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Scritte contro questore e Salvini,
Marchiori: «L’intolleranza viene
anche dalla sinistra»

MACERATA - Il consigliere di FI invita alla «prudenza che dovrebbe indurre tutti a mantenere comportamenti misurati. La sensazione palpabile è che si stiano ingenerando, se non fomentando, pericolose digressioni dal rispetto del pensiero e delle appartenenze politiche altrui»
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Andrea Marchiori

«Le scritte offensive nei confronti del questore Antonio Pignataro e del ministro dell’Interno Matteo Salvini apparse sui muri di Macerata, ancorché immediatamente cancellate, vanno disapprovate con fermezza, non senza interrogarci, però, sul momento particolarmente delicato che la nostra città sta attraversando». Il consigliere comunale di Forza Italia, Andrea Marchiori, lancia così un appello per «non minimizzare le esternazioni di intolleranza provenienti anche dalla sinistra». L’episodio scatenante: le scritte apparse in via Crispi due giorni fa e poi subito rimosse (leggi l’articolo) contro il questore di Macerata e il neo ministro dell’Interno. Per Marchiori «Macerata è da sempre abitata da persone tolleranti, moderate, poco inclini ad astiose dispute di piazza – dice il consigliere -. Dopo i fatti di Pamela e, soprattutto dopo la sparatoria di Traini, la città sembra essere stata assalita da una ansiosa ed esasperata necessità di combattere tutte le forme di fascismo e razzismo, come se tali deprecabili sentimenti appartenessero al nostro tessuto sociale in maniera diffusa e preoccupante. Ormai non si contano più gli appuntamenti dedicati all’antifascismo e all’antirazzismo e addirittura il festival del teatro indipendente “Utovie 2018”, che forse in pochi si sono accorti che si è tenuto in città e che ha beneficiato di un consistente contributo economico (4mila euro) da parte dell’amministrazione, ha avuto il suggestivo compito di domandare agli adolescenti di oggi: “di che razzismo siamo fatti?”. Prendo spunto proprio da questo evento per riportare alcune delle affermazioni contenute nel cartellone: “Bianchi e neri. Dentro o fuori. Da una parte o dall’altra. Della barricata. Giorni di divisioni, lacerazioni, rabbia, paure. Una città divenuta cantiere nazionale di tensioni sociali e politiche inaudite. Venti di rivoluzione.” Ma a ben vedere – prosegue Marchiori -, l’intolleranza nei confronti “dell’opinione alternativa”, esisteva in città anche prima dei cosiddetti “fatti di Macerata” dato che lo stesso Matteo Salvini era già stato bersaglio di lanci di uova ed invettive da parte di attivisti del centro sociale nell’aprile del 2015. La sensazione palpabile è che si stiano ingenerando, se non fomentando, pericolose digressioni dal rispetto del pensiero e delle appartenenze politiche altrui. Occorre riflettere sul percorso che l’amministrazione comunale ha intrapreso per rieducare la cittadinanza e sul rischio che alcuni possano approfittare dell’emozione di rivivere o, meglio, emulare ciò che hanno letto sui libri di storia. Nel citato festival, fortemente volute dal vice sindaco Stefania Monteverde, è stato proposto questo tema: “Utovie quest’anno si immagina dentro un nuovo ipotetico ’68, cinquant’anni dopo l’originale. Che fine hanno fatto quelle battaglie? Che fine abbiamo fatto? Lotte sociali e fascismi, eutanasia e religione, identità di genere e conformismo, terrorismo e libertà. L’alfabeto di Utovie quest’anno cerca di articolare le infinite variazioni di una stagione storica febbrile, dall’orizzonte mai così incerto, agitata da venti inquieti. Venti di rivoluzione?”». Conclude Marchiori: «E’ evidente a tutti che il teatro è sinonimo di cultura e che non vi è alcuna combinazione tra rappresentazioni artistiche e gesti vandalici, tra cortei antifascisti e pignatte antifasciste, ma è altrettanto evidente che la prudenza dovrebbe indurre tutti a mantenere comportamenti misurati e che non si debba minimizzare le esternazioni di intolleranza provenienti anche dalla sinistra».

Scritte contro Salvini e il questore


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