di Franco De Marco
Il sindaco Guido Castelli, nell’attesa risposta all’interrogazione presentata dal consigliere del Movimento 5 Stelle Giacomo Manni, ha aperto uno spiraglio per poter ancora realizzare, nonostante le “incomprensioni” – come le definisce lui – del passato tra Comune di Ascoli, Fondazione Carisap e artista, la Galleria d’arte permanente dedicata al pittore Tullio Pericoli.
Tullio Pericoli
Fa una lunga e articolata cronistoria della vicenda, a cominciare dal primo contatto a Milano con l’artista alla fine del 2016, presente l’allora presidente della Fondazione Carisap Vincenzo Marini Marini, alla delibera del Consiglio comunale risalente al 30 marzo 2017, e al carteggio con la stessa Fondazione Carisap e con l’artista stesso, e chiude dicendo: «Vedremo, insieme al nuovo presidente della Fondazione Carisap Angelo Davide Galeati, se è possibile riconsiderare il progetto». Bisogna anche, elemento essenziale, riaprire il dialogo con l’artista che, amareggiato per il tira e molla, ha ritirato da tempo la sua disponibilità.
Il problema, in base alla ricostruzione del primo cittadino, fermo restando l’impegno, sia dell’Arengo sia della Fondazione Carisap, per la messa a disposizione del Palazzo dei Capitani del Popolo e l’allestimento della Galleria, riguarda le risorse necessarie per la gestione attraverso la Fondazione Tullio Pericoli organismo terzo. «Alla luce del piano di gestione commissionato, su indicazione di Tullio Pericoli, al dottor Carlo Bachetti, – ha affermato il primo cittadino nella sua risposta – è emerso che sono necessari circa 200.000 euro all’anno. Il Comune, sin da subito, si è dichiaro disponibile ad accollarsi l’onore delle spese per il personale ammontante a circa 40-50.000 euro all’anno». Il resto? Dovrebbe essere la Fondazione Carisap, con un ulteriore sforzo, a farsene carico. E questo sarà, evidentemente, il nodo da sciogliere nell’incontro annunciato tra Castelli e Galeati il quale, sin da subito, sull’argomento, si è mostrato disponibile a valutare ulteriormente il progetto ed ha pure già avuto contatti con Tullio Pericoli.
Il sindaco, nel suo intervento, ha confermato l’intenzione dell’Amministrazione comunale a sposare il progetto mettendo sul piatto, come onere aggiuntivo a quanto già previsto in delibera, il costo del personale.
Marco Fioravanti e Giovanni Schiano di Colella
Giacomo Manni, nella replica alla risposta all’interrogazione, è stato molto critico con il primo cittadino. «Dopo tanto tempo – ha detto – si scopre che c’è stato un malinteso. La giustificazione non regge. Si tratta di un fallimento e dell’ennesima sconfitta della città privata di una iniziativa culturale molto importante e capace nel tempo di portare risultati positivi anche economici. Nel frattempo, però, si spende per altre iniziative di livello certamente più basso». Il consigliere pentastellato ha puntato il dito anche sugli uffici del Comune. «Il responsabile del procedimento – ha insistito – doveva accorgersi che le risorse previste non erano sufficienti.
Piera Alessandra Dragoni
Non si costruisce una casa se non si sa come poi mandarla avanti. C’è stato pressapochismo da parte dell’Amministrazione comunale. La città ha perso un’altra grande occasione per realizzare un polo culturale di grande valore». La telenovela continua? Speriamo di no. Castelli e Galeati dite una parola chiara e ultimativa. Per rispetto a Pericoli e alla città.
Nel Consiglio comunale di questo pomeriggio due new entry: il nuovo assessore comunale alla cultura Piersandra Dragoni, che sostituisce Giorgia Latini eletta alla Camera per la Lega, e il nuovo segretario comunale Giovanni Schiano di Colella Lavina che sostituisce Enio Guida. «Sono un assessore tecnico – ha detto Dragoni – Vengo dall’esperienza di 8 anni come difensore civico a contatto con le patologie della macchina amministrativa. Ora passo dall’altra parte. Bella sfida».
In apertura di seduta il sindaco ha stigmatizzato le svastiche disegnate sui manifesti dell’Anpi. «Stupidità umana», ha detto. Nel rispondere ad un’altra interrogazione di Giacomo Manni, che chiedeva dell’opportunità di un’ordinanza antiaccattonaggio, ha detto: «L’ordinanza può essere brillante per affermare il principio ma, prevedendo una sanzione amministrativa, non produce effetti pratici. Questa è la anche la linea adottata dall’Anci».
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