Rifiuti, i 5 Stelle attaccano:
«Un’assurdità la riapertura della Ipgi,
occorre rilanciare il Parco dell’Ascensione»

ASCOLI - I pentastellati Manni e Tamburri lanciano stoccate al sindaco Castelli dopo la paventata ripartenza del sito posizionato nella Valle del Bretta. «Prima difende l'ambiente poi avalla un'operazione del genere. Chiediamo un consiglio aperto sul tema, l'Arengo esprima chiaramente la sua posizione. Non c'è risparmio per i contribuenti»
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Monte Ascensione lato sud (foto Vagnoni)

di Luca Capponi 

La valorizzazione del Parco dei Calanchi e del Monte Ascensione e il rilancio della discarica Ipgi, situata a pochi passi. Due situazioni in netto contrasto che, secondo il Movimento 5 Stelle, producono una discrepanza di pensiero non conciliabile con ambiente, natura, turismo. In un sito dove, tra l’altro, a poche centinaia di metri alberga un’altra discarica, vale a dire la Geta. «Abbiamo avviato le pratiche per richiedere un consiglio comunale aperto sul tema. Ci sono membri della maggioranza che hanno fatto battaglie coi comitati in difesa della Valle del Bretta, dei calanchi e via dicendo, adesso vediamo chi firma la richiesta di convocazione ed è disposto a metterci la faccia, non si può pensare di stare vicini alle associazioni e poi avallare la riapertura della Ipgi». Ad intervenire duro sul discorso sono i consiglieri pentastellati Giacomo Manni e Massimo Tamburri: oggetto del contendere, appunto, il paventato ripristino della Ipgi, chiusa da decenni e mai bonificata (e per questo causa di inquinamento in tutta la zona), il cui risanamento è stato proposto dal Comune durante l’ultima commissione tramite l’abbancamento di 460.000 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi effettuati da una rete di imprese composta da Ascoli Servizi Comunali e PicenAmbiente, per una tariffa di 11o euro circa a tonnellata. Una commissione “infuocata” in cui Manni non ha lesinato stoccate al sindaco Guido Castelli, reo tra l’altro di aver compiuto un importante dietrofront sulla questione.

Manni e Tamburri

«L’Ipgi ha inviato qualche settimana fa una diffida ai comuni per avere un risarcimento milionario dovuto alla gestione del post chiusura, non indaghiamo se sia legittima o meno, il privato può chiedere ciò che vuole, ma il sindaco non può portare in commissione una proposta del genere. -attacca Manni- Se c’è un immobile che produce danno alla pubblica sicurezza (o altro) si fa un’ordinanza per risolvere il problema, cosa ben diversa dal convocare una commissione. La discarica Ipgi c’è da decenni, si tratta di una problematica annosa, continuiamo a non capire il nesso tra la richiesta di diffida e la commissione per avallare l’operato di due società private, perché questo sono, che fanno profitto sul ciclo dei rifiuti».
«Sarebbe meglio -continua- che l’Arengo si esprimesse in maniera chiara sull’ingresso del Comune tra gli enti che supportano il Parco dell’Ascensione, un luogo caro a tanti ascolani, importante, dalle enormi potenzialità turistiche, naturalistiche, enogastronomiche, scrigno di tradizioni e cultura, una vera e propria risorsa che va riqualificata e rilanciata. La domanda torna: cosa c’entra tutto ciò con l’allargamento della discarica Ipgi?».

L’ingresso della Ipgi

«Tra l’altro, tutto ciò secondo le prime relazioni non produrrebbe nessuno risparmio per i contribuenti; l’abbancamento a Fermo costa circa 120 euro a tonnellata compresa l’ecotassa, alla Ipgi verrebbe a costare circa 110 euro senza contare altre voci, non ci vediamo neanche convenienza economica, anzi, solo un guadagno per loro di circa 50 milioni di euro lordi. -aggiunge Tamburri- Con un risparmio saremmo stati disposti a ragionare come sempre facciamo; sulla opposizione alla discarica Geta, ad esempio, siamo d’accordo».
«Conta il dove ma conta soprattutto il chi. Il privato tira l’acqua al suo mulino, la colpa è di chi ha consentito loro l’ingresso: qualcuno ci deve ancora spiegare come si possono vendere quote di una società pubblica (Ascoli Servizi Comunali) che espleta un servizio che non può essere interrotto, vogliamo capire dove è previsto il rischio imprenditoriale visto che una società del genere non può fallire. -concludono i due consiglieri 5 Stelle- La tassa sui rifiuti poi non è neanche diminuita, anzi è aumentata del 30%. Non si tratta di ambiente, ma di affari. Purtroppo sui rifiuti ci dobbiamo attenere quanto decide la maggioranza dei sindaci dell’Ata, speriamo di avere presto la possibilità di cambiare i decisori attraverso il voto degli elettori; ad Ascoli sarebbe necessario riprendere il controllo pubblico della società gestore».


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