Lavoro: «Piceno terra di paradossi»
Dove il dipendente pubblico
fa l’imbianchino o il portiere di notte

ASCOLI - I Disoccupati piceni denunciano una situazione sempre più insostenibile dove si raggiunge l’assurdo di pubblici impiegati con due lavori e gli altri che faticano a ricollocarsi. «Per vivere con dignità serve una paga oraria minima e un assegno di cittadinanza con i contributi per maturare la pensione»
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di Serena Reda

L’Istat traccia un’immagine dove il mezzogiorno è cristallizzato nel tentativo di ripresa. Il Piceno resta terra di paradossi dove alcuni cittadini hanno due lavori, mentre altri non riescono a ricollocarsi. «In questi giorni – spiega Luigino Pignoloni del gruppo Disoccupati piceni – abbiamo incontrato molte persone disperate perché senza lavoro e reddito». «Alcuni cittadini – prosegue il rappresentante – hanno riferito di dipendenti pubblici che, nel pomeriggio, svolgono una seconda attività».

Le più diffuse? Il bagnino da spiaggia, il portiere di notte, il cameriere o addirittura l’imbianchino. Ovviamente si tratta sempre di attività “in nero”, che danneggiano lavoratori onesti e società con la concorrenza sleale di tariffe molto più basse di quelle di mercato. «Capita spesso di incontrare persone che dicono di volere fare qualcosa per aiutarci – chiarisce Pignoloni – abbiamo riflettuto e deciso di chiedere alle persone di “buona volontà” di telefonare alle segreterie di uno dei 24 onorevoli eletti nelle Marche per sollecitare tre punti affinché le persone che non hanno un impiego possano vivere con dignità».

Primo punto resta senz’altro che «per vivere con dignità serve una paga oraria minima, almeno10 euro» specifica il delegato. Questo per evitare che la necessità costringa ad accettare lavori a paghe dimezzate rispetto ai dipendenti fissi. La seconda richiesta è che il Comune di residenza eroghi al cittadino licenziato un salario per vivere comprensivo di contributi per maturare la pensione. Ultima richiesta è che i dipendenti statali svolgano un solo lavoro.

«Questo elenco di poche richieste sarà consegnato alle persone che vogliono aiutarci affinché chiedano a quei 24 parlamentari cosa pensano di fare». «A noi sembra – conclude Pignoloni – anzi siamo quasi certi che queste tematiche non siano al primo posto nelle agende dei parlamentari eletti in questo territorio».


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