il vescovo Giovanni D’Ercole

Secondo le “Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni”, emanate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e seguendo la comune prassi ecclesiale, il Sig. Del Vecchio è stato sottoposto ad una indagine canonica specificamente istruita nel pieno rispetto delle procedure previste in “subiecta materia”. L’inchiesta canonica ha condotto una vigile e prudente analisi della vita e dell’attività del Sig. Del Vecchio Christian e si è chiusa in questa prima fase con il pronunciamento “pro nunc nihil obstare” (per ora nulla osta), non essendo emersi ad oggi elementi (atti o fatti) contrari alla disciplina della religione cattolica e/o violazioni di precetti morali, civili e penali. Quest’Ufficio informa inoltre che, mentre proseguono i previsti accertamenti e il necessario monitoraggio, ogni pronunciamento circa le questioni di carattere mistico e/o soprannaturale è sospeso in attesa d’indispensabili approfondimenti secondo quella prudenza che contraddistingue ogni indagine di questo tipo. È infine dovere di quest’Ufficio assicurare che la comunità può dunque rimanere in pace avendo consapevolezza che le autorità ecclesiastiche coinvolte, ciascuna in base alla propria competenza, sono presenti e attive quotidianamente a salvaguardia del deposito della fede e della disciplina ecclesiastica».

(servizio in aggiornamento)


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