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Inaugurata la casetta della speranza
Il vecchio cuore di Cagnano batte ancora

ACQUASANTA TERME - Commozione per un momento altamente simbolico nella frazione per l'85% dichiarata inagibile dopo il terremoto. Grazie alle donazioni, tagliato il nastro del centro di aggregazione ed accoglienza. La storia della cagnetta Sophie, mascotte del paese, che piangeva durante l'esilio in città
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il taglio del nastro della casetta di Cagnano

di Walter Luzi 

Cagnano vive. Grazie all’amore e alla perseveranza dei suoi abitanti. La piccola frazione di Acquasanta Terme, dichiarata inagibile all’85% dopo il sisma torna a rivivere un giorno di festa. Si inaugura infatti Betania la casa dell’accoglienza, anche se per la piccola comunità è, semplicemente, la casetta di tutti loro. Un nuovo centro di aggregazione, accoglienza, condivisione, e di Memoria, nato grazie alla generosa solidarietà di tanti ma, soprattutto dalla loro ammirevole determinazione a non mollare. Per non abbandonare, dimenticare, cancellare i luoghi, le storie, i sapori antichi e genuini del passato.

Come lo stare insieme, il continuare a stare insieme, nonostante tutto, nel posto dove affondano le proprie radici.
La casetta di legno, simbolo di un nuovo inizio per Cagnano, nasce dalla solidarietà toscana e laziale: il Comitato Emergenza e il Comune di Prato, i comuni della val Bisenzio, la ditta Addi di Viterbo che ha donato i prefabbricati in legno a tutto l’Acquasantano. Nasce dalla indispensabile collaborazione dell’Amministrazione comunale, rappresentata alla sobria inaugurazione dalla giovane assessore alla cultura Elisa Ionni. Le famiglie di Domenico Cardi ed Emo e Clara Maranesi hanno messo a disposizione l’area su cui la struttura è sorta; le ditte Giuseppe Desideri & Figli e Pavimarket di Ascoli hanno dato una mano anche loro. La comunità di Moggio Udinese e la famiglia di Mariella Rolando di Torino hanno contribuito per gli allestimenti interni.
La casetta di Cagnano sarà sala di ritrovo e di festa, chiesa e punto di incontro per la piccola comunità. Perché qui la gente vuole restare. Come Sophie. Una cagnetta di diciotto anni mascotte e simbolo longevo del paese. Dell’attaccamento alla propria terra.

La cagnetta Sophie, mascotte di Cagnano

Nell’immediato post-sisma con i suoi padroni era stata infatti trasferita lungo la vallata del Tronto. Ma nel condominio di Pagliare piangeva giorno e notte e così si sono decisi a riportarla a casa. Dove è letteralmente rinata. Adottata e coccolata da chi, come lei, qui è potuto restare, o torna spesso. C’era anche Sophie, con tanto di coccarda tricolore al collo, a festeggiare l’apertura della nuova casetta di legno. C’era il parroco don Piero Camacci a dispensare, dopo mesi di incoraggiamenti, ora l’immancabile benedizione inaugurale. C’erano gli infaticabili tutto fare dell’Associazione Villa Cagnano che in questa opera si sono prodigati, con il presidente, Luciano Valori, e l’anima, Emidio Piccinini. Ma soprattutto c’erano loro, gli abitanti di Cagnano. Le donne, che hanno preparato in casa tante cose buone da mangiare, gli uomini che hanno riaperto le vecchie cantine per un buon bicchiere, i bambini a rincorrersi al sole sull’aia. Come un tempo. Cagnano vive. Rivive negli occhi lucidi di felicità dei più anziani, che si riconoscono nelle foto d’epoca, di antiche feste e fatiche contadine, appese ai muri della nuova casetta di legno. E la loro emozione dice più di ogni grazie. Il vecchio cuore di Cagnano batte ancora. Forte.   

Emidio Piccinini con Sophie


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