di Andrea Ferretti
“Ma che ci vengo a fare alle prove generali dei figuranti se io faccio la Quintana da tanti anni e so tutto quello che si deve fare?”. Alzi la mano chi all’interno di uno dei sei Sestieri e del Gruppo Comunale, almeno una volta non abbia sentito pronunciare una frase del genere.
Il camerlengo (alias coreografo) della Quintana, Mirko Isopi
E già, le prove. Queste – in programma stasera alle ore 21 – servono per presentare al meglio il corteo che, con quel giro e mezzo al Campo dei Giochi e il successivo assestamento, compie la passerella più importante della rievocazione. Servono per l’immagine della Quintana e della città di Ascoli considerate la presenza di numerosi ospiti, le riprese tv e anche quelle dei cellulari in grado di veicolare alla velocità della luce. Servono per i più giovani alle prime esperienze, che sanno a memoria il regolamento della Federazione sbandieratori ma quando gli parli delle “grida” pensano a quelle delle loro mamme. Servono per i cosiddetti veterani, la maggior parte dei quali si muove – soprattutto al momento del saluto – guardando con la coda dell’occhio il vicino di fila. E poi finisce che il vicino ne sa meno di lui. Gamba destra o gamba sinistra avanti? La mano sul petto? Ma sul cuore o… dove la metto la metto? Il compianto Alberto Costantini, poi Raniero Isopi, quindi Gigi Morganti e ora Mirko Isopi sono stati i camerlenghi (coreografi la traduzione moderna) della Quintana dal 1956. Il primo anno (1955) fu una cosa alla buona, con la Quintana che aveva un tutor di nome “Calcio Storico Fiorentino”. Il mossiere di quella città si chiamava Eros Lazzari. Fu lui a impartire le prime “lezioni” su come posizionarsi e sui movimenti da fare. Al suo cospetto un gruppo di persone molte delle quali non sapevano bene perchè si trovavano lì.
Il professor Alberto Costantini
Lazzari venne ad Ascoli per altri quattro anni, poi lasciò il testimone ad Alberto Costantini. Il quale, coadiuvato dal provveditore di campo Giulio Franchi e dal suo “aiutante di campo” Rirì Angelini (al secolo Enrico Angelini Marinucci) che fungeva anche da mossiere, era colui al quale spettava l’incombenza di sistemare le cose al meglio. A parte quelle per l’edizione straordinaria di Roma in occasione delle Olimpiadi 1960, le prove sono state sempre uniche – perchè di Quintana ce n’era una sola – fino al 1993. Poi la doppia del Quarantennale (1994), quindi di nuovo una sola nel 1995 e 1996 e infine, in maniera stabile, due Giostre dal 1997. Ecco allora che le prove sono due: una per luglio e una per agosto. Sono importanti per i veterani della manifestazione e perfino per qualche matusa. Ma sono importanti soprattutto per i più giovani visto che ormai la maggior parte dei figuranti viaggia abbondantemente sotto i trent’anni. Che poi di questi il novanta per cento siano femmine, che poco c’azzeccano con il ruolo che ricoprono, è un altro discorso. Per le nuove leve può anche essere l’occasione per ascoltare (per qualcuno magari è la prima volta) i “comandi” accompagnati dagli squilli delle chiarine e dal “passo” e dai rullii dei tamburi che sono completamente diversi dalle musiche sempre più rock e funky che ormai imperversano nel mondo delle gare sbandieratori/musici sia cittadine che nazionali.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati