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Un Camposanto di erbacce:
degrado dentro al cimitero

SAN BENEDETTO - Appena si entra, ci si trova davanti una piccola giungla urbana, con le erbacce che hanno invaso le tombe a terra. Visto che nessuno pulisce, proponiamo l’ingaggio di una capretta
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di Epifanio Pierantozzi
Non c’è bisogno di scomodare un gregge di pecore. Basta una capretta per un paio di giorni e si risolverebbe l’ennesimo caso di “indecoro cittadino”. Parliamo della nostra casa futura dove un piccolo camposanto è pian piano stato invaso dalle erbacce, e per trovare le tombe dei propri cari ci si deve attrezzare come per un safari nella giungla.
Eppure il cimitero, per chi non lo avesse capito, di San Benedetto ha un suo decoro e, forse anche per la costante presenza di parenti e amici dei defunti, non è certo in stato di abbandono.
Però il biglietto da visita, il primo camposanto appena entrati, testimonia il contrario. Erbacce incolte danno l’idea di abbandono, i rami secchi di un cespuglio ai piedi del Cristo in marmo sembrano un groviglio di rovi da cui uscire solo grazie a un miracolo. 
Non sappiamo come e perché non si provveda a ripulire i neanche cento metri quadrati di “erbacce urbane”, ma ci sembra di avvertire come dietro ci sia come un braccio di ferro tra gli addetti al cimitero e i responsabili dietro la scrivania su cosa si debba fare, come e con che mezzi. Per nostro conto possiamo solo segnalare il “degrado cimiteriale”, non senza ricordare come a fine anno un po’ tutti reclamano il premio di produttività… di erbacce.
Chiudiamo con una modesta e non richiesta proposta: si dia vita a una onlus (totalmente gratuita per le povere casse comunali già dissanguate dai premi produzione… di che?) di cittadini che più frequentano il cimitero e si permetta loro di tenere pulito l’intero camposanto. Siamo sicuri che in breve questo “paese di morti” diventerà uno specchio, e così il bilancio comunale ne avrebbe beneficio risparmiando i famosi “premi di produttività”. 

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