Ancora una volta, per errori umani si dà colpa alla natura. È per questo che il Comune ha disposto l’abbattimento di 20 tigli in via Pasubio a Porto d’Ascoli. È per questo che fino a sabato 9 giugno la ditta Vivai Campanelli si occuperà di questa operazione insieme alla sostituzione.
“Il 4 maggio scorso – riporta una nota del Comune – durante una mattinata di maltempo, una di quelle piante si è schiantata al suolo, per fortuna senza provocare danni”. Dopo quell’episodio, il servizio Aree verdi ha proceduto alla verifica biostatica strumentale. Con il metodo Vta, che permette il riconoscimento di sintomi esterni caratteristici delle piante, sono anche stati identificati i soggetti arborei a rischio statico. L’indagine ha portato alla conclusione che occorreva abbattere 20 piante sulle 35 esistenti in quanto rientranti in una classe di rischio di “estrema propensione al cedimento.
Il tema di pericolosità connesse al verde cittadino non è una novità. Già nel 2012 fu eseguita analoga verifica statica sugli stessi alberi e, già in quell’occasione, altri furono smantellati. Per poi essere sostituiti dalle stesse piante che oggi vengono abbattute. Recentemente programmi di rilievo nazionale come “Chi l’ha visto?” hanno contribuito al dibattito sugli incidenti evitabili da scelte politiche accorte.
Quel che più lascia perplessi è la dichiarazione conclusiva del Comune: «In ogni caso, alla fine dell’estate nuovi tigli saranno messi a dimora negli stessi punti». Le stesse piante negli stessi punti. Dopo la sostituzione del 2012 conseguente alla stessa verifica che ha – purtroppo – condotto alla medesima conclusione, ha ancora senso piantare tigli in via Pasubio? Risponde a questa domanda l’agronomo Natale Reda. «Da tecnico posso dire che l’uso di questa essenza arborea è una scelta il cui senso dipende da diversi fattori. I tigli – prosegue – sono simboli dello stile liberty italiano». Queste piante cioè, rappresentano il gusto estetico di un’epoca molto lontana dalla nostra per diverse ragioni. Spiega infatti Reda: «Questi alberi non erano costretti negli spazi angusti provocati oggi dall’asfalto». La soluzione? «Creare uno spazio di rispetto tra la pianta e la strada. Se non c’è possibilità di far convivere alberi, strade, attività e piste ciclabili l’opzione migliore saranno oleandri o tamerici. L’albero non è un soprammobile e il portamento di un’essenza arborea deve essere un problema di chi si occupa dell’arredo del verde pubblico».
«Se tolgo un tiglio e lo rimetto – prosegue il tecnico – sto rispettando la vegetazione tipica ma devo anche considerare altri problemi». Lo spazio richiesto da alberi come i tigli non è solo verticale ma anche orizzontale. «Occorre anche considerare l’impatto che la pianta e la sua manutenzione hanno con ogni attività al di sotto. Quando si sostituisce una pianta si parla di un essere vivente, non è come cambiare una panchina».
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