Ad Arquata si litiga per un container. Ebbene sì. Anche per chi scrive risulta difficile, ma è quello che accade. Da una parte l’associazione “Pescara del Tronto 24-8-16 Onlus”, dall’altra il Comune. La prima lamenta di essere stata “sfrattata” dalla sede (dove opera anche la Comunanza Agraria), l’ente si discolpa e respinge le accuse. Andiamo con ordine. Ad accendere la miccia era stata l’associazione con un eloquente post scritto sulla pagina Facebook di riferimento: «Grave è il danno provocato al tentativo di ricostruzione di una difficile convivenza sociale sconvolta dalla recente catastrofe. Il Comune ha deciso di toglierci il container precedentemente affidatoci dalla Protezione Civile Regionale per assegnarlo al corpo dei Vigili del Fuoco. Possibile che il Comune non abbia un altro container da mettere a loro disposizione? Serve proprio quello utilizzato dall’associazione, e attrezzato a spese proprie, in questi due anni? Tutto questo è una grossa ingiustizia! L’associazione comunque continua a ribadire la propria intenzione a mantenere l’uso del container come sede per le proprie attività, a farsi carico delle spese per la sua gestione e a concordarne con il comune l’ubicazione».
Il lettera ricevuta dall’associazione che comunica lo spostamento
A poche ore di distanza è arrivata la replica dell’Amministrazione arquatana. «In merito alla vicenda relativa al container situato in prossimità dell’area Sae di Pescara del Tronto, si intende precisare alcuni aspetti. Il container di cui parla l’associazione “Pescara del Tronto Onlus” fu inizialmente collocato nei pressi dell’area Sae dell’omonima frazione per consentire agli operai che lavoravano nel territorio nei mesi successivi al sisma, di avere un posto in cui cambiarsi, visto che all’epoca non vi erano strutture agibili e fruibili da destinare a questo scopo. Una volta venuta meno questa esigenza, il modulo fu reso disponibile alla comunità di Pescara in modo da fungere da luogo d’aggregazione, in attesa di realizzare una struttura che potesse assolvere questa funzione. In tutto il periodo, va precisato, le utenze e i relativi consumi sono stati fatturati al Comune stesso». «L’utilità del container sarebbe venuta meno nel momento in cui, anche la frazione di Pescara, così come altre del territorio, avesse potuto disporre di un centro aggregativo quale appunto quello che è stato all’uopo donato dall’associazione “Kiwanis” e che è stato volutamente collocato dall’Amministrazione comunale proprio in prossimità dell’area Sae di Pescara in modo che di questa nuova struttura avrebbero potuto beneficiare le associazioni e i cittadini ivi residenti. -continuano dal Comune- A questo punto, si ben comprende che il container non aveva più ragione di continuare ad essere nella disponibilità dell’associazione, potendo questa e tutta la comunità, disporre di una struttura ben più confortevole».
«Quanto al fatto che tale container sarebbe stato affidato dalla Protezione Civile regionale all’associazione stessa, vanno fatte ulteriori precisazioni. In primo luogo questo “affidamento” doveva comunque avvenire previo consenso dell’Amministrazione comunale a cui spettava il compito di individuare area consona alla sua ubicazione. -è la conclusione- Ma soprattutto, tale modulo doveva essere messo a disposizione di tutta la comunità di Pescara del Tronto e non solo di alcune famiglie. Tale requisito a nostro avviso, nel corso del tempo è venuto a mancare. Pertanto la Protezione Civile ha ritenuto opportuno destinare questo container ai Vigili del Fuoco che con il loro indefesso lavoro stanno, ormai da due anni, aiutando la comunità di Pescara del Tronto e tutte le altre comunità del territorio di Arquata. Si tratta di un presidio indispensabile che Arquata potrebbe perdere poiché entro il 31 agosto l’attuale sede che ospita il locale comando dovrà essere restituita alla Provincia a meno di trovare un’ubicazione alternativa. L’Amministrazione è comunque sempre disponibile a confrontarsi con l’associazione “Pescara del Tronto Onlus” e con chiunque possa avere dubbi o problemi da risolvere, consapevole che solo con il dialogo si possano trovare soluzioni ad ogni questione che inevitabilmente può sorgere in una realtà così duramente provata».
Lu. Ca.
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