L’arrivo della primavera e dell’estate è il momento ideale per svolgere nuove attività con i nostri animali domestici: le giornate più lunghe, la temperatura più mite e il meteo meno piovoso ampliano notevolmente le opportunità di uscire e fare nuove esperienze.
In questo articolo vedremo come i nostri animali si adattano al cambio di stagione e quali sono i pericoli e i problemi che potremmo trovarci a dover affrontare.
Adattamenti al caldo
Madre Natura ha munito i nostri amici animali della capacità di adattarsi alle variazioni stagionali della temperatura in modo molto efficiente e completo, senza bisogno dei prodotti artificiali dei quali necessitiamo noi umani (giacche, condizionatori, ombrelli…). Gli adattamenti riguardano sia la sfera fisica che la sfera comportamentale dell’animale e potranno essere più o meno evidenti a seconda delle caratteristiche di ciascun esemplare.
Adattamento fisico: il cambiamento più evidente al quale assistiamo è sicuramente la muta del mantello. Si tratta di un processo del tutto fisiologico, che corrisponde più o meno a ciò che facciamo noi esseri umani quando mettiamo via i giacconi invernali e tiriamo fuori dall’armadio le t-shirt e i costumi estivi. La composizione del mantello cambia, con un accorciamento del pelo ed un alleggerimento del sottopelo: quello che noi noteremo sarà l’abbondante caduta dei peli, spesso in quantità maggiori che nel corso di altri periodi dell’anno, ed in alcune razze potremo assistere anche ad un certo cambio di colore del mantello, che solitamente passa da toni grigio-bianchi invernali a toni più accesi con l’arrivo della bella stagione.
Adattamento comportamentale: le temperature più alte tendono a surriscaldare più in fretta i corpi dei nostri animali, ed i loro comportamenti rifletteranno l’esigenza di dissipare tale calore ed evitare di accumularne altro. Dal punto di vista alimentare potremo notare una leggera diminuzione dell’appetito (il processo digestivo infatti produce grandi quantità di calore interno) e un aumento dell’assunzione di acqua, che dovrà essere fornita sempre pulita e a volontà. Anche l’atteggiamento generale riflette l’esigenza di non surriscaldarsi: gli animali sembrano spesso meno attivi, soprattutto nelle ore più calde della giornata, ricercano i luoghi freschi e ombreggiati come zone di riposo e possono anche apparire affannati, a causa della respirazione rapida a bocca aperta (detta panting) che usano per disperdere il calore corporeo.
Pericoli e problemi della stagione calda
L’arrivo del caldo, oltre a nuove opportunità, porta anche nuove problematiche tipiche della stagione. Analizziamo insieme le più comuni.
Insetti: il caldo causa il risveglio di un gran numero di insetti, assenti invece nel periodo invernale. Quelli che più ci interessano dal punto di vista sanitario sono sicuramente il flebotomo, detto anche pappatacio, e la zanzara tigre. Il primo è il vettore (cioè il portatore) dei parassiti del Genere Leishmania, che provocano la Leishmaniosi, malattia grave che colpisce prevalentemente il cane, molto presente nel centro-sud Italia e che ormai si riscontra sempre più spesso anche al nord in territori un tempo indenni. La seconda è il vettore di una famiglia di parassiti noti come vermi cardiaci (Genere Dirofilaria), molto presenti in nord Italia e ormai in arrivo anche al centro: tali vermi, localizzandosi nel cuore del cane e del gatto, possono dare origine a forme di insufficienza cardiaca e/o tromboembolismo spesso fatali. La trasmissione di entrambe le malattie avviene quando un vettore infetto si nutre su un animale sano, inoculandogli gli agenti patogeni: l’animale così infettato a sua volta infetterà altri vettori quando questi andranno a nutrirsi del suo sangue, e il ciclo così si ripeterà. Poiché la cura di entrambe le malattie è lunga, impegnativa, costosa e di successo variabile diventa fondamentale la prevenzione, che si attua applicando ai nostri animali dei prodotti repellenti per gli insetti formulati appositamente per loro: i prodotti validi sono molti, in varie formulazioni come spray, spot-on e collari, e la raccomandazione principale è di seguire scrupolosamente le indicazioni date dal produttore, facendo bene attenzione a non applicare ai gatti dei prodotti dedicati esclusivamente ai cani poiché potrebbero avere effetti collaterali molto gravi.
Nominiamo infine un ultimo insetto, molto comune e apparentemente innocuo ma potenzialmente devastante in situazioni particolari: la mosca. Essa, in presenza di ferite o altre lesioni cutanee, non mancherà di depositare su di esse le proprie uova, dalle quali usciranno poi le larve che si nutriranno dei tessuti dell’animale infestato: tale infestazione è detta miasi e può portare a complicanze anche molto gravi, soprattutto se non scoperta e trattata tempestivamente; facciamo quindi molta attenzione alle ferite, ispezionandole e medicandole giornalmente, in modo da renderle meno “attraenti” per le mosche e da scoprire sul nascere un’eventuale problema.
Forasacchi: è il nome comune col quale vengono chiamati i semi di numerose Graminacee, prodotti in gran numero proprio durante la primavera. La loro forma peculiare, lanceolata e con barbette laterali, fa sì che si insinuino facilmente in spazi anche molto piccoli e che una volta entrati non possano tornare indietro: nei nostri animali questo si traduce in un’alta probabilità di penetrazione nelle orecchie, nel naso, tra il pelo fitto e negli spazi interdigitali, nonché nella possibilità di un’inalazione direttamente a livello bronchiale, soprattutto durante la corsa a bocca aperta. La loro presenza causa infiammazione, infezione e lesioni tissutali, con sintomatologia variabile in base alla sede di penetrazione: otite, prurito intenso e testa ruotata nelle forme auricolari; starnuti parossistici, spesso a insorgenza improvvisa e a volte accompagnati da epistassi nelle forme nasali; dolorabilità e ascessualizzazione nelle forme cutanee, con zoppia qualora siano interessati gli arti o i piedi; possibile broncopolmonite nelle forme respiratorie profonde. I forasacchi inoltre hanno la capacità di migrare nei tessuti corporei, cosicché può accadere che il danno si estenda ben oltre il punto di penetrazione iniziale. L’estrazione, effettuata dal veterinario, comporta molto spesso la sedazione o addirittura l’anestesia generale, per cui anche in questo caso la prevenzione è fondamentale: idealmente bisognerebbe evitare di portare gli animali in zone dove ci sono i forasacchi, ma è evidente che ciò non è sempre possibile; diventano importanti allora l’attenzione continua ai sintomi sopa descritti per coglierne l’insorgenza il più presto possibile, insieme all’ispezione frequente del pelo e degli spazi tra le dita per trovare e togliere i semi prima che possano penetrare nella pelle.
Processionarie: sono piccoli bruchi pelosi che si muovono spesso in gruppo, in lunghe file simili a processioni da cui traggono il nome. Fanno i propri nidi sui rami dei pini e di alberi simili e scendono a terra proprio nel periodo primaverile; i nidi sono facili da identificare, poiché appaiono come grosse matasse simili a ragnatele che avvolgono i rami. Rappresentano un pericolo poiché i peli che si vedono sul corpo sono in realtà setole urticanti dall’azione molto potente: gli animali, soprattutto i cani giovani e curiosi, vedendo i bruchi in movimento si incuriosiscono, si avvicinano e li prendono in bocca, provocandosi gravi ustioni a labbra, gengive e lingua; inoltre il coinvolgimento del faringe può causare gonfiore imponente della zona e di conseguenza una grave ostruzione delle prime vie aeree, con pericolo immediato per la vita. Spesso il dolore fa sì che il bruco venga sputato, ma in caso di deglutizione l’infiammazione esofagea e gastrica possono essere così intense da portare a perforazione dell’organo. La terapia, effettuata dal veterinario, deve essere immediata e anche in caso di successo possono verificarsi alcuni danni permanenti, come ad esempio la perdita di parti di lingua a causa della necrosi provocata dai peli. La prevenzione prevede l’attenzione costante nel caso di frequentazione di zone infestate e la segnalazione tempestiva degli avvistamenti alle autorità locali, che provvederanno ad attuare le idonee misure di disinfestazione dell’area. Vale inoltre la pena ricordare che le setole sono fortemente irritanti anche per gli esseri umani, quindi bisogna prestare grande attenzione anche a noi stessi e soprattutto ai bambini, oltre che agli animali.
Vipera: animale che non necessita di presentazioni, la vipera è l’unico serpente italiano velenoso. La primavera è il momento in cui essa si sveglia dal letargo e ricomincia ad aggirarsi per le nostre colline e montagne, cosicché i nostri animali inconsapevoli possono incontrarla durante le escursioni nella natura. Cani e gatti, per predazione o semplice curiosità, possono avvicinarsi e tentare di prenderla, incorrendo nella sua reazione difensiva rappresentata dal morso: il veleno inoculato ha una composizione chimica complessa e causa sia sintomi locali (forte dolore, gonfiore, danno tissutale, infezione…) che sintomi generali (prostrazione, nausea, vomito, shock, insufficienza renale…). La gravità del quadro clinico varia in base alla quantità di veleno inoculato e in base alle caratteristiche fisiche e allo stato sanitario dell’animale morso, ma in genere l’intervento tempestivo del veterinario è sempre necessario. Nel tempo che intercorre tra il morso e l’intervento veterinario sarà bene tenere tranquillo l’animale e farlo muovere il meno possibile, se possibile applicando del ghiaccio o comunque del freddo sulla parte colpita; sono invece da evitare le manovre in stile film western, ad esempio succhiare il veleno dalla ferita, incidere la cute o applicare lacci emostatici, poiché si è visto che hanno più effetti collaterali per la vittima e per il soccorritore rispetto ai potenziali ma dubbi effetti terapeutici.
Colpo di calore: è la sindrome che colpisce i nostri animali (e l’uomo) quando il corpo si surriscalda oltre i limiti fisiologici. Tutte le nostre cellule funzionano bene alla nostra temperatura corporea, hanno un picco di attività a temperature un po’ più alte (ecco perché una febbre moderata ha effetto terapeutico per l’organismo) ma poi degenerano e perdono rapidamente funzione quando la temperatura si alza ancora: i sintomi di questa condizione sono affaticabilità, prostrazione, polso e respiro accelerati fino ad arrivare allo shock ed eventualmente all’edema cerebrale, con conseguenti sintomi neurologici. Come visto in precedenza gli animali sono dotati di tutti i meccanismi atti a disperdere il calore in eccesso, ma noi dobbiamo metterli in condizione di farli funzionare: dunque divieto assoluto di lasciare gli animali in luoghi caldi come forni senza possibilità di allontanarsene (es. automobile, terrazzo sempre esposto al sole senza ripari, legato a un palo sotto il sole a mezzogiorno…), fornire acqua fresca e pulita sempre a disposizione ed evitare di svolgere attività fisica intensa nei momenti di caldo maggiore. Seguire questi accorgimenti sarà ancora più importante nel caso di animali molto giovani o molto anziani, nei quali la termoregolazione può essere imperfetta, e nel caso di animali appartenenti a razze brachicefale (es. Bulldog, Boxer, Bouledogue francese, Carlino…), poiché la loro struttura peculiare ne riduce molto la capacità di disperdere calore tramite la respirazione.
Per concludere un ultimo appunto: qualcuno potrà chiedersi perché tra i problemi della stagione calda non abbiamo parlato di pulci e zecche. Ebbene, se un tempo era vero che questi parassiti si rinvenivano solo col caldo, ad oggi le mutate condizioni climatiche ne rendono costante la presenza durante tutto l’arco dell’anno, per cui vanno tenuti in debita considerazione per tutti i dodici mesi: di loro ci occuperemo dunque diffusamente in uno dei prossimi servizi.
Dott. Massimiliano Piermarini
Medico Veterinario
Iscrizione all’Albo AP 349
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