Whirlpool gela i sindacati:
«E’ il piano migliore possibile»

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di Maria Nerina Galiè

«Per i dirigenti della Whirpool Emea il piano industriale 2019-2021 è la migliore opzione possibile per garantire la sostenibilità dei siti. Hanno comunque ascoltato le nostre obiezioni e preso atto delle proposte alternative»: così i sindacalisti a conclusione del tavolo territoriale che si è svolto oggi, 6 giugno, nella sede ascolana di Confindustria. Per Whirpool Emea c’erano Giovanni Buonajuto, direttore risorse umane, Carmine Candeloro responsabile relazioni sindacali e Carlos Ramos general manager area industriale. Con loro Giuseppe Zichella e Pietro Stagno, rispettivamente direttore e capo del personale dello stabilimento di Comunanza e Claudia Nicolai, responsabile relazioni industriali di Confindustria. Era al gran completo la squadra delle rappresentanze sindacali con Alessandro Pompei e Paolo Marini e Giovanni Carnevali (Fiom Cgil); Giuseppe Marucci, Francesco Armandi e Fabio Capolongo (Ugl); Alessandro D’Isabella e Raffaele Bartomioli (Uilm); Romina Rossi e Angelo Forti (Fim Cisl). Le Rsu hanno detto, con malcelata delusione pur non aspettandosi novità sostanziali immediate, che il management ha ritenuto “necessario” operare questa scelta. Lo scopo: riequilibrare i siti di Comunanza e Napoli, portando il primo a quota 400-450 mila, di sole lavasciuga che nelle più ottimistiche delle previsioni aziendali dovrebbero arrivare a 700 mila nel 2021, e spostando a Napoli le lavatrici alto di gamma.

Lo stabilimento di Comunanza

Oltre tre ore di colloquio serrato per sentirsi ribadire motivazioni già ascoltate al Mise lo scorso 17 maggio, per veder nuovamente scorrere le slide e prendere atto che ad oggi nulla è cambiato nei programmi di Whirlpool per il prossimo triennio. Un lungo incontro in cui però gli esponenti aziendali e provinciali di Ugl, Fiom, Fim e Uilm hanno sviscerato punto per punto le criticità del nuovo piano industriale. Hanno espresso ogni perplessità, preoccupazione e lamentela fondata su numeri, dati e discrepanze rispetto a quanto prospettato negli accordi precedenti. Hanno fatto le loro proposte per un programma alternativo e concreto. 

Alessandro Pompei della fiom

«Se dobbiamo essere polo lavasciuga – ha incalzato Armandi – allora dateci le 50 mila a incasso ora fabbricate in Polonia. L’aggiunta di questa piattaforma trainerebbe con poca spesa tutti i prodotti a incasso, che sono 130 mila pezzi». «Stiamo valutando», ha commentato Ramos che però risulta non aver fatto una piega alla richiesta di Armandi e Pompei di portare a Comunanza anche le asciugatrici ora in Slovacchia.   «Con nostro disappunto – ha commentato Bartomioli – per adesso tutto resta invariato, anche se si sono detti disponibili al dialogo e pronti al confronto». «Oggi non ci sono state aperture – ha ribadito Pompei – sull’ipotesi di rivedere il piano 2019-2021. Ci rivedremo il 6 luglio a Roma per sapere se quanto esposto oggi avrà sortito qualche effetto». 

Domani in azienda assemblea sindacale e venerdì l’incontro nel Comune di Comunanza con i parlamentari del Partito Democratico.   


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