di Luca Capponi
(foto di Andrea Vagnoni)
Una media di nove telefoni su dieci al vento. Impossibile esimersi, d’altronde, soprattutto quando il “principe” snocciola in sequenza pezzi da novanta come “La leva calcistica della classe ’68”, “La donna cannone”, “Generale”, “Alice non lo sa” o “Buonanotte Fiorellino” . E pazienza per i nostalgici se gli accendini, che pure qualcuno ha vibrato al vento, fossero in nettissima minoranza. L’importante, a un concerto di Francesco De Gregori, è lasciarsi trasportare.
Sono state quasi 5mila, nella serata di mercoledì 4 luglio, le persone accorse per vederlo suonare dal vivo in quel di Favale (frazione della confinante Civitella del Tronto), nell’ambito dell’interessante festival “Abruzzo dal vivo“, il cui obiettivo primario è di portare rinascita nel segno della cultura nei territori colpiti dal sisma. Quella di De Gregori, dapprima fissata alla Fortezza di Civitella (al borgo si è pero esibito, nel pomeriggio, il cantante abruzzese Nanco) e poi spostata per motivi di sicurezza nell’aviosuperficie di Favale, rappresentava una delle date più attese della rassegna itinerante. E il pubblico, giunto in forze anche dal Piceno, non si è risparmiato, “invadendo” la piccola frazione già dal tardo pomeriggio. L’autore di “Rimmel” (proposta in chiusura di concerto) ha fatto lo stesso: due ore di live col consueto stile (poche parole dal palco, molta musica), lasciando la prima parte a brani meno noti, tra cui l’apertura di “Numeri da scaricare” e “Due zingari”, tirando fuori perle come “Caterina”, “Bambini venite parvulos” e “Il cuoco di Salò”. Poi dando spazio ai grandi classici del suo repertorio. Il tutto grazie anche alla rodata band composta da Guido Guglielminetti (contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarra), Alessandro Valle (pedal steel guitar) e Carlo Gaudiello (pianoforte).
«Mio padre lavorava poco lontano, ho dei bellissimi ricordi di questa terra. E’ bello iniziare il nostro tour estivo da qui», l’unica frase proferita da consegnare ai posteri. Così come l’omaggio all’amico Lucio Dalla, prima con l’accenno a “Com’è profondo il mare” poi con l’esecuzione di “4 marzo 1943”. Momenti clou, così come “Sempre e per sempre”, uno dei pezzi più recenti del lotto (è del 2001) ma negli anni divenuto ugualmente classico.
Sul finale, spazio per una piccola sorpresa. A salire sul palco ecco Alessandra Gobbi, moglie di De Gregori ma per lui semplicemente «Chicca, la mia ragazza» (quanta poesia in una frase sola); la coppia ha duettato sulle note del classico napoletano “Anema e core”, lasciando anime e cuori, dalla prima all’ultima fila, con la voglia di tenersi per mano.
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