di Luca Capponi
Freddo pungente, come le sue parole a volte sanno essere. Non solo, però. Levità, erotismo, rabbia, introspezione, sensibilità sono parti nodali dell’universo di Cristiano Godano. Così come una finezza che gli è propria comunque vada. Poi, sul clima si può sempre discutere, sorridendo: «Ditemi la verità, d’estate pure è così?». Ma sulle canzoni no: «Sono figlie di un processo creativo che non può essere associato all’immediatezza: occorre ponderare, lavorare, adattarle, prendersi il tempo necessario. Non credo in chi sostiene che l’arte sia figlia dell’istinto. D’altronde, se lo stesso Dio per fare il mondo di giorni ce ne ha impiegati sette…».
“Musica e parole” del mondo Marlene Kuntz, nella tarda serata di venerdì 18 maggio, hanno intriso di “bellezza” (come un loro pezzo del 2005) la serata organizzata dal Dejavu di Sant’Egidio, che dà appuntamento con l’ultimo live della stagione al prossimo 26 maggio quando sul palco ci sarà Mirkoeilcane.
Dal poeta russo Osip Mandelstam, morto nei gulag, fino a Gianni Maroccolo («La nostra chioccia, per noi è stato tutto, amico, musicista, consigliere; è un rapporto che va avanti ancora oggi»), audiocassette, Nick Cave e Leonard Cohen, album d’esordio, lettere scritte a mano, Ivan Graziani, cantanti che trovano la formula vincente e ripetono sempre quella («In Italia ce n’è uno in particolare che ha fatto fortuna facendo per anni la stessa cosa, ovviamente non vi dirò chi è neanche sotto tortura, anche se lo state pensando tutti…») ed un universo fatto di canzoni indimenticabili come “Lieve”, “La canzone che scrivo per te”, “Danza”, “Musa” e, in chiusura, l’immancabile “Nuotando nell’aria“. A “stuzzicare” Godano, sempre in forma a dispetto dei suoi 51 anni, le domande di Stefano Ciampini, per quasi due ore filate via in un soffio; non una festa mesta, ma un benefico “girare intorno” alla poesia. Che ti fa dimenticare persino il freddo.
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